24/09/2010 21:06 |
|
| | | Post: 130 | Registrato il: 23/06/2010 | Città: SANNAZZARO DE' BURGONDI | Età: 48 | Sesso: Maschile | Astral + | Utente Junior | | OFFLINE |
|
Mi sa che non mi sono spiegato bene con la storia del "gli rendo onore", quindi provo a spiegare cosa intendo.
Uccidere un essere vivente è comunque una cosa che si può considerare "sbagliata" per un sacco di motivi, tutti validi, ancora più tragico è allevarli proprio per quello scopo.
Io mi considero colpevole al pari dei miei parenti ( e di tutti gli altri che agiscono così o peggio )anche se non mangio di quella carne, mi sento colpevole comunque per quella sofferenza deliberatamente perpetrata perchè in concreto non faccio nulla per impedire che avvenga. Non mangiare quella carne non basta quindi a farmi passare il senso di colpa, e non basterebbe nemmeno diventare completamente vegetariano. Lo vedo come un atteggiamento egoista, nel senso che se mi limitassi a non mangiarne senza agire in contrapposizione mi appare come un modo per mettere a tacere il proprio io senza assecondarlo fino in fondo.
Quando dico che mangio carne se ne sento il bisogno è riferito a come mi sento da un punto di vista puramente fisico dopo aver consumato carne appunto. Nello specifico la carne mi rende nervoso, iperattivo,
mi da una carica particolare insomma che in particolari condizioni però mi fa sentire meglio ( sempre fisicamente parlando) al di la dell'impatto psicologico che la faccenda può avere in me.
Se ne mangiassi più del necessario però sarebbe completamente sprecata perchè il mio organismo non la assimilerebbe e questo sarebbe un male aggiunto al male.
Quando scrivo che gli rendo onore intendo che dato che comunque sono colpevole per quelle ( e tutte le altre ) morti e sofferenze, dovrò quindi affrontarne comunque eventuali conseguenze karmiche ( o chiamiamole come vogliamo )dato che come ho precisato in ogni caso non mi oppongo con gesti concreti a questo sistema e quindi perlomeno quando ne sento l'esigenza mi nutro di quella carne riconoscendo la brutalità del gesto e accettandone consapevolmente il peso.
Non mi considero certamente un essere perfetto, non escludo quindi di rivedere le mie abitudini, però cerco di non nascondermi dietro ad un dito.
I miei parenti quindi mi sembra chiaro che non li giustifico affatto,nemmeno con una giustificazione di tipo culturale, sono colpevoli e basta tanto quanto lo sono io e tanto quanto lo possono essere coloro che non consumano carne ma non combattono concretamente tutto il sistema, al massimo posso comprendere il loro punto di vista anche se non lo condivido.
Spero ora di essere stato un pochino più chiaro scusandomi per l'uso forse improprio di quella espressione che avevo usato nel post precedente.
BOTA. |
|