Hei… ma vedi un po’ che post mi ero perso!!
Quanto è complesso questo discorso…
Mi sembra ti abbiano già consigliato bene.
Credo di poter capire le tue tribolazioni: da una parte la volontà di rimanere coerente con ciò che, immagino, consideri “la cosa giusta”, dall’altra la difficoltà, almeno a tratti, che questa coerenza comporta con lo sconforto che tutti i pensieri annessi portano.
La dieta vegana dovrebbe avere come risultato il farti sentire meglio con te stessa: se vedi che questo non avviene come vorresti evidentemente devi ancora cercare il punto di equilibrio giusto.
Come ti dicevano, non è necessario rientrare strettamente in una categoria; non ha senso dire “io sono vegana, quindi
non posso mangiare
mai il formaggio, altrimenti non sarei più vegana, e se non sono vegana allora sono al più una semplice vegetariana, e se alla grigliata fossi ceduta nell’assaggiare un po’ di quel pesce, sarei ridiventata una volgare onnivora”.
Se non vuoi mangiare uova e formaggi perché il pensare come vengono prodotti ti fa stare male (e di conseguenza l’astenertene meglio) non dovresti mangiarne.
Ma se il peso di questa astensione non dovessi trovarlo sopportabile alla lunga, probabilmente (e sottolineo probabilmente) la soluzione migliore potrebbe essere quella di assumerli con molta parsimonia.
Non c’è un termine per catalogare chi segue una simile dieta?? Echissene!! Daglielo te
Inoltre, andando sul terra terra, perché sei vegana?
Dalle tue parole si intuisce che lo sei per motivi etici relativa al maltrattamento animale
il fatto è che la mia scelta vegana è stata fino ad ora legata più alla produzione intensiva che sfrutta gli animali.
Se quel consorzio produce latte e uova senza fare violenza sugli animali (e senza macellarli) non vedo perché dovresti sentirti in colpa se mangi di quel latte o di quelle uova…
Con questo non voglio consigliarti di farlo; solo, nel mio piccolo, provare a tranquillizzarti su un punto che, date le condizioni da te esposte, credo non si ponga, e immaginando che se per te costituisce in qualche modo un problema è solo perché vivendolo in prima persona, percepisci quel pensiero come una falla nel sistema coerente di motivazioni e convinzioni che ti sei costruita a sostegno della tua scelta vegana.
La mente e la pancia (non nel senso di appetito, ma del ”sentire d’istinto”) vanno accordate al meglio: non si può vivere in conflitto con una di esse.
Un abbraccio