Quoto Luna!
E vorrei aggiungere qualcosa... è la mia esperienza personale, penso abbastanza simile a quella di Allister.
Qualche mese fa sono caduta in depressione... non mi dilungo a spiegare il perchè e il percome. Ogni giorno mi svegliavo piangendo e rimanevo immobile... giorno dopo giorno scendevo sempre un po' più giù... un giorno forse ho toccato il fondo (non so dire in quale occasione o come sia avvenuto)e all'improvviso sono risalita a galla.
Ma non ero in salvo... mi sono ritrovata in mezzo alle sabbie mobili. Pensavo e pensavo e pensavo e pensavo e pensavo... immobile... guardavo la terra ferma, era a un passo da me... ed io stavo ferma... mi sembrava che fosse impossibile tirarmi fuori da quella situazione.
Cercavo di analizzarmi, di capire il perchè pur sapendo cosa dovessi fare non lo facevo... mi disperavo ma non mi uscivano più lacrime... ormai avevo pianto tutto quello che c'era da piangere. A volte, quasi in modo automatico ci provavo a piangere, ma non funzionava più... ero come quei bambini che fingono di piangere ma lo fanno solo per capriccio.
Ma perchè non faccio quel passo? Questa era la mia domanda continua. Mi sentivo come un uccellino in gabbia ma con la porticina della gabbia aperta... perchè non volo?
E intanto pensavo... tutta la mia attenzione era rivolta a cercare di capire il perchè non riuscissi a tirarmi fuori dalle sabbie mobili... il perchè non riuscissi a fare quel passo.
Ogni tanto qualcuno si affacciava dalla sponda per allungare un braccio verso di me... dai, dai che ti tiro fuori! Ma la palude era una cosa mia... troppo personale... era una mia battaglia... per molti anche un mio segreto...
Una notte è successo qualcosa di strano: mi sono svegliata alle 4 in preda all'ansia. Sono andata in cucina... i pensieri si muovevano velocissimi. Quasi d'istinto ho preso un foglio e ho iniziato a scrivere. Senza averci pensato avevo buttato giù pagine e pagine... avevo scritto un contratto, un contratto con me stessa, con tanto di clausole.
Per sintetizzare: era un impegno che prendevo con me stessa per non mettermela in quel posto da sola, per non fregarmi. Prendevo l'impegno a fare ciò che dovevo fare senza pensare più a nulla, che solo dopo aver raggiunto la meta avrei potuto cercare di analizzare le mie difficoltà.
Al mattino mi sono messa al lavoro, il pomeriggio anche, il giorno dopo anche e così via. All'improvviso mi sono resa conto di non essere più nelle sabbie mobili... senza accorgermene avevo fatto quel passo ed ero sulla terra ferma.
Allister... per questo concordo pienamente con ciò che ha scritto Luna!
Non è che adesso mi vada tutto bene, anzi a volte mi blocco ancora. Certe volte i piccoli ostacoli mi sembrano montagne enormi... ma sai qual'è il punto? Che se non le si affrontano continuano a crescere nella nostra testa... diventano gigantesche e quindi sempre più difficili da affrontare.
In questo momento ho proprio una di queste montagne di là che mi aspetta, anzi forse mi sono messa a scriverti queste cose proprio ora, per evitare di affrontarla(Gli evitamenti! Quanti stratagemmi ci inventiamo per rimandare le cose!).
Sai che ti dico? Ho una paura fottuta ma me ne frego, vado di là e affronto la montagna... sono sicura che mi basti iniziare a scalarla per vederla rimpicciolire sempre di più e accorgermi che era solo un dosso... e chissà che nella scalata non mi appassioni anche e scopra che sia una cosa interessante e divertente!
Ciao Allister, fai il passo! Non rimanere nelle sabbie mobili!
Ti abbraccio.