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I luoghi del futuro

Ultimo Aggiornamento: 14/12/2012 02:36
10/12/2012 22:33
 
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Ciao ragazzi è tanto che non apro un topic un po' più "mistico" ma da un po' sto riflettendo su una questione e desideravo uno scambio di opinioni con voi, per capire se a qualcuno succede una roba simile.

Da sempre mi succede in alcune occasioni di avere delle piccole intuizioni riguardo ai luoghi che entreranno a far parte della mia vita, di lì a poco, in modo abbbastanza rilevante.
Non è da molto però che ho preso coscienza di questa sensazione e mi sto accorgendo sempre più spesso quanto qualcosa di concreto ci sia dietro.

L'intuizione si manifesta come una sorta di flash emotivo che fotografa e immortala il luogo in cui mi trovo in un preciso istante e lo proietta all'interno della mia mente in una sensazione di futuro.
Un futuro non "possibile" ma...inevitabile.
Questa constatazione, che un po' mi spaventa, è il risultato degli ultimi eventi che ho verificato rispetto a questa faccenda.

La prima volta che presi coscienza di questa sensazione fu nell'ormai lontano 2004.
Mi ero appena diplomata in Belle Arti e una settimana dopo la discussione della tesi decisi di cercarmi un lavoretto qualunque nell'attesa di trovare qualcosa di attinente ai miei studi.
Tramite una conoscente mi fu consigliato di provare a propormi in un call center dove facevano vendita di diversi prodotti.
Non ero entusiasta all'idea, anzi era veramente l'ultima cosa che avrei voluto fare, ma giusto per non stare a casa e per curiosità provai a fare un colloquio.
Ricordo ancora la sensazione appena entrai nell'atrio degli uffici. L'immagine di quell'atrio mi si stampò nella testa e una strana scarica mi tuonò nell'anima. In qualche modo sentii che avrei attraversato quell'ingresso molte altre volte.
Cacciai quel pensiero, impossibile mi dissi, io non volevo fare quel lavoro ero lì quasi per caso.
Feci il colloquoi e andò bene, con un certo stupore il lavoro sembrava ben organizzato e serio e pensai che in fondo potevo provare tanto per guadagnare due soldi, ma non sarei rimasta lì per più di un mese. Certamente, non avrei potuto resistere di più in un call center!

Lavorai lì dentro per 8 mesi.

----------

In altre situazioni mi capitò qualcosa di simile, come quando 2 anni fa cercai un'altro negozio di arredamento dove lavorare. Sentii di nuovo quel flash alla vista di una specifica postazione vuota e di una sedia. Mi ci vidi seduta sopra e così fu.

Di recente invece mi è successo con l'Accademia di Shiatsu che sto frequentando. Ebbi quella sensazione il giorno che mi recai nella scuola per chiedere informazione, anche in questo caso circa due anni fa. Entrai in questo antico palazzo del centro storico.
Iniziai a salire i larghi e bassi gradini di questo importante edificio e osservando i soffitti, le pareti e concentrando l'attenzione sui miei passi mi portai dietro quel sentore di futuro per tutti i 5 faticosissimi piani di quel palazzo. Sentivo chiaramente che avrei percorso quelle scale tante e tante volte. Forse perché lo volevo pensai...sì doveva essere così, semplicemente la mia volontà, ecco il perché di quel pensiero, anche se... Ma poi capitò qualcosa di diverso. Per questione complesse che non sto qui a spiegare decisi di non iscrivermi e trovai un'altra scuola nella quale iniziai il mio percorso.
La primavera scorsa decisi così di frequentare il primo livello amatoriale altrove e mi trovai abbastanza bene, valutando anche la possibilità di iscrivermi a quelli successivi. Ogni tanto però ripensavo all'Accademia e alle diversa organizzazione della scuola che per certi aspetti preferivo e a quella sensazione strana....quella larga scalinata che mi diceva che sarei tornata laggiù.
Ma perché mai avrei dovuto ricominciare il percorso da un'altra parte? Sicuramente quel sentore era sbagliato.

Ho passato alcuni mesi a valutare tutto il valutabile.
Costi, programmi di studio, numero di ore da fare e assenze accettabili, organizzazione delle lezioni, voci di tizio e caio su quella o quell'altra scuola. E alla fine, pur considerando che l'Accademia mi porta una serie di "casini" legati alla frequentazione nei week-end, considerando che io lavoro al sabato, ho ricominciato le lezioni da capo e la sto frequentando con grande soddisfazione.
Qui mi trovo molto bene e ogni volta che faccio quelle scale sento dentro di me che le farò per molto e molto tempo.

Questa domenica mentre le facevo non ho potuto non ripensare a tutte le volte che questa strana esperienza si è affacciata nella mia vita e a tutte le riflessioni che questo comporta.
Sono davvero io che scelgo?

Io volevo andare in quel call center?
Io volevo alla fine entrare nella scuola A e non nella scuola B?
Oppure c'è qualcosa di assolutamente inevitabile nel futuro di ognuno di noi?

O forse il punto è che semplicemente ...non c'è futuro.
E tutti quelli che dicono che quando arrivano in un posto hanno la sensazione di esserci già stati e si fanno i film sulle vite precedenti, semplicemente non afferrano che il GIA' equivale al SEMPRE.
Oppure è una questione emotiva, ha un senso in relazione a un certo percorso di crescita? Dobbiamo fare quella cosa lì per forza?!

Oppure...oppure...anf...quante domande... [SM=x431214]
Viene da chiedersi, in ultima analisi...ma che senso ha sbattersi tanto quando è già tutto pronto? Che lo si voglia o no!
[Modificato da Alfea77 10/12/2012 22:49]
10/12/2012 23:25
 
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Ciao Alfea!A me questa cosa capita con le persone, più che con i luoghi...persone sconosciute, che sento che rivedrò nuovamente anche senza averci, magari, nulla a che fare o con cui, al contrario, entrerò in contatto dopo innumerevoli incontri causali.
Non so perché accadano certe cose, si potrebbero fare discorsi vastissimi, dal famoso uno al tempo...io, per non farmi troppi pipponi, sono giunta alla conclusione che è solo un farci più caso. Qualcosa, in luoghi o persone, ci colpisce particolarmente per svariati motivi (anche banali) e fa sì che, in futuro, sia più facile per noi notarli...

Ma...be', diciamo che è una spiegazione comoda per non complicarsi la vita
11/12/2012 00:27
 
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Re:
Alfea77, 10/12/2012 22:33:


Viene da chiedersi, in ultima analisi...ma che senso ha sbattersi tanto quando è già tutto pronto? Che lo si voglia o no!



infatti, ho spesso avuto la leggera sensazione che comunque andrà sempre tutto liscio, come un gatto cadrò sulle 4 zampe

11/12/2012 13:10
 
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In base alla mia esperienza con l’astrologia, ci sono dei contenuti potenziali (archetipi) che non possono che manifestarsi.

L’analogia la si può fare col seme che contiene in sè, in potenza, già la pianta (quel tipo di pianta e non un altro) che però ha bisogno del tempo per manifestarsi, in tappe bene definite.

Quindi, probabilmente in quel “tempo/spazio” della vita di Alfea che finisce le superiori, è il momento che l’archetipo “lavoro” si manifesti. Che si manifesti in qualche modo è certo (se quello era il momento….come le foglie dell’albero spuntano in primavera e non in inverno) quindi, io credo che tu hai colto questa ineluttabilità in “potenza”.

La stessa cosa per il corso di studi di Shiatsu. Doveva esprimersi l’archetipo “studi” nella forma che più rappresenta i tuoi contenuti interiori legati a questo archetipo e che quindi corrispondevano più ad una scuola che all’altra.

Io credo che il “fuori” sia sempre il riflesso del “dentro”.

ciao

lara


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11/12/2012 16:56
 
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Bella discussione....Alfy....appena riesco me la leggo con calma.
11/12/2012 17:06
 
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Sono abbastanza d'accordo con Lara (cosa che mi capita spessissimo), tuttavia non credo che ci sia un futuro inevitabile, ma solo più o meno probabile.
Ciò che ritengo inevitabile è l'esplicarsi delle necessità karmiche, le quali tuttavia hanno infiniti modi per manifestarsi (sai la storia delle vie del signore,no..?).

Penso che ci possano essere dei barlumi di chiaroveggenza come il tuo (ma tutte le premonizioni in generale), in cui è possibile anticipare un futuro molto probabile, ovvero verso il quale, allo stato attuale dei fatti, si sta andando..

“Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato,
quando l'ultimo albero sarà abbattuto,
quando l'ultimo animale sarà ucciso,
solo allora capirete che il denaro non si mangia."
(Tatanka Iyotake, capo dei Sioux Lakota)
11/12/2012 19:05
 
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Alfea, premesso che le mie ipotesi al riguardo del topic sono tante e in contrapposizione tra loro, se devo semplicemente fare una valutazione degli esempi che hai scritto, direi che si tratta di scelte.
Inconsapevoli, forse, ma oggettivamente somiglianti a delle scelte.
Questo tralasciando per ignoranza, tutto il bagaglio di emozioni, sensazioni impalpabili e di contorni sfumati, che ti hanno portata ad avere dei dubbi al riguardo.
Quelli non sempre sono esplicabili o comprensibili dagli altri, ma io lo so che fanno la differenza.
11/12/2012 23:08
 
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Ciao Maila mi rendo conto che letti così questi episodi possono dire poco e appunto...conosco solo io i dettagli degli avvenimenti. Quindi senz'altro so che per molti aspetti questi racconti possono apparire semplici scelte inconsapevoli ma ci sono state occasioni in cui davvero, almeno all'inizio, tutto voleva essere tranne che una scelta.

Passi per la scuola di Shiatsu ad esempio, dove cmq c'era una mia volontà, anche se per un attimo la vita mi ha portato altrove e non credevo davvero che sarei riuscita a frequentarla, soprattutto per via dei week-end.
Ma il call center ad esempio, quello è stato un episodio piuttosto forte per me. Tanto che dal lontano 2004, ho ricordato quella sensazione per molti anni e l'ho riconosciuta in altri momenti della mia vita dopo un bel po' di tempo.
All'epoca non avevo ancora molta esperienza di tante delle stranezze che ho approfondito solo poi e quindi ci facevo meno caso.
Ma ti posso assicurare che l'ultima cosa che mi sarei aspettata era di passare tanto tempo in un luogo del genere.
Andai a quel colloquio più per spinta di altri e per un senso di dovere.
Avevo appena finito l'università e avevo un milione di altre idee per la testa su quello che volevo per il mio futuro. Inoltre non ci credevo proprio in quel lavoro, lo reputavo un pacco e mi consideravo incapace a stare incollata al telefono per ore a vendere prodotti. Possibile che inconsciamente scelsi una cosa del genere prima ancora del colloquio? Prima ancora di entrare negli uffici e "sentire" il posto?
(Ebbi quel flash in una sorte di anti-ingresso dell'ufficio)
Tra l'altro le prime settimane furono una tortura, facevo mezza giornata al mattino ed ero decisissima ad andarmene prima possibile con qualche euro in tasca. Poi cambiai orario, lavoravo tra le 17 e le 21 e lì mi si apri un mondo. Conobbi un sacco di gente, feci amicizia con alcuni ragazzi con cui legai moltissimo (e persi la testa anche per un tizio che mi diceva sempre "a presto" [SM=x431230] ) così il lavoro divenne estremamente piacevole e divertente. Non mi pesava più e nel frattempo che mi davo da fare per costruirmi un altro futuro passarono 8 mesi prima di dare le dimissioni. Non fu la scelta del lavoro a trattenermi così a lungo ma le persone con cui feci amicizia, qualcosa che il giorno di quella intuizione non potevo sapere e non potevo scegliere. In quell'anti-ingresso ci passai le "pause caffé" più piacevoli di quel periodo.

Comunque alla fine le domande che mi pongo sono le stesse che mi sorgono con certi sogni e a volte gli avvenimenti sembrano davvero così inevitabile e la "scelta", il libero arbitrio, pare proprio una mera illusione.
In questi giorni in cui ho avvertito di nuovo questa esperienza, che si presenta da sveglia e non in fase onirica, per la prima volta mi sono sentita intrappolata in un futuro ineluttabile e la mia volontà solo apparente.
Poi ci si mette anche un'amica anche lei un po' streghetta che mi dice che "sapeva" che avrei fatto qualcosa del genere prima o poi!
Ma questa è un'altra storia...
11/12/2012 23:16
 
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Re:
l@r@_, 11/12/2012 13:10:

In base alla mia esperienza con l’astrologia, ci sono dei contenuti potenziali (archetipi) che non possono che manifestarsi.

L’analogia la si può fare col seme che contiene in sè, in potenza, già la pianta (quel tipo di pianta e non un altro) che però ha bisogno del tempo per manifestarsi, in tappe bene definite.

Quindi, probabilmente in quel “tempo/spazio” della vita di Alfea che finisce le superiori, è il momento che l’archetipo “lavoro” si manifesti. Che si manifesti in qualche modo è certo (se quello era il momento….come le foglie dell’albero spuntano in primavera e non in inverno) quindi, io credo che tu hai colto questa ineluttabilità in “potenza”.

La stessa cosa per il corso di studi di Shiatsu. Doveva esprimersi l’archetipo “studi” nella forma che più rappresenta i tuoi contenuti interiori legati a questo archetipo e che quindi corrispondevano più ad una scuola che all’altra.

Io credo che il “fuori” sia sempre il riflesso del “dentro”.

ciao

lara



Interessante questo punto di vista Lara, in effetti questi luoghi hanno sempre avuto una certa importanza per me. Hanno rappresentato tappe della mia vita, anche se non necessariamente con gli abbinamenti che gli hai attribuito tu, ma ciò è irrilevante ora.


12/12/2012 00:17
 
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Re:
Alfea:

Possibile che inconsciamente scelsi una cosa del genere prima ancora del colloquio? Prima ancora di entrare negli uffici e "sentire" il posto?




Alfea,
questa domanda mi ricorda quella che mi fece una mia conoscente riguardo alla scelta di uomini sempre sbagliati: "Ma è possibile che mi capitino sempre le stesse persone? Sempre lo stesso tipo di uomini sbagliati?"
Io le dissi ciò che ho imparato dalla mia passione per la psicologia, cioè che che spesso siamo inconsciamente attratte da coloro che ci ricordano il nostro primo amore.
Se il primo amore è stato un padre assente ed emotivamente non disponibile, può accadere di essere attrattae esclusivamente da uomini non disponibili.
A volte ci si comporta così (sempre a livello inconscio)nel tentativo di ricreare il passato e modificarne il finale.
Dirai tu: "Ma che c'entra con l' esempio del lavoro?"
Vedi, alla mia affermazione, questa ragazza mi rispose che lei non poteva sapere com' erano realmente gli uomini da cui veniva attratta senza conoscerli a fondo; disse infatti:"Possibile che io scelga inconsciamente un uomo del genere prima ancora di conoscerlo davvero? Prima ancora di sapere il finale della storia?"
Beh, la risposta è sì: questo tipo di persone spesso cadono nell'ossessione di cercare di ottenere, attraverso il loro partner, l'amore che non hanno mai ricevuto da bambini.
Lo fanno inconsciamente, ripetutamente senza rendersene conto.
E' il loro “bambino interiore” che le costringe ad agire secondo la propria volontà nonostante le conseguenze che ne derivano.
A livello inconscio, infatti, riceviamo dalla persona (o dalla situazione, nel tuo caso) una serie di messaggi non leggibili dalla nostra coscienza (o trascurabili al suo giudizio) e veniamo attratte da ciò che ci è familiare o affine in qualche modo, sia esso positivo o negativo.
Guarda caso, infatti questa mia amica subiva il famoso colpo di fulmine solo con questo tipo di uomini. Quelli "bravi" con cui era stata, non l' avevano mai coinvolta a primo sguardo.
Fa pensare, no?
Venendo ai tuoi esempi, potrebbe essere che quei flash, quel senso di ineluttabilità o quel senso di familiarità che avverti in determinate situazioni, siano frutto di un richiamo inconscio.
Mille cose o altrettante motivazioni potrebbero scatenarlo: un odore, un colore, una disposizione dei mobili particolare, la luce oppure...una situazione che ci offre la possibilità di soddisfare un bisogno inconscio.
Per esempio le tue avventure, in un modo o in un altro, mi suggeriscono un bisogno di metterti alla prova ( se sono fuori strada, scusami!)
Ovviamente l' esempio della scelta di un partner sbagliato era paradosssale, estremo e non inerente ai tuoi esempi, ma mi serviva per rendere l'idea.
Ionoltre mi è tornata alla memoria una cosa che scrissi nel vecchio diario: "Il karma (leggi anche destino) come lo intendi tu non esiste.
Inconsciamente ricrei determinate situazioni perché vuoi che accadano anche se non sei consapevole. Solo quando capirai che tu hai il potere di scelta, ma soprattutto quando imparerai a riconoscere l' attimo in cui stai effettuado una scelta, spezzerai le catene della predeterminazione."
Anche il senso di questa frase va inteso in senso ampio e adeguato in base alle situazioni.
[Modificato da Maila1 12/12/2012 00:26]
12/12/2012 07:57
 
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Sono d'accordo con Maila

Jung ha detto una cosa che, a memoria, più o meno fa...ciò che non è reso consapevole, viene vissuto come fato.

I nostri contenuti inconsapevoli, li subiamo o li attribuiamo al caso, alla sfortuna, agli altri, alle circostanze.

Infatti se partiamo dal presupposto che il "fuori" è sempre il riflesso del "dentro" ....comprendiamo molte cose di noi.

Aggiungo anche, che quel determinato contenuto non sparirà nel nulla una volta visto, riconosciuto. In realtà da lì, inizieremo a farcene carico, piuttosto che proiettarlo all'esterno.

In questo l'astrologia è fantastica perchè ci permette proprio di vedere questi contenuti (scusate non posso fare a meno di lodare l'astrologia.... [SM=g27828] [SM=x431226] ).

Per esempio, ricollegandomi a quanto a detto Maila. Una donna che continua a relazionarsi con uomini freddi, distanti, su cui non può contare, potrebbe avere bisogno di sviluppare maggiore autonomia, indipendenza, tanto da non avere più bisogno di appoggiarsi ad un uomo, in questo modo ciò che "il mondo" le rifletteva adesso lo ha interiorizzato dentro di sè e quindi non sarà più necessario trovarlo fuori, nella forma di relazioni insoddisfacenti.

Chiaro che in realtà il percorso sarà molto difficile, ma traccia la linea di demarcazione tra contenuto subito e quello vissuto consapevolmente.

Questo allarga un po' i termini della tua discussione, Alfea, nel tuo caso i contenuti in questione erano comunque positivi, costruttivi visto che hanno riflesso situazioni di crescita e gratificazione.

ciao

lara [SM=g27823]
[Modificato da l@r@_ 12/12/2012 08:16]


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Uhm...ho capito cosa intendete, quindi in un certo senso io avrei dei colpi di fulmine da "atrio di edificio", dato che di solito si presenta in questi casi. Anche se in alcune situazioni faccio davvero fatica a considerarli tali. Di solito è più facile quando hai un incontro con un altra "anima", come dice Sisil.
Nel caso di un'innamoramento appunto o come è successo a me, quando a 14 anni riconobbi quella che sarebbe diventata la mia più cara amica. Mi prese per i fondelli al primo sguardo e fu amore...
12/12/2012 17:59
 
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come nella scrittura e nel cinema:

Qual è il desiderio consapevole del protagonista?
Qual è il suo bisogno inconscio?

Prendiamo ad esempio un capolavoro, "Angel Heart". Il desiderio consapevole di Harry Angel (Mikey Rourke) è quello di scoprire l'assassino di una serie di delitti, il suo bisogno inconscio è quello di...ehm...cazzo devo fare spoiling! Ok, siccome il film è un capolavoro di Alan Parker, lo consiglio a chi non l'avesse visto. Qui sotto scriverò il bisogno inconscio del protagonista per chi volesse leggerlo. Occhio che vi rovina il finale...

Testo nascosto - clicca qui
12/12/2012 18:44
 
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Anche se, questo bisogno inconscio di call center...uhm......
12/12/2012 19:25
 
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Re:
Secondo me, nel caso del call center, qualche possibile spiegazione la trovi qui:
Alfea77, 10/12/2012 22:33:


Mi ero appena diplomata in Belle Arti e una settimana dopo la discussione della tesi decisi di cercarmi un lavoretto qualunque nell'attesa di trovare qualcosa di attinente ai miei studi.
Tramite una conoscente mi fu consigliato di provare a propormi in un call center dove facevano vendita di diversi prodotti.
Non ero entusiasta all'idea, anzi era veramente l'ultima cosa che avrei voluto fare, ma giusto per non stare a casa e per curiosità provai a fare un colloquio.



Il "bisogno inconscio" (chiamiamolo così per una questione di continuità), potrebbe essere rappresentato da vari elementi che in quel momento confluivano nel call center...
Non ti conosco abbastanza bene da poter fare ipotesi mirate, quindi butto lì due cosette che mi verrebbero in mente per una persona X a cui è capitato quello che hai descritto tu.
L'idea di quel lavoro ti è arrivata per caso, da una conoscente, questo già può aver influito in vari modi: curiosità, mettersi alla prova in qualcosa la cui idea proviene da qualcun altro, l'ansia di dover pensare ad altro quando si ha già un'opzione bella e pronta.
Eri appena diplomata, fresca fresca di studi, quindi può essere che il pensiero di metterti alla prova con qualcosa di più difficile possa averti inconsciamente spaventato, mentre il call center rappresentava qualcosa di semplice, tutto sommato, e non impegnativo. La paura di fallire o di non essere all'altezza, arriva per quello a cui teniamo davvero, quindi un lavoro duramente conquistato oppure qualcosa di attinente ai nostri studi in cui potremmo rivelare qualche lacuna...
Altro elemento, certo non irrilevante, la possibilità di iniziare a guadagnare e di essere indipendente e "adulta".
Dipende molto anche dal carattere (fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, insicurezza, timidezza, ecc.), dal modo in cui ci si pone nei confronti del mondo esterno e delle difficoltà...
Insomma, magari in quel momento hai proiettato diversi fattori sull'opportunità "call center", che potrebbe essere diventato un bisogno inconscio non tanto per quello che oggettivamente era, ma per quello che tu, inconsciamente, c'hai visto...

P.S. avrei voluto organizzare un po' meglio il discorso ma sono reduce da mezz'ora di phon a testa in giù (non si asciugano mai 'sti capelli!!) e c'ho il cervello fuso...
[Modificato da Sisil88 12/12/2012 19:26]
12/12/2012 19:28
 
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Re:
Alfea77, 12/12/2012 18:44:

Anche se, questo bisogno inconscio di call center...uhm......



Ma non fermarti solo al call center....perchè, da quello che hai raccontato, non è stato solo questo, è stata comunque un esperienza molto più ampia, che evidentemente ti apparteneva, ti corrispondeva, ti rifletteva, per ciò che eri in quel momento.

ciao

lara


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Re: Re:
l@r@_, 12/12/2012 19:28:



Ma non fermarti solo al call center....perchè, da quello che hai raccontato, non è stato solo questo, è stata comunque un esperienza molto più ampia, che evidentemente ti apparteneva, ti corrispondeva, ti rifletteva, per ciò che eri in quel momento.

ciao

lara



Non posso che quotare e se, Alfea, mi dici bisogno di call center, non abbiamo saputo spiegarti il concetto per niente!

Anche se devo ammettere siamo stati bravissimi, ma mica ti posso dire che non c' hai capito una mazza :D
(Oddio, te l' ho detto !)
[SM=x431230]
[Modificato da Maila1 12/12/2012 19:49]
12/12/2012 19:55
 
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Alfea77, 12/12/2012 18:44:

Anche se, questo bisogno inconscio di call center...uhm......



Alfea se ti puo consolare fare un lavoro fisico credimi ... sembra assurdo ma aiuta molto ad aprire la mente e a essere più reattivi
sia mentalmente che fisicamente ...

non li disdegnare perche sono lavori fisici ... magari le prime settimane è durissima lo ametto hai dolori dapertutto ma poi se trovi un clima lavorativo accogliente tutto passa in secondo piano e dopo 2 settimane i dolori spariscono
e anzi sentirsi il fisico pompato e stanco diventa poi piacevole :P

ho visto lavorare laureati con uno stipendio più misero di uno
che lava i bagni ... (esperienza fatta da me medesimo ... quando durante la pausa sigaretta chiesi a chi svuotava i portaceneri quanto prendeva ... bhe lui ne prendeva 300 euro in più)

non dico che devi lavare i bagni ma ci sono tanti lavori manuali belissimi
ti dico che io ho lavorato anche 1 anno in un forno e ora sto in un ufficio, bhe
io al forno mi divertii un casino :) qui in ufficio avvolte ti assale
na frustazioneee e ti va di dartele in quel posto specialmente se il capo
è un tipo che si veste sempre in giacca e cravatta e ti squadra
ogni mattina .... per ricordarmi che lui ha più titoli di me ...

per fortuna faccio il programmatore e non devo stare a scivere
visto i miei errori ...
ma è uguale alla fine se ti diverti e trovi un bel abiente
e la paga si avvicina io preferirei il forno almeno non spendevo
45 euro di palesta e mangerei le focacce appena calde
e agratis :)...

[Modificato da francescoMarangi 12/12/2012 20:00]
12/12/2012 19:58
 
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Re: Re:
a cosa sto pensando in qu, 11/12/2012 00:27:



infatti, ho spesso avuto la leggera sensazione che comunque andrà sempre tutto liscio, come un gatto cadrò sulle 4 zampe




per questa tua citazione ti rimando diretto alla mia firma di ogni post....pienamente daccordo...continuo la lettura del thread...
[SM=g27811]
12/12/2012 21:54
 
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Maila1, 12/12/2012 19:44:



Non posso che quotare e se, Alfea, mi dici bisogno di call center, non abbiamo saputo spiegarti il concetto per niente!

Anche se devo ammettere siamo stati bravissimi, ma mica ti posso dire che non c' hai capito una mazza :D
(Oddio, te l' ho detto !)
[SM=x431230]



Magari voi siete stati bravissimi a spiegare l'esperienza in base a ciò che avete letto, ma ciò che ho scritto non può fornire spiegazioni esaustive per nessuno di esterno.
La battuta sul callcenter, beh è ovvio che non mi fermo lì, ma neanche voi fermatevi a una sparata ironica che sta semplicemente a indicare che mi mancano dei pezzi al tentativo di fornire una spiegazione a ciò che comunque io ho vissuto.

[Modificato da Alfea77 12/12/2012 22:03]
12/12/2012 22:03
 
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Re:
francescoMarangi, 12/12/2012 19:55:



Alfea se ti puo consolare fare un lavoro fisico credimi ... sembra assurdo ma aiuta molto ad aprire la mente e a essere più reattivi
sia mentalmente che fisicamente ...




Franci in realtà quella frase era riferita a un discorso più ampio che riguardava le mie aspirazioni e il luogo in cui anni fa mi sono trovata a lavorare. Non era un lavoro fisico, tutt'altro, sempre davanti al computer e un telefono. Magari fosse stato un lavoro fisico è ciò che più mi manca attualmente dato che io amo molto la manualità.
In passato ho fatto di tutto e ho anche pulito i cessi quando andavo all'università. Lo facevo con dignità perchè era il mio lavoro, guadagnavo poco, ma volevo che fosse fatto bene. Quindi viva i lavori manuali!
12/12/2012 22:27
 
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Re: Re:
Sisil88, 12/12/2012 19:25:

Secondo me, nel caso del call center, qualche possibile spiegazione la trovi qui:


Il "bisogno inconscio" (chiamiamolo così per una questione di continuità), potrebbe essere rappresentato da vari elementi che in quel momento confluivano nel call center...
Non ti conosco abbastanza bene da poter fare ipotesi mirate, quindi butto lì due cosette che mi verrebbero in mente per una persona X a cui è capitato quello che hai descritto tu.
L'idea di quel lavoro ti è arrivata per caso, da una conoscente, questo già può aver influito in vari modi: curiosità, mettersi alla prova in qualcosa la cui idea proviene da qualcun altro, l'ansia di dover pensare ad altro quando si ha già un'opzione bella e pronta.
Eri appena diplomata, fresca fresca di studi, quindi può essere che il pensiero di metterti alla prova con qualcosa di più difficile possa averti inconsciamente spaventato, mentre il call center rappresentava qualcosa di semplice, tutto sommato, e non impegnativo. La paura di fallire o di non essere all'altezza, arriva per quello a cui teniamo davvero, quindi un lavoro duramente conquistato oppure qualcosa di attinente ai nostri studi in cui potremmo rivelare qualche lacuna...
Altro elemento, certo non irrilevante, la possibilità di iniziare a guadagnare e di essere indipendente e "adulta".
Dipende molto anche dal carattere (fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, insicurezza, timidezza, ecc.), dal modo in cui ci si pone nei confronti del mondo esterno e delle difficoltà...
Insomma, magari in quel momento hai proiettato diversi fattori sull'opportunità "call center", che potrebbe essere diventato un bisogno inconscio non tanto per quello che oggettivamente era, ma per quello che tu, inconsciamente, c'hai visto...

P.S. avrei voluto organizzare un po' meglio il discorso ma sono reduce da mezz'ora di phon a testa in giù (non si asciugano mai 'sti capelli!!) e c'ho il cervello fuso...




Sisil il discorso l'ho capito perfettamente e ci può stare tutto. Quello che mi manca a questa ipotesi è che,..uff.. mi riesce un po' difficile da spiegare in un forum, cioè dovrei farvi un sunto della mia vita e faccio un po' fatica.
Tanto per sintetizzare posso dirvi che più o meno dai 17 anni (nel '96) in poi io ho fatto di tutto ad esempio.
Da allora fino ai 28 anni potrei essere l'esempio di italiana perfetta per la Fornero, non certo choose (o come cavolo si scrive)
Ho lavorato in un cinema, fatto centri estivi, doposcuola, venduto cassaforti e allarmi per casa, fatto la standista, il servizio civile, l'attrezzista di scena, la decoratrice sulle impalcature, i mercati, la telefonista, la venditrice porta a porta...minchia non me le ricordo neanche tutte, poi se ci penso bene magari me ne spunta qualcun'altra. La gente non ci crede quando lo racconto e mi sono "fermata" seriamente solo nel 2007.

Questo per farti capire che per quanto riguarda quell'esempio specifico mi riesce un po' difficile pensare di avere inconsciamente tutte quelle aspettative, dato che sono sempre stata abituata a prendere tutti questi "lavoretti" con molta leggerezza e non crederci neanche un po'. Quello lo consideravo uno di questi. Per la cronaca, tempo dopo ne girai altri due (uno al mese) ma non fu la stessa cosa.
Se devo dare un valore a quel luogo lo do alle persone che conobbi laggiù. A un legame affettivo, non al lavoro in se.

Per gli altri esempi invece l'ipotesi può essere più calzante.

12/12/2012 22:36
 
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Ecco, si vede che di te conosco troppo poco!...
Be', intanto ti faccio i miei complimenti, seri ma seri seri, perché io a 24 anni ancora non ho mai lavorato e questa cosa mi pesa abbastanza, è un'esperienza che fa maturare, e crescere...quindi ho moltissimo rispetto per quello che hai fatto finora, penso ti faccia onore!
Mi rendo conto che condividere le proprie sensazioni è difficile, per quanto si possano usare le parole, queste sono sempre insufficienti...sarà per questo che si dice che al mondo si è soli, perché ognuno vede, sente, vive, in un modo unico che è incomprensibile agli altri...
Non so dove stia la verità che può spiegare ciò che ti succede, so solo che effettivamente succede e...boh, posso dire che spero continui a succederti, visto che a quanto pare ti porta bene! [SM=g27822]
[Modificato da Sisil88 12/12/2012 22:37]
12/12/2012 22:42
 
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Beh in effetti sì, porta bene. Non me ne ero mai resa conto prima di aprire questo topic!
Riflettevo solo sulla "durata" di una fase della mia vita in un dato luogo. Comunque sull'aspetto inconscio senz'altro ci farò più caso in futuro.
12/12/2012 22:56
 
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Mi sa che non s'è capito bene bene il concetto di antitesi tra desiderio consapevole e bisogno inconscio.
Angel, per tornare allo stesso esempio di prima, consapevolmente non vuole affatto pagare per i propri misfatti. Neppure sa di averne commesso, è un detective che vuole inchiappettarsi il criminale: non vuole assolutamente "andare al call center"...
Qui confondiamo, come spesso accade, la nostra parte conscia con quella inconscia. Pensiamo, erroneamente, che l'inconscio sia una sorta di conscio distratto o all'oscuro di qualcosa. Assolutamente sbagliato. L'inconscio è ALTRO. E' quella cosa che può farci ammalare di tumore se lo ritiene necessario.










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend

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