29/03/2010 21:45 |
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| | | Post: 36 | Registrato il: 28/12/2006 | Sesso: Maschile | Obino | Utente Junior | | OFFLINE |
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Secondo me è la prima che hai detto.
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"L'alcol produce un'azione tossica sulle cellule nervose: le disidrata, modificando la fluidità e la permeabilità delle membrane cellulari e ne riduce la densità.
Due ricerche pubblicate sulla rivista Alcoholism Clinical and Experimental Research rivelano che le vittime principali sono i neuroni e le cellule gliali della corteccia orbitofrontale e dell'ippocampo.
La corteccia frontale costituisce un terzo dell'intera superficie cerebrale.
La regione più anteriore è chiamata corteccia prefrontale ed è la struttura dove hanno sede le funzioni più complesse, come ad esempio la pianificazione dei comportamenti sociali e i meccanismi di gratificazione e punizione.
A sua volta, la corteccia prefrontale è composta da diverse aree, tra cui la corteccia orbitofrontale.
La corteccia orbitofrontale è coinvolta nei processi decisionali, emozionali e motivazionali che permettono l'adattamento alle situazioni nuove.
L'ippocampo è la regione dell'apprendimento e della memoria, è la sede in cui si formano i ricordi.
I risultati dei due studi dimostrano che la perdita progressiva dei neuroni è tanto più pronunciata quanto più lungo è il periodo di abuso, mentre la perdita delle cellule gliali è un evento precoce, indipendente dal periodo di dipendenza, potrebbe essere un fattore predisponente la riduzione dei neuroni (visto che le cellule gliali ne coordinano le molteplici attività) e quindi potrebbe rendere vulnerabili i soggetti prima ancora che diventino alcolisti.
La perturbazione di questo connubio sfocia in comportamenti impulsivo-compulsivi che compromettono la socialità degli individui.
La riduzione del volume dell'ippocampo nei forti bevitori spiegherebbe l'alterazione della memoria e delle capacità cognitive.
Ancora non è chiaro se questi eventi siano reversibili, è difficile valutare gli effetti dell'alcol in altre aree cerebrali a causa dell'elevato numero di connessioni nervose dell'ippocampo, inoltre sono necessari ulteriori studi per allargare il consenso." |
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