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Nichilismo, non vedo più il fine

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2007 13:36
01/03/2007 20:35
 
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Da qualche tempo attraverso ragionamenti mentali che faccio prima di dormire mi sembra spesso di trovarmi vicino a una comprensione, a una sorta di illuminazione, mi fermo però sempre volontariamente perchè la mia persona rifiuta il risultato.
Più o meno un anno fa ricordo una esperienza forse superiore alla oobe in cui mi trovavo completamente separato dal corpo e dai sensi di qualsiasi tipo, percepivo il tatto ma questo non veniva percepito sulla pelle ma da qualche altra parte, era come se mi fosse rimasta la sola percezione del cervello.
Durante questa strana esperienza mi trovai sopraffatto da voci che si muovevano per proprio conto, ragionamenti discussioni, tutto si svolgeva nella mia testa, a un tratto mi sentii come se avessi davvero raggiunto la soluzione... cominciai ad ascoltare quello che mi si focalizzava nella mente, e per la prima volta sentii la perdita del senso.
Quello che avevo sentito era una sorta di sofferenza del non essere, la mia teoria sul momento (in quella situazione di distacco ci credevo fermamente) fu che tutto il creato non fosse altro che un movimento di una sorta di psiche superiore (interpretabile con Dio) portata alla creazione della sofferenza della coscenza del non essere.
Credetti quindi che noi uomini,animali,piante fossimo la mente schizofrenica di Dio.
Per un istante sentii di poter smettere di esistere, diventare nulla come un Buddha, come un Cristo, tornare a essere il non essere ma mi fermai...

Adesso attraverso studi scientifici,filosofici, psicologici mi ritrovo in qualche modo ad avvalorare la tesi, non dico che sia esattamente come ho detto, anzi probabilmente la cosa è molto distante ma ci potrebbero essere delle intuizioni vicine alla realtà delle cose.

La terribile (ma forse anche no) realizzazione è di essere come intrappolati in una sorta di samsara dalla cui unica via di fuga sono illusioni mentali (l'astrale e la vita dopo la morte) comunque sottoposte a questo ciclo o l'inesistenza totale. la pace il ritorno al Dio/Nulla di Eriugena, il vuoto buddhista, la conoscenza di Dio Cristiana.

(già se avete letto fino a qui grazie :D scusate ma non ho ancora finito!!!)

Dopo quella esperienza è nato in me un sentimento di inutilità nei confronti del viaggio astrale e, a volte della stessa vita sensoriale ordinaria.
L'equazione "dove c'è percezione c'è illusione e dove non c'è percezione non c'è esistenza£ porta al risultato della totale inutilità del tutto.

La consapevolezza di essere un moto accidentale perpetuo fine a se stesso il cui unico goal di fondo è l'annullamento o l'esistenza eterna sottoposta a cicli meccanisci di nascita e morte dal quale non esiste alcuna via di fuga in quanto: il razionale, i teatrini delle religioni main stream e dello spiritismo all'acqua di rose sono inutili lavorazioni mentali di un figlio che si autocrea umiliato da se stesso che cerca di districarsi attraverso le tele che lui stesso ha in precedenza tessuto.


[Modificato da AcidHouse 01/03/2007 20.40]

"Turn on, Tune in, Drop it!"
"buona notte e sogni lucidi!" MadHead83
01/03/2007 21:33
 
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Caspita, con questo ragionamento esprimi un concetto di passività rispetto alle nostre esistenze, come se fossimo schegge di pensiero che esistono fin tanto vengono pensate, poi il nulla o qualche altra scheggia. Che senso avrebbe darti l'opzione di pensare e riflettere se tanto sei una proiezione di qualcosa? L'ombra cinese che proiettimao sul muro è fine a se stessa e inizia e muore generata dal movimento delle mani in concomitanza alla luce. Se quest'ultimo concetto può esprimere quello che volevi dire, forse vagamente ci siamo capiti.
Ma mettiamo un attimo da parte il Nichilismo e torniamo alle esperienze extraordinarie. Uscire dal corpo ci mette a contatto con una realtà a mio avviso più concreta più nitida e più vasta sul profilo celebrale, è possibile che nell'esperienza che descrivi, anche se non facente parte delle OOBE, tu possa aver afferato uno di quei concetti che hanno senso se ragionati in quei luoghi ma che perdono di logica se ragionati con la mente terrena. Al che il concetto nichilista è abbastanza deprimente e passivo in quanto mi renderebbe inutile persino scrivere queste parole...... ma se tale concetto o sentimento fosse in realtà l'intuizione ed il sentore da parte di te stesso durante quell'esperienza extraordinaria, dei vincoli terreni e materiali, allora potrei spiegarmi che in tale stato potresti aver visionato o percepito inconsciamente che la vita su questo pianeta è solo una riflessione della vità reale in astrale o in che chissia piano dimensionale superiore, dal quale la vita umana appare priva di un senso vero e proprio e limitata a se stessa in quanto ciclo perpetuo vi nascita e vita. Ma nascita e vita sono legate solo a questo mondo e hanno senso viste dal punto di vista umano, ma sono prive di significato dal punto di vista esempio astrale.

Ok mi fermo, ribagno la pezza in acqua fredda e la rimetto sulla fronte, magari la febre scende!!!! [SM=x431243]

[Modificato da acronimo 01/03/2007 21.35]

02/03/2007 16:18
 
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Si hai capito a pieno il mio concetto e l'hai anche espresso in maniera definirei poetica :)
grazie della risposta e grazie della lettura dle mio malloppone :D
La tua risposta è interessante...
Mi hai fatto pensare, è possibile che quello che mi sembra un niente il cui fine è il niente con una mente razionale viziata dal corpo organico risulti in qualche modo sensato o almeno sopportabile ad una mente alterata e libera dai vincoli della materia.
Il problema che sostanzialmente mi pongo è quello della reazione all'eterno... mi balena nella testa l'idea che il ciclo di vita e di morte e la materia, con i suoi schemi, le sue leggi fisiche, le sue formule chimiche siano un artificio studiato dal dolore di una mente inconcepibile (ancora chiamiamolo Dio) per sopportare l'eterno.



Dovremmo scrivere un trattato comunque ;)
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02/03/2007 16:45
 
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Ciao Acid,
E se ti dico che noi non esistiamo e che questo tetrino (noi compresi) l'hai creato Tu per nasconderti da Te stesso che non avevi molto da fare in quello stato di odiata immensa eterna coscienza di Te, Tu, che mi rispondi?










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend

02/03/2007 18:35
 
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eh ti rispondo che allora ci sono andato vicno :D
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06/03/2007 09:08
 
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Re:

Scritto da: AcidHouse 02/03/2007 16.18
Si hai capito a pieno il mio concetto e l'hai anche espresso in maniera definirei poetica :)
grazie della risposta e grazie della lettura dle mio malloppone :D
La tua risposta è interessante...
Mi hai fatto pensare, è possibile che quello che mi sembra un niente il cui fine è il niente con una mente razionale viziata dal corpo organico risulti in qualche modo sensato o almeno sopportabile ad una mente alterata e libera dai vincoli della materia.
Il problema che sostanzialmente mi pongo è quello della reazione all'eterno... mi balena nella testa l'idea che il ciclo di vita e di morte e la materia, con i suoi schemi, le sue leggi fisiche, le sue formule chimiche siano un artificio studiato dal dolore di una mente inconcepibile (ancora chiamiamolo Dio) per sopportare l'eterno.



Dovremmo scrivere un trattato comunque ;)



Ciao Acid! Molto interessante questo pensiero! Adesso sono incasinata e non ho tempo, ma credo che mi farò ancora un po' di seghette mentali e poi ti dirò la mia...........
[abbracci]
08/03/2007 11:08
 
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Ciao Acid, [SM=g27823] provo ad articolare in modo graduale il mio pensiero (una delle mie solite pizze), anche se mi rendo conto che i miei strumenti intellettuali non saranno mai in grado di tradurre in forma verbale il mio sentire a livello interiore riguardo al senso di “Eterno e Assoluto”.
La miglior definizione che riesco ad esprimere per dare un significato al concetto di esistenza è la seguente: pura energia consapevole, che sperimenta se stessa in frammenti soggettivi, attraverso configurazioni spazio temporali, in evoluzione costante.
In altre parole interpreto quella che tu definisci “la mente di Dio” come flussi di consapevolezza individualizzata, in continua espansione creativa, capaci di estrapolare la propria realtà da un infinito mare di frequenze energetiche, attraverso scelte percettive che si condensano in stati strutturati comunemente definiti realtà oggettive.
Per dirla in modo più semplice un Assoluto Immenso Consapevole impulso alla creatività, non concepibile nella sua unità dati i limiti elaborativi propri delle nostre menti.
Concordo con te quando esprimi il concetto di creazione come un movimento di una sorta di psiche superiore interpretabile con Dio, ma non penso che la produzione di sofferenza sia una sua peculiarità.
Tutto quanto ho sperimentato fino ad ora in questa esistenza mi porta a pensare che la sofferenza genera dalle nostre menti come paura di cessare di esistere nel senso di perdere la nostra identità e non come coscienza del non essere.
Il concetto di non essere risulta alieno al mio sentire; in fin dei conti l’unica cosa per noi certa è la consapevolezza di esistere in una condizione estremamente dinamica dove la nostra soggettività è in continua evoluzione.
Uno stato di sofferenza generato dalla coscienza di non essere è una contraddizione in termini che va a cozzare in modo violento con il concetto stesso di esistenza.
Io, ad esempio, ho paura di soffrire fisicamente o psicologicamente, ho paura di perdere il contatto con i miei affetti, ma non riesco ad avere paura di non esistere.
Non sono d’accordo sul fatto che la percezione sia assolutamente illusoria, quindi inutile, anzi, penso che sia la proprietà fondamentale della coscienza.
Non penso che la nostra vita ordinaria sia pura illusione, mi piace considerare questo mondo come una delle tante possibili realtà percettive che la mia coscienza è in grado di sostenere; evidentemente, il contesto esistenziale in cui mi trovo, in qualche modo, deve generare da un mio istinto esperienziale.
Il nostro sistema di elaborazione mentale, basato su criteri spazio-temporali, mal si addice alla comprensione di concetti quali Eterno e Infinito ed è proprio questa incapacità intellettuale di contenere in sé il senso concettuale di tali termini a porci nella condizione di non riuscire a comprendere lo scopo dell’esistenza.
Quindi, se posso darti un consiglio, anziché ridurre la “mente inconcepibile di Dio” ad un’individualità che crea artifici per meglio sopportare la propria eternità, sentiti parte di quella meravigliosa energia che permea e produce ogni forma, gioisci ad ogni istante dell’illimitata, sconfinata, meravigliosa bellezza che il Tutto, anche attraverso la tua esistenza, riesce ad esprimere.
Bacioni [SM=x431220]

[Modificato da djazira 10/03/2007 18.54]

08/03/2007 14:57
 
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pura energia consapevole, che sperimenta se stessa in frammenti soggettivi, attraverso configurazioni spazio temporali, in evoluzione costante.



Beato chi ti sposa!...










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
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08/03/2007 17:14
 
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mi e venuto il mal di testa... [SM=x431222]
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Re:

Scritto da: DanaTn1 08/03/2007 17.14
mi e venuto il mal di testa... [SM=x431222]



Viene spesso anche a me quando rileggo quello che scrivo!
[SM=x431222]

A volte mi viene anche un sonno terribile [SM=x431260]
08/03/2007 22:02
 
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Re:

Scritto da: djazira 08/03/2007 11.08
Ciao Acid, [SM=g27823] provo ad articolare in modo graduale il mio pensiero (una delle mie solite pizze), anche se mi rendo conto che i miei strumenti intellettuali non saranno mai in grado di tradurre in forma verbale il mio sentire a livello interiore riguardo al senso di “Eterno e Assoluto”.
La miglior definizione che riesco ad esprimere per dare un significato al concetto di esistenza è la seguente: pura energia consapevole, che sperimenta se stessa in frammenti soggettivi, attraverso configurazioni spazio temporali, in evoluzione costante.
In altre parole interpreto quella che tu definisci “la mente di Dio” come flussi di consapevolezza individualizzata, in continua espansione creativa, capaci di estrapolare la propria realtà da un infinito mare di frequenze energetiche, attraverso scelte percettive che si condensano in stati strutturati comunemente definiti realtà oggettive.
Per dirla in modo più semplice un Assoluto Immenso Consapevole impulso alla creatività, non concepibile nella sua unità dati i limiti elaborativi propri delle nostre menti.
Concordo con te quando esprimi il concetto di creazione come un movimento di una sorta di psiche superiore interpretabile con Dio, ma non penso che la produzione di sofferenza sia una sua peculiarità.
Tutto quanto ho sperimentato fino ad ora in questa esistenza mi porta a pensare che la sofferenza genera dalle nostre menti come paura di cessare di esistere e non come coscienza del non essere.
Il concetto di non essere risulta alieno al mio sentire; in fin dei conti l’unica cosa per noi certa è la coscienza di esistere in una condizione estremamente dinamica dove la nostra soggettività è in continua evoluzione.
Uno stato di sofferenza generato dalla coscienza di non essere è una contraddizione in termini che va a cozzare in modo violento con il concetto stesso di esistenza.
Io, ad esempio, ho paura di soffrire fisicamente o psicologicamente, ho paura di perdere il contatto con i miei affetti, ma non riesco ad avere paura di non esistere.
Non sono d’accordo sul fatto che la percezione sia assolutamente illusoria, quindi inutile, anzi, penso che sia la proprietà fondamentale della coscienza.
Non penso che la nostra vita ordinaria sia pura illusione, mi piace considerare questo mondo come una delle tante possibili realtà percettive che la mia coscienza è in grado di sostenere; evidentemente, il contesto esistenziale in cui mi trovo, in qualche modo, deve generare da un mio istinto esperienziale.
Il nostro sistema di elaborazione mentale, basato su criteri spazio-temporali, mal si addice alla comprensione di concetti quali Eterno e Infinito ed è proprio questa incapacità intellettuale di contenere in sé il senso concettuale di tali termini a porci nella condizione di non riuscire a comprendere lo scopo dell’esistenza.
Quindi, se posso darti un consiglio, anziché ridurre la “mente inconcepibile di Dio” ad un’individualità che crea artifici per meglio sopportare la propria eternità, sentiti parte di quella meravigliosa energia che permea e produce ogni forma, gioisci ad ogni istante dell’illimitata, sconfinata, meravigliosa bellezza che il Tutto, anche attraverso la tua esistenza, riesce ad esprimere.
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[Modificato da djazira 08/03/2007 11.11]





Risposta molto interessante, hai espresso il concetto di esistenza nel modo più efficace possibile :D

è bello vedere i vari punti di vista :)
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10/03/2007 18:59
 
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Re:

Scritto da: mistermoog 08/03/2007 14.57

pura energia consapevole, che sperimenta se stessa in frammenti soggettivi, attraverso configurazioni spazio temporali, in evoluzione costante.



Beato chi ti sposa!...




VECCHIA BABBIONA GIA' MARITATA CON MASCHIO CHE NON FREQUENTA IL FORUM........ [SM=g27836]
23/03/2007 18:43
 
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Re:

Scritto da: acronimo 01/03/2007 21.33
Caspita, con questo ragionamento esprimi un concetto di passività rispetto alle nostre esistenze, come se fossimo schegge di pensiero che esistono fin tanto vengono pensate, poi il nulla o qualche altra scheggia. Che senso avrebbe darti l'opzione di pensare e riflettere se tanto sei una proiezione di qualcosa? L'ombra cinese che proiettimao sul muro è fine a se stessa e inizia e muore generata dal movimento delle mani in concomitanza alla luce. Se quest'ultimo concetto può esprimere quello che volevi dire, forse vagamente ci siamo capiti.
Ma mettiamo un attimo da parte il Nichilismo e torniamo alle esperienze extraordinarie. Uscire dal corpo ci mette a contatto con una realtà a mio avviso più concreta più nitida e più vasta sul profilo celebrale, è possibile che nell'esperienza che descrivi, anche se non facente parte delle OOBE, tu possa aver afferato uno di quei concetti che hanno senso se ragionati in quei luoghi ma che perdono di logica se ragionati con la mente terrena. Al che il concetto nichilista è abbastanza deprimente e passivo in quanto mi renderebbe inutile persino scrivere queste parole...... ma se tale concetto o sentimento fosse in realtà l'intuizione ed il sentore da parte di te stesso durante quell'esperienza extraordinaria, dei vincoli terreni e materiali, allora potrei spiegarmi che in tale stato potresti aver visionato o percepito inconsciamente che la vita su questo pianeta è solo una riflessione della vità reale in astrale o in che chissia piano dimensionale superiore, dal quale la vita umana appare priva di un senso vero e proprio e limitata a se stessa in quanto ciclo perpetuo vi nascita e vita. Ma nascita e vita sono legate solo a questo mondo e hanno senso viste dal punto di vista umano, ma sono prive di significato dal punto di vista esempio astrale.

Ok mi fermo, ribagno la pezza in acqua fredda e la rimetto sulla fronte, magari la febre scende!!!! [SM=x431243]

[Modificato da acronimo 01/03/2007 21.35]


28/03/2007 13:36
 
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Ciao ACID ,
mi pare di aver capito che sei arrivato a un punto tale dal percpire quello che definisci il "non essere" .
Ma dal momento che hai compiuto una scelta (consapevole o meno) di rifiutare quello stato, deduco, per logica, che quel "non essere" che hai percepito era illusione come lo è la realtà olografica nel quale galleggiano le tue percezioni fisiche quotidianamente. Come può il "non essere" agire consapevolmente mi chiedo io?
Credo invece che tu abbia raggiunto sì uno stato superiore , nel quale l'ondata di nuove percezioni del tuo Superconscio ti ha travolto letteralmente lasciandoti una sensazioni di "vuoto".
Per farti un esempio piu terreno : ho avuto la sfiga di fare 2 incidenti , l'ultimo dei quali mi ha portato in uno stato comatoso. Bhe ... dopo essere stato "travolto" , la sensazione che avevo era proprio di "vuoto" , qualcosa che ancora oggi mi è incomprensibile.. soprattutto perchè ho dei ricordi visivi! Ero come un punto di consapevolezza che poteva vedere la realtà seduto in un enorme (infinito) cinema "vuoto" . forse io e te ACID siamo finiti nella stessa "realtà percettiva" ... io con un trauma , tu con la meditazione. I punto essenziale è che quel vuoto non mi ha spaventato .. ne' la sentivo come una sofferenza.
Anzi al contrario .. era il povero pirla per terra che stava soffrendo [SM=g27828]
Scusate la lunghezza... [SM=g27820]:
Acronimo ... mi passeresti una tachipirina grazie ? [SM=g27828]
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