Questa mattina uscendo di casa per andare al lavoro mi porto dietro la spazzatura, apro il cassonetto, lancio la borsa, e di sfuggita (l'operazione è talmente automatizzata da richiedere solo una frazione di secondo e una infinitesima parte della mia attività cerebrale) colgo la visione, sul fondo del cassone, di un libercolo rilegato di rosso con il titolo dorato contente la parola "DIO". Non riesco a leggere tutto il titolo: prima che la mia mente decidesse di mantenere il coperchio alzato, l'automatismo aveva già comandato al mio piede di lasciare il pedalone. All'inizio non dò peso alla cosa, ma in un'altra frazione di secondo mi salta in mente il libro tanto consigliato da Shomoa, e penso "vuoi vedere che era proprio quello? Che tragica ironia sarebbe... Se è lui lo recupero e me lo tengo!"
Che schifo! direte voi, ma io non mi formalizzo, anni fa avevo bisogno di una TV e ne ho recuperata una 27" vicino ad un cassonetto, ha funzionato bene per un paio d'anni.
Ma ho imparato a dare importanza alle "coincidenze significative" come le chiamava Jung, e l'istante successivo ho pensato che se fosse stato lui sarebbe stato segno che non avrei dovuto leggerlo.
Allora riapro il cassone (tappandomi il naso) per leggere il titolo per intero, ma non era lui alla fine, aveva qlcsa a che fare con l'uomo... boh (non essendo quello non l'ho registrato).
Caro Shomoa, sono un novellino del forum, ma posso dire che mi hai fatto una simpatica impressione con la tua "appassionatezza"..
Ti ho già detto che leggerò volentieri il libro, ma permettimi di dirti quel che penso. La lettura di un libro, per quanto meraviglioso e rivelatorio sia, fa ahimè pochissima differenza, sia in bene che in male. Lascia che ti consigli anch'io un libro, un romanzo, "Lo specchio di Dio" Fanucci ed. (l'autore è tedesco, Andreas qualchecosa); qui troverai una triste verità, e cioè che la gente vede quel che vuole (può) vedere. Nessun libro, film, poesia, parola ispirata, rivelazione divina, può mandare a segno vittoriosamente il proprio messaggio su chiunque. Questo l'ho appurato personalmente. Per capire il messaggio, il destinatario deve essere almeno già pronto, cioè ad un livello sufficiente di evoluzione da poter metabolizzare il concetto. Ciò significa che il libro (film, canzone, etc.) non è cmq fondamentale: chi non è pronto lo maleinterpreterà, lo capirà magari in piccola percentuale, ma non farà quella gran differenza nell'economia della sua vita e del suo pensiero. Intendo dire che un libro non sarà mai uno "shock addizionale"; perchè tali cambiamenti decisivi, comrpensioni rivelatorie, si ottengono tramite intense esperienze, ricerca, a volte dolore - mai da un libro. Chi è pronto lo troverà bello, addirittura un'opera d'arte, ma non sarà il libro ad aver fatto la differenza.
Prova a leggere il capitolo 10 di "Uno" di Richard Bach (leggiteli anche tutti i libri di Bach): addirittura sceglie di bruciare le scritture più divinamente ispirate che abbia mai letto, perchè capisce che date in pasto a menti non pronte genererebbero solo incomprensioni e guerra.
Oppure guardati CONTACT, e guarda con attenzione la fine del film, dove Jodie Foster cerca di convincere la platea della verità, ma sono tutti chiusi...
Nel nostro caso, se mi ritieni così "quasi-illuminato", perchè dovrebbe essere così importante per me leggere quel libro? Prob quel che comunica è già mio.
Voglio dire, lungi dal propormi veramente come un "quasi-illuminato", che la tua foga nel promuovere la lettura di questo o quel libro sarà sempre disillusa dai tristi risultati.
Chi non è pronto non capirà, e ti considererà un fanatico seccante, chi è già pronto non ne avrà bisogno, e la tua insistenza potrebbe farti sembrare ugualmente un ingenuo un po' troppo insistente.
Se il suddetto libro è veramente così illuminante, e tu l'hai fatto tuo, hai capito la verità che comunica e vorresti condividerla con gli altri, ebbene il mio consiglio è di comunicare tu stesso la tua verità, senza ricorrere a libri, usando le tue parole e quel che hai capito, adattandolo all'interlocutore.. cosa per altro che rappresenta un serio limite per un libro (è uguale per tutti e impietoso).
Io ho avuto un maestro, e le sue parole sono sempre state talmente chiare, maestose e illuminanti che vorrei averle scritte e riproporle tali e quali a tutti. Ma ho capito che questo sarebbe sbagliato, e che probabilmente non avrebbero nessun effetto. Il mio compito ora è di riproporre la verità come ne sono capace, per quanto l'ho capita, non certo usando le stesse parole del mio maestro.
Ed ora me ne vado, non vorrei che qlche moderatore mi tagliasse le manine in battuta per aver occupato tanto spazio...
Pace e bene
A.
[Modificato da Auriah 30/05/2005 11.37]