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Si può usare il reiki per fare un viaggio astrale?

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2005 14:00
12/12/2005 19:49
 
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Obino
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Come dire: "La via della perdizione è lastricata di buone intenzioni"

Concordo :-)

Ciao
Sil.
19/12/2005 17:56
 
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Ohibò ragazzi, bentrovati a tutti.

Intervengo qui mica per denigrare nè per adulare il rei-ki.
Come si fa? Ce ne sono a centinaia di tecniche, scuole, iniziazioni...

E' molto semplice: l'unica difesa è saper pensare con la propria testa.

E' inutile consigliare altro, qlnque consiglio per quanto prezioso e originato da esperienza personale e profonda comprensione, non verrà ascoltato, se non da chi già avrà maturato la stessa conoscenza attraverso la SUA PROPRIA strada.

E' un po' cinico, e può sembrare patetico quel che dico, ma non c'è modo di trasmettere la conoscenza: la Conoscenza è Attenzione.

greg parla di karma... ebbene, togliere una lumaca dalla strada per salvarla dalle auto non è forse farle fare un giro in più sulla giostra della vita e della morte?
Siamo sicuri che i nostri avvertimenti siano frutto dell'altruismo e non proprio dell'egoismo che tanto rifuggiamo?
Ogni esperienza la attiriamo perchè abbiamo bisogno di quel che ci può insegnare; e finchè non avremo imparato, la attireremo, all'infinito se necessario.
Quindi lasciate fare rei-ki a chi vuole fare rei-ki, e lasciate dire il padre nostro a chi vuole dire il padre nostro, nessuno può supplire a quel che ha da insegnare il rei-ki come qlnque altra cosa, foss'anche il rei-ki una invenzione del diavolo in persona.

Sublime l'esperienza di aquila, ma ahimè sono convinto che non servirà a molto, se non a lei...
(Sia chiaro che sono con te al 100% cmq)
Voglio chiederti però chi è il Padre a cui ti riferisci... forse è scontato, ma per me no.

peace&love
A.
20/12/2005 12:46
 
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Obino
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Ciao Auriah,
sicuramente ciò che dici ha del vero, ma di certo nè io e non penso neanche gli altri che hanno scritto questi post, stanno dicendo di non seguire il reiki a chi vuole farlo, ognuno ha da svolgere una sua strada ed è giusto così... l'unica cosa è che io credo che se tua mamma quando sei piccolo ti dice: "prima di attraversare guarda bene a destra e sinistra che non ci siano macchine" credo che sia più che legittimo come avvertimento, poi è chiaro che ognuno è libero di attraversare la strada come vuole, anche se poi l'avvertimento può non essere ascoltato, credo sia di dovere, proprio per esperienza, che possa venir almeno detto [SM=g27823]
Per quello che mi chiedi, invece, del Padre. Sicuramente non è una domanda scontata... ma potrebbe essere scontata e troppo limitata la risposta... nel senso che per capire a fondo davvero chi intendo per Padre, bisognerebbe poter uscire in astrale cosciente e chiedere appunto una domanda, rivolgendosi a "Lui" (ma non attendetevi un'immagine visibile), lasciandosi poi giudare...
Il Padre si può definire il nostro Maestro Interiore, colui che possiede ogni risposta, e se ci rivolgiamo dentro di noi, con umiltà e Fede possiamo avvertirlo...

Sil.
20/12/2005 14:00
 
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Certo carissima, sono tendenzialmente affine a quel che dici, e credo di capirlo, senza presunzione.
In questo topic si sta un po' estremizzando, però, e la tendenza, sarà evidente anche per te, è quella di convincere, trasfondere l'esperienza già masticata, illudendosi che qlcn altro se la gusti come ce la siamo gustata noi.
Chi dice "sì sì, fatelo!", chi invece "no, non fatelo!".. finchè evochi il puro amore di madre che previene il figlioletto da rischi chiari ed evidenti, sacrosanto, ma non è questo il caso.
Questo è il caso di una madre che vuol far fare alla figlia quello che non è riuscita a fare lei, o che difende la figlia dalle sue stesse paure, o chissà cos'altro.
E' qui che mi chiedo, in questi consigli, raccomandazioni, avvertimenti, così decisi, sicuri... quanto vero altruismo c'è? E quanto ego invece? Non parlo di te aquila, ma in generale.

E dico questo perchè io mi trovo proprio in questo periodo a cercarmi dentro per trovare le risposte a queste mie perplessità, che rendono dubbioso prima di tutti me.

Quando percorriamo una strada, che ci arricchisce, cosa c'è in fondo al desiderio di convincere gli altri a praticar la stessa strada? Io credo un po' di ricerca di sicurezza, di gratificazione, di riconoscimento... che sono bisogni dell'ego.
E poi, alla fine, è possibile che altri percorrano la nostra stessa strada?

Nelle vostre risposte vedo me stesso di poco tempo fa; ora vado cauto, e mi chiedo, prima di dare istruzioni, quanto davvero siano disinteressate, e quanto davvero servano.

Vi lascio con delle sacre parole dette da un'entità del Cerchio Firenze 77, per la gioia di Marco [SM=x431259]
Non saprei dirle meglio, quindi perchè non farle dire a lui?

Noi non abbiamo la pretesa di portarvi la verità, la verità è una conquista del singolo; nessuno può comprendere per voi. Gli uomini possono apprendere varie nozioni e trasfondere sui loro simili, ignari, il frutto delle loro conoscenze.

Chi è giunto alla verità, contrariamente a quanto si crede, non può trasfonderla negli altri. Può dare solamente delle indicazioni, ma non si debbono confondere le indicazioni con la verità, le parole con la comprensione. Così, non organizzatevi per diffondere la verità; la verità è, e basta. E non organizzatevi neppure per diffondere le indicazioni, se questo significa diffondere l'organizzazione. Ogni organizzazione finisce sempre con l'essere più importante delle idee che professa, così per non nuocere all'organizzazione si giunge a rinnegare i principi sui quali essa si è fondata. In verità vi dico che l'organizzazione è simile a colui che vuole sfamare gli affamati parlando loro di cibo. Non cristallizzatevi sulle parole, ma cercate di comprendere. Le parole e le indicazioni, per essere valide - cioè per essere un valevole intermediario fra l'uomo e la verità - debbono mutare con i tempi e con i popoli; non debbono insegnarvi a cercare negli altri ciò che solo in voi stessi potete trovare.

Non debbono parlarvi dell'aldilà senza insegnarvi a comprendere l'al di qua.
Che senso può avere conoscere come si svolge la vita su altri piani di esistenza, o in altre dimensioni, quando non sapete vivere la vostra dimensione? E la vostra dimensione è il presente. Non debbono insegnarvi ad atteggiarvi a buoni, altruisti, mansueti, pacifici senza incitarvi a guardare in voi stessi, a mutare il vostro intimo. Non debbono insegnarvi a voler cambiare gli altri se prima non avete cambiato voi stessi. Non debbono insegnarvi un «divenire», ma esservi di ausilio per raggiungere un nuovo «essere». Solo a questo patto l'indicazione può essere utile


(Dali, "Dai mondi invisibili", CF77, Ed. Mediterranee)

peace&love [SM=g27822]
A.

[Modificato da Auriah 20/12/2005 14.02]

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