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qualche dubbio sul funzionamento delle vibrazioni, del piano astrale e del dolore

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2015 10:58
15/01/2015 16:58
 
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Ciao Cosimo, proverò a rispondere alle tue domande nell'ordine in cui le hai proposte

1. Di una cosa sii certo: quando (e se) sperimenterai le vibrazioni, non avrai dubbi. Vibrazioni è l'unico modo di chiamare questo ambiguo fenomeno perché effettivamente è quello che sono: sentirai vibrare te stesso, senza che il tuo corpo vibri, e non ci sarà spazio per l'incertezza. Non fraintendermi: adesso ti parlo con tutta questa sicurezza ma qui dentro nessuno di noi saprà dirti il come e il perché, né tanto meno il cosa delle vibrazioni; quello che mi sento in grado di dirti deriva solo dall'esperienza. L'esperienza di tante persone sul forum e la mia, e l'incredibile coincidere delle cose che uno sperimenta con quelle che gli altri scrivono perché hanno anch'essi sperimentato. L'esperienza è tutto quello che abbiamo, nessuna spiegazione, solo descrizione.

Ad ogni modo le due sensazioni che hai descritto non sono quello che si intende per vibrazioni.
Hai scritto di averlo letto, ma lo ribadisco: le vibrazioni non sono un passaggio necessario, anzi ti consiglierei proprio di non vederle più come un mezzo, tuttalpiù come un segnale che la tua percezione ti sta mostrando qualcosa di nuovo.

Per quanto riguarda quello che tu hai definito come la parte "dietro" della mente, è una espressione molto vaga ma mi viene da dire qualcosa: spesso le vibrazioni non siamo noi a farle affiorare coscientemente, ma molto spesso siamo in grado di influenzarle coscientemente, stimolarle, interromperle, placarle, osservarle.. come avviene questo? normalmente siamo abituati a pensare di poter agire sulle cose attraverso una causalità fisica, ma qui è proprio l'opposto. Muoviamo qualcosa dentro di noi, senza sapere cosa, e influenzando volontariamente un fenomeno. Cercando di cogliere quello che tu pensi quando scrivi "la parte dietro della mente", mi viene da pensare alle volte in cui ho agito in modo non fisico sulle cose (su di me durante le paralisi, sulle vibrazioni) e mi sembrava di farlo da una fonte diversa dal solito, quella che tu potresti chiamare "la parte dietro"

2. Io non ti parlerò di spirito perché non saprei proprio cosa dire a riguardo, quindi tanto meno ti parlerò del fatto che tu, secondo me, ti stia sintonizzando con il tuo spirito o meno.
Quello che però penso è che no, non è una coincidenza.
Se c'è una cosa che posso supporre di aver imparato da "tutto questo" da un anno e mezzo a questa parte è che al centro di tutto ci sono intento e attenzione.
Il primo (mi ispiro a una cosa molto calzante che ho letto da qualche parte) è la consapevolezza, della possibilità di avere una possibilità, che si fa azione.
La seconda è la focalizzazione della coscienza su qualcosa.
Sono convinto che lo spostamento della tua attenzione verso i tentativi che stai facendo abbia portato anche più attenzione verso i tuoi sogni, e quindi semplicemente li ricordi di più. Non sei il primo a cui capita. Ti prego di provare a cogliere la differenza tra quando scrivo attenzione e l'attenzione come da vocabolario, anche se so di non essere in grado di descriverla bene.
In sostanza, comunque, se vuoi è un buon segno, boh, vedi tu, magari decidi che è un buon segno ma poi è tutto quello che riesci a ricavarne quindi non pensare in termini di "ah questo è buono, sto andando benone"; il mio consiglio è solo quello di sperimentare: continua a sperimentare, diventa padrone della tua attenzione, percepisci, il resto (le parole, i giudizi) è filosofia, fuffa

3. Da dove cominciare. Sto forzando troppo la mano nel tentativo di uscire dal mio corpo? Non credo sia quello. (Anche se, ricorda, qui non siamo mica dei medici astrali; in ultima analisi fidati di te e di quello che senti)

Quello che hai scritto mi ha fatto pensare a un passaggio che lessi in uno dei libri di Castaneda: un giorno si sentiva tristissimo, annullato dalla tristezza, diceva di aver perso la voglia di vivere e quando ne parlò con i suoi maestri Don Juan e Don Genaro questi si spaccarono dalle risate. Solo in un altro momento gli poterono spiegare che ridevano dalla gioia perché rivedevano se stessi sul cammino verso la libertà. La sua tristezza così come gliela aveva descritta era un fatto energetico naturale.

Non ti sto dicendo che devi credere chissà cosa, prendilo come un aneddoto, una storia su uno stato d'animo.

Non ti conosco, non so chi tu sia, non so cosa hai provato prima di palesarti qui: non so se quello che vale per me vale anche per te. Molto sinceramente però posso dirti che da quando ho cominciato a cercare qualcosa di più di quello che vediamo mi è capitato, a volte e per la prima volta, di sentirmi triste, oppresso dalla vita e dalla mia piccolezza, ingabbiato, schiacciato, fuso con la malinconia. Non sono un ragazzo triste ora come non lo sono mai stato (per fortuna o per merito, chissà) in passato, te lo assicuro. Sono solo dei movimenti dell'animo che ho cominciato a sperimentare e imparato a conoscere in certe situazioni.
Quindi, lo ripeto, non so chi sei e non posso dire niente sul perché di questa cosa che ti è successa. Ma se mi chiedessi se, in generale, secondo me può esserci la probabilità che le cose siano connesse io ti risponderei di sì, con tutta la mia sincerità e tutta la mia partecipazione.

Stai spostando la tua attenzione e con essa la tua esistenza, se lo vuoi. Preparati ad ogni eventualità

4. Non so dirti nulla a riguardo


PS ti ho scritto queste cose perché tu hai fatto delle domande; fai tue le mie risposte nella misura che desideri ma da' loro la reale importanza che hanno alla fine: niente, solo parole
[Modificato da t.teo 15/01/2015 17:10]




"Devi lasciarti tutto dietro, Neo. Paura, dubbio, scetticismo. Sgombra la tua mente."
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