in teoria faccio lo scrittore per vivere. er ora non sono riuscito a sfondare il muro di gomma che separa i dilettanti da quelli che vengono pagati per farlo ma di racconti ne ho prodoti parecchi. e qui succede il fatto
una sera (un paio di settimane fa) stavo scrivendo una cosa. doveva essere un racconto angosciante di uno che finiva in una specie di inferno senza vie d'uscita. ero particolarmente orgoglioso perchè era venuto particolarmente bene
contento e soddisfatto vado a dormire e sogno (già di suo cosa rara)
nel sogno mi ritrovo in questa specie di megalopoli fata di pezzi di scarto. non c'era il cielo e nemmeno il terreno o l'orizzonte. ovunque andassi a girare lo sguardo non c'era antro che un immensa struttura di legno e ferraglia. come se si accatastassero all'infinito dei leti senza materasso affiancati e poi uno sull'altro. in ogni spazio (non più grande di una vasca da bagno) c'era una persona in abiti luridi e emaciata. alcuni erano morti lì altri si muovevano su e giù attraverso delle scale a pioli. c'erano bambini e un tanfo che ancora mi torna alla mente. caldo e oppressione.
vengo preso da un attacco di panico e inizio a salire sempre di più nella speranza di trovare dell'aria e di uscire all'aperto ma il viaggio è quasi infinito e le cose che mi trovo intorno sono sempre peggiori. mi accorgo solo dopo molto che sono invecchiato, sono stanco e ho perso le speranze. sposto un corpo da uno dei "loculi" e mi stendo lì a riposare e non mi muoo più poi mi sveglio.
terrorizzato
per la cronaca il sogno l'ho poi rifatto altre volte ma con piccole variazioni. la più eclatante è stata quando ho incontrato un uomo ben vestito con l'aria da detective che si è offerto di portarmi fuori dicendo che mi cercava da anni.
in seguito ho sognato "l'inferno" un altro paio di volte mentre l'uomo mi portava sempre più giù fino a trovare il terreno lì mi spinpinge in una buca quadrata abbastanza stretta. cado a faccia in giù con le braccia strette intorno al corpo in un cunicolo che sembra un camino. alla fine c'è una stanza di cartongesso bianco vuota se non per una scatola piena di cartoncini (tipo quelli del pictionary) ne estraggo uno e mi sveglio.
in seguito tutti i sogni più vividi che ho fatto sono sempre partiti da quella stanza. iniziano tutti con me che estraggo un cartoncino leggo una parola e poi appaio in un sogno diverso con la sensazione di dover svolgere una missione