00 26/10/2014 20:23
Tra l'altro, ieri ho partecipato ad un flash mob: uno zombie walk, molto divertente. Stanotte ho sognato di essere in una specie di struttura in cui c'erano case, c'era l'ospedale. Era come una città intera dentro una mega struttura. E in quella struttura avveniva un contagio indefesso di zombie. Ma questi zombie non erano affamati di umani, indistintamente. Gli zombie si nutrivano solo di bambini!! Io ero un'adulta in sogno. Ma ad un certo punto avevo questa bambina da proteggere e non ti dico teo, la fatica che ho fatto per nascondere questa bimba dagli zombie. Ancora una volta mi ritrovo ad avere, forse la conferma di quanto ho raccontato in questa visione. Il mio inconscio teme qualcosa. Teme il mondo esterno. Io lo devo in qualche modo proteggere, nacondere, oppure semplicemente, ora devo starmene buona buona e fare una vita tranquilla, senza impormi di fare esperimenti varia natura. YN fino ad ora è stato di aiuto per capire qualcosa di me. Continuerò a far pratica di questa tecnica, ma senza sforzarmi di utilizzare questo metodo per fare uscite o altro. Lo userò per rafforzare il mio io e per nutrirlo di affetto e di premure. Probabilmente per me, questo è un momento in cui devo solo stare ferma e pensare a me stessa. Prendermi cura di me e non mettermi in cerca di qualcosa al di fuori. Forse devo, come ha sognato Sisil, far crescere questo bambino che ho dentro. Dargli cure ed affetto ed attendere che cresca, prima di mettermi a volare, uscire, far robe e vedere geeente... che te ne pare?

Pace
[Modificato da Saliceridente 26/10/2014 20:23]





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"E che cos’è l’odio, se non Amore represso. Amore frenato? Amore che è divenuto
un veleno mortale sia per il nutritore che per il nutrito, sia per l’odiante che per
l’odiato?! Una foglia gialla sull’albero della vita, è solo una foglia svezzata
dall’Amore, non biasimiamola. Un ramo inaridito è solo un ramo
affamato d’Amore... Un frutto marcio è solo un frutto
allattato con l’odio. Non accusiamo il frutto
marcio, ma condanniamo la nostra cecità
e la nostra avarizia che preferisce
dare con parsimonia la linfa
della vita ai pochi e
negarla ai molti,
negandola in
tal modo a
noi stessi"


M. N. (Il libro di Mirdad)
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