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Vibrazioni: una parola sulle tastiere di tutti, qui; uno dei primi elementi in cui ci si imbatte anche solo incuriosendosi del generalissimo novero di informazioni ed esperienze collocato sotto la casella della forse troppo precisa definizione di viaggio astrale; un fenomeno connesso a quest'ultimo dall'evidenza empirica ma comunque ad esso non necessariamente legato.

Insomma, benché possano sembrare un concetto abusato o sovra-utilizzato, le leggendarie vibrazioni hanno probabilmente ragion d'esistere come argomento a sé stante ed importante: sia per la (spesso) travolgente o quantomeno particolarissima esperienza che rappresentano, che per i pensieri e le domande che stimolano.

E' indubbio che l'idea che ogni cosa vibri, o che ad un particolare stato delle cose corrisponda una particolare e differente vibrazione, è affascinante e che per la maggior parte di noi, che non ha quasi alcun metro per verificarla veramente oltre quello che legge su un libro o sente ripetere in certi filoni di pensiero, la percezione delle rinomate vibrazioni rappresenta, se non una conferma, un formidabile spunto di pensiero che permetta di basarsi su qualcosa che si è sentito in prima persona e visceralmente.

Purtroppo questo discorso muove su un terreno incerto ed è quindi necessario prepararsi ad agire, dialetticamente parlando, di conseguenza: ad una domanda precisa e puntuale come "Ma sapete almeno dare una definizione di vibrazioni o parlate a vanvera?" non potrà seguire una risposta affermativa esauriente; al più, è vero, si potrà rispondere tramite sensazioni, paragoni, supposizioni e un bel minestrone di esperienze. Non è però un buon motivo per tacciare il discorso, il quale troverà il carburante per andare avanti nella percezione empirica del fenomeno che a quanto pare è talmente massiccia (ponderando il termine "massiccia" all'universo forum) e uniforme (pur nelle proprie sfaccettature) da non poter essere trascurata solo perché mancante di un fondamento teorico preciso.

Quindi non è qui (né altrove, in realtà) che intendo dare una definizione di vibrazioni, per la quale si rimanda all'esperienza personale, nella migliore delle ipotesi, o, altrimenti, alla vasta letteratura presente in materia sul forum [SM=x431243]

Qui vorrei invece riportare una mia recente esperienza da cui prendo spunto per alcuni pensieri. Riporto fedelmente da un mio documento Word che uso come diario:

Comincio a prendere sonno in una posizione non da sonno, cioè ho le cuffie grandi che quindi non mi fanno stare con la testa di lato e tengo il cellulare in mano per mettere la musica, cosa che non faccio (mi dico "sì mo la metto, tra un attimo, solo un attimo") e quindi la mia posizione è tipo sospesa, non totalmente rilassata da sonno.
Comincio ad avere una specie di sogno. Dico "specie" perché è una sorta di sogno iper-fragile, come una ipnagogica molto molto avanzata che sta diventando sogno ma che non ne ha ancora acquisito la stabilità. Vedo (non sono sicuro di percepirmi anche presente) davanti a me un tavolo tondo in una sala di un ristorante piuttosto elegante. Le pareti sono rosse o comunque l'accoppiata luci-pareti mi stimola il rosso. Ci sono diversi tavoli nella sala, tutti tondi con tovaglie bianche, a poca distanza l'uno dall'altro. Al tavolo che ho davanti sono sedute mamma (ore una) e un'altra persona (ore 11) che mi guardano. L'altra persona non so se sia uomo o donna, forse donna, mi ricorda Sean Penn in This Must Be The Place, solo con un look un po' meno spinto. Mamma mi sta parlando in maniera abbastanza intensa, mi sta dicendo qualcosa con un discorso piuttosto lungo, sento che l'altra persona partecipa emotivamente ma non proferisce parola, continua solo a guardarmi. Ad un certo punto mi fisso sulla sua presenza. Tutto si ferma per un momento, come in pausa. Questa azione rivela la fragilità del quasi-sogno che sto facendo, il quale si sgretola in un attimo. Guardando la persona capisco che sto "sognando" ma non si può neanche parlare di SL, tanto velocemente tutto svanisce; la visione se ne va via facilmente quasi come un'ipnagogica.
Mi trovo direttamente in paralisi. Il pensiero di VA è istantaneo, quindi non so se le vibrazioni arrivano da sole o perché le ho indotte. Stavolta sono molto potenti, per la prima volta le sento arrivare con il rombo. E' un "suono" molto strano, non so descriverlo bene. Le vibrazioni mi prendono forte, per un attimo le assecondo, poi penso che va bene così e cerco di trattenermi. Sento allora affiorare quelle vibrazioni dolci, lente e lievi che ho imparato a percepire in certe situazioni, mentre quelle più forti si spengono. Qualche attimo e tutto svanisce.
nota: per quelle che ho chiamato "vibrazioni dolci, lente e lievi" rimando a QUESTO MIO TOPIC
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Il punto di partenza comune per i due pensieri si trova nel passaggio dalle vibrazioni più forti e travolgenti a quelle del secondo tipo che descrivo.

1) Non sappiamo cosa siano le vibrazioni e non abbiamo un manuale per l'uso, ma sappiamo come gestirle o quantomeno influenzarle. Al di là delle volte in cui affiorano spontaneamente, sembra che sappiamo come provocarle (in certi momenti), assecondarle, inibirle e bloccarle senza sapere davvero come.
Per i nostri standard di comprensione, sappiamo di poter agire sulle cose in maniera fisica. In questo caso invece ci viene spontaneo e naturale riuscire a gestire le vibrazioni in maniera totalmente non fisica, senza che nessuno ci abbia spiegato prima come fare: ogni volta che scriviamo di averle assecondate o contenute, lo affermiamo convinti di aver agito in prima persona e senza essere in grado di spiegare come.
Da questo punto di vista sembra trattarsi di un fenomeno che si svolge in grande sintonia con le possibilità del nostro corpo.

2) Ad ogni stato la sua vibrazione. L'idea in base alla quale ad ogni cosa e ad ogni stato corrisponda una vibrazione trova sostegno in ciò che fino ad ora ho sperimentato (compresa l'esperienza che ho copiato poco sopra, durante la quale il tipo di vibrazioni cambia come conseguenza del ridimensionamento che decido di attuare).
Come ho scritto nel TOPIC CHE AVEVO GIA' RIPORTATO, mi sono imbattuto più volte in diversi tipi di vibrazioni le quali, oltre alle minime differenze riscontrabili di volta in volta, si possono ricondurre sotto due categorie principali. E come ho scritto già dal primo intervento in quel topic, ho subito sentito come il tipo di vibrazioni più lento, più dolce, meno elettrico ecc non avesse nulla a che fare con un fenomeno tipo VA ma lo sentissi tipicamente adatto allo stato fisico delle cose, insomma: se normalmente il tipo più comune di vibrazioni sembra agevolare o segnalare le condizioni per un VA, questo secondo tipo sembra invece l'identikit della dimensione fisica, è come sentire la fisicità delle cose.
In quest'ottica quindi si può pensare non solo che, appunto, ad ogni condizione sia associata una vibrazione diversamente percepibile, ma anche che le vibrazioni (e specialmente quelle del tipo comunemente descritto) abbiano a che fare con fenomeni tipo VA nella misura in cui rappresentano un segnale, o più precisamente una percezione più profonda di uno stato.

Ho deciso di aprire questo topic facendo queste due considerazioni poiché mi sembra che esse siano poco considerate, nel senso che mi sembra che i pareri di questa comunità a riguardo non trovino spazio di espressione perché dati per scontati, mentre secondo me scontati non sono e ho quindi creato un luogo per approfondirli.


..."Non c'è nulla da capire. Capire è solo una cosa molto piccola, così piccola" - Una realtà separata, Carlos Castaneda




"Devi lasciarti tutto dietro, Neo. Paura, dubbio, scetticismo. Sgombra la tua mente."