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In una lettera di denuncia all'inquisizione del 1624 si segnala che donne e uomini del paese friulano di Palazzolo eseguissero questa danza cantando in due cori per evocare la pioggia. Di tale ballo è pervenuta versione scritta nel volume Il primo libro dei balli accomodati per cantar et sonar d'ogni sorte de instromenti di Giorgio Mainerio Parmeggiano Maestro di Capella della Santa Chiesa d'Aquilegia, nel 1578.