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L'Aquila e lo sciacallo...

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2009 16:42
15/04/2009 11:05
 
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Ho trovato questa lettera aperta. Chi scrive non è un giornalista, non è uno scrittore ma non ho letto mai niente di più illuminante su questa vicenda. Ne condivido ogni singola parola *

.

"MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..." (di Giacomo Di Girolamo)Share
Mon 10:47am
Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.


Giacomo Di Girolamo
[Modificato da mistermoog 15/04/2009 14:38]










Ah, tutto accade una volta soltanto,
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15/04/2009 11:19
 
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un applauso signori!

sil
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l'antibimbominkia
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concetto espresso benissimo...
pur non avendolo fatto -ma è ovvio che da egoista (non sto scherzando), ho donato per me-, lo condivido a pieno.


A cavallo dei Fotoni

Se ti fa stare bene...C'hai ragione te!

15/04/2009 11:56
 
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Proprio l'altro giorno mi chiedevo come mai non mi venisse voglia di donare nulla, sentivo come una strana e non chiara sensazione di disgusto verso qualcosa...
Ecco cos'era. Questa lettera mi ha un po' chiarito le idee (O forse no, magari sono io che sono diventata semplicemente più menefreghista del solito)

[Modificato da Zeniba. 15/04/2009 11:57]

Tal pais dai zuète, duc' a' crodin di cjaminà drets.

15/04/2009 12:32
 
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Ho letto l'articolo, ovviamente quoto in toto.

Io non ho mai donato nulla. L'unica volta che diedi cinquecento lire (c'era ancora la lira!) a una zingara ero in compagnia di una ragazza e volevo mostrarmi "buono", ma poi glielo dissi.
Un'altra volta regalai una pasta a un barbone perché io ero pieno e non c'era il frigo per conservarla.
Sono sfacciatamente tirch... ehm, risparmiatore!
Comunque sogno un mondo senza soldi, un mondo in cui si condivida tutto, e open source come linux (haha)


15/04/2009 13:11
 
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...non so....non so....non so.....c'è qualcosa che non mi quadra in questo discorso....

E' come la moglie cornuta che si lamenta del marito che si ostina a metterle le corna....poi le chiede scusa e lei ci crede ....si fida ...gli dà ancora una possibilità ....e poi ancora un'altra ....e un'altra.....ma la carne è la carne e lui non sa resistere alle tentazioni....e continua....e lei CONTINUA a lamentarsi....

Ma il marito chi se l'è scelto ???....la costringe qualcuno a tenerselo stretto...a perdonarle tutto....??


Insomma....questa classe politica non è lì per caso....qualcuno ce l'ha fatta andare...e ne è pure fiero!!!

baci


15/04/2009 13:36
 
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Personalmente non parlavo specificatamente della classe politica. La mia visione si estende all'ipocrisia "buonisentimentalista" che riguarda noi tutti.

Ciao Laruzza!










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15/04/2009 19:51
 
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Re:
mistermoog, 15/04/2009 13.36:

La mia visione si estende all'ipocrisia "buonisentimentalista" che riguarda noi tutti.

Ciao Laruzza!



....mooghino....ma perchè ce l'hai con il "buonismosentimentalista" ? ....tutto ciò non rischia di sfociare in una sorta di snobbismo culturale che può nascondere un "nonmenepuòfregaredemenodelledisgraziealtrui"....???

...buoni...cattivi...bravi...generosi....menegreghisti....altruisti...ipocriti....siamo tutto questo e tanto, tantissimo altro ancora.... non è certo l'euro dato o non dato che fa la differenza...

bacini



15/04/2009 20:40
 
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sottoscrivo ogni singola parola di questa lettera.
Un ragionamento che non fa una grinza...

Ma... ma... ma...

C'è un ma... e lo spiego con un esempio:

Io lavoro in un centro di assistenza tecnica, dove ripariamo dispositivi medicali.
Un giorno un collega di nome Tizio ripara un dispositivo e per superficialità, o incompetenza (nel senso di non sufficiente conoscenza), o distrazione, commette una leggerezza.
Ovviamente di lì a poco il dispositivo si guasta nuovamente. A quel punto coinvolgo un altro tecnico più esperto di nome Caio.
Ma Caio si rifiuta di procedere con la riparazione di quel dispositivo in quanto già visto da Tizio, e che lui considera prepotente, arrogante, saccente etc etc etc...
Io "obbligo" Caio a ripararlo perchè una domanda mi "obbliga" a farlo:
Chi ci rimette in tutto questo? Il Cliente finale...

Ecco è vero quel che dice Di Girolamo. Perchè io cittadino onesto che lavora ogni santo giorno per procurarsi il pane, devo donare dei soldi e parare così il culo a quelli che si sono arricchiti vendendo inganni???
Perchè non è il terremoto che ha ucciso in abruzzo...
Anche io vorrei fare come Caio e dire: <<...chissenefotte la colpa è di quei bastardi ladri che si son arricchiti sulle spalle della povera gente innocente...>>
... ma non ci riesco e l'sms l'ho mandato...



-= Every man dies, but not every man really lives =-

I want to believe
15/04/2009 21:23
 
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...scusate ma... perchè, che è successo in Abruzzo??
mi son perso qlcsa??

...ma dove sta di preciso l'Abruzzo?
E a chi lo mandate sto sms tutti quanti? E che gli dite?

boh......


PS: cmq qualcuno dovrebbe dirlo una volta per tutte a questi siciliani che il verbo uscire è intransitivo.. soprattutto a quelli acculturati che ci fanno doppia figuraccia!
[Modificato da Auriah 16/04/2009 00:39]
16/04/2009 13:20
 
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Re:
-=Regulus=-, 15/04/2009 20.40:


Chi ci rimette in tutto questo? Il Cliente finale...

Ecco è vero quel che dice Di Girolamo. Perchè io cittadino onesto che lavora ogni santo giorno per procurarsi il pane, devo donare dei soldi e parare così il culo a quelli che si sono arricchiti vendendo inganni???
Perchè non è il terremoto che ha ucciso in abruzzo...
Anche io vorrei fare come Caio e dire: <<...chissenefotte la colpa è di quei bastardi ladri che si son arricchiti sulle spalle della povera gente innocente...>>
... ma non ci riesco e l'sms l'ho mandato...



Io non credo che tutto si traduca in un semplice "chissenefotte". Per me è una precisa presa di posizione, NON partecipo alla farsa.
La farsa di un fasullo (non riesco proprio ad immaginare sincere lacrime, davanti alle telecamere, di un guitto di presidente) che oggi deve fare le sue scorribande elettorali, e soprattutto la mia farsa di uomo coscienzioso che deve mettersi a posto con un euro ma che soprattutto lascia al "loro posto" i milioni di euro che finora i farabutti hanno GESTITO in tutt'altro modo. La mia diventerebbe, per me, un'azione dannosa anziché no. E poi, visto i trascorsi nei venti di guerra vari, tutta la beneficenza tipo missione arcobaleno e simili, avete veramente idea di dove vadano a finire le offerte?

(Auriah: cacati tu e tutti i "barbari" che dicono "piuttosto che" senza sapere cosa in realtà vuol dire...)










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A quanto pare non ha attirato solo la mia attenzione il tipo...
Ieri sera alla tele:



(pare che verrà invitato ancora)










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Re: Re:
mistermoog, 16/04/2009 13.20:



Io non credo che tutto si traduca in un semplice "chissenefotte".



no infatti, anzi, significa far sentire la propria voce e mettere il dito nella piaga!
E' un atteggiamento esattamente opposto rispetto al "chissenefotte".

17/04/2009 13:25
 
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certo che riportare tutto il mio post a un semplice chissenefotte... sia un tantino riduttivo...
Il significato è ben altro e credo che lo si colga chiaramente




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17/04/2009 16:42
 
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Certo Regolo che è chiaro. Allora mi spiego meglio col tuo stesso esempio. Per me, l'euro (beninteso per me) è come se io dovessi sempre sopperire alla negligenza di Tizio. Tizio è, riportandolo alla questione Abruzzo, un furbacchione che ormai ha capito come si raggirano in un colpo solo Caio e me...

(Se riportiamo tutto alla tua situazione) ...con l'aggravante che sarà sempre Caio a farne le spese.

ps: sento che arriva "chi so io"...
[Modificato da mistermoog 17/04/2009 17:45]










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