21/04/2008 16:16 |
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| | | Post: 1.099 | Registrato il: 01/10/2006 | Sesso: Maschile | Astral + | Utente Veteran | Autostoppista galattico | | OFFLINE |
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Giusto, non bisogna osservare pre-concettualizzando. Non c'è da capire se siamo nello psicologico, nel paranormale o altro. Siamo nel tutto. Ci barcameniamo in una realtà che si muove continuamente, (mentre scrivevo velocemente, in prima battuta è venuto fuori "continua,mente"...per la cronaca). Ciò che ci succede, Mond o cognata di Sissi o chiunque altro in questione, ha una sua tridimensionalità. Proviamo a non guardare da un lato soltanto. Giriamo intorno sì da avere un punto di vista in movimento, che ricostruisca un ampio ologramma di ciò che è osservato. Possiamo noi contemplare che un fatto strano, non ordinario, dagli aspetti talvolta fantastici foriero di infinite possibilità per il nostro sviluppo, per la nostra espansione, abbia allo stesso tempo cause sofferte di natura psicologica, sociale? Perché no?
La tendenza a questa dissociazione col mio corpo là, sveglio, vivo, vegeto interagente con la società, l'ho avuta in momenti in cui uno psicologo mi avrebbe benissimo potuto spiegare che "rifiutavo l'interazione, il rapportarmi con chi o cosa mi stava davanti". Se accettiamo una non-località della nostra coscienza, potremmo accettare anche il fatto che il nostro ego, l'individuo frustrato, vessato, o chissà cos'altro si rifugi in essa in momenti che meno si aspetta.
Sincretismo.
Provare a conciliare angolazioni diverse, magari si prende in mano la situazione... (zitta zocc!)
E' la mia.
Ho capito perché ero "serio", c'era questa meraviglia in sottofondo...
Minchia se mi fate parlare... (grazie)
[Modificato da mistermoog 21/04/2008 16:22]
Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend
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