|
Come non detto, impegno saltato… Vi riferisco quello che so in proposito per esperienza diretta, sta a voi decidere se crederci o meno.
Ricordo che una volta, durante un esperimento, ero in pieno stato vibratorio, ma per qualche strano motivo non riuscivo assolutamente a staccarmi. Mentre riflettevo sul da farsi, all’improvviso mi ricordai di aver letto da qualche parte un accenno al fatto che, durante le esperienze fuori dal corpo, siamo “assistiti” da entità benevole, chiamate guide, che ci porgono il loro aiuto se noi le chiamiamo. Così, senza neppure crederci molto, esclamai: “Guida, aiutami ad uscire!”. Non avevo neppure finito di pronunciare quelle parole che sentii la presa salda di due mani sulle caviglie (una cosa non proprio tranquillizzante, ve lo posso garantire!); sbirciai ai miei piedi e non vidi nulla, ma la sensazione era troppo reale. Sentii che quelle mani stavano “sollevando” le mie gambe astrali, come sfilandole da quelle fisiche; si staccarono poi dalle caviglie e mi afferrarono per le cosce, aiutandole sempre a farle uscire; infine, le due mani invisibili afferrarono le mie e mi alzarono letteralmente dal letto, dandomi addirittura un paio di robusti strattoni per ultimare la separazione. Una volta fuori, guardai attorno con occhi sgranati, ma ovviamente non vidi nessuno.
Tutto sommato, mi dimenticai abbastanza in fretta dell’accaduto, se non fosse che, diversi mesi dopo, mi trovai casualmente a leggere alcuni brani di un libro, credo di William Buhlman, “Come uscire fuori dal corpo”. Ricordo che stavo bevendo un bicchiere di tè e quasi mi strozzai quando arrivai al punto in cui l’autore descriveva l’intervento delle guide per aiutare la separazione: parlava giusto giusto di mani sulle caviglie che risalivano poi lungo il corpo, sembrava che stesse raccontando proprio quello che era accaduto a me!
Lì per lì, ammetto che mi spaventai un po’. La trovai (e la trovo tuttora) una coincidenza incredibile, uno dei pochissimi motivi per cui non ho ancora totalmente archiviato la possibilità di una genesi “soprannaturale” delle obe. Ma ben presto, la paura lasciò il posto alla curiosità. Così, la prima volta che sprofondai nello stato vibratorio, nonostante sentissi di essere perfettamente in grado di sdoppiarmi da me, chiesi: “Guida, mi aiuti ad uscire?”. Non si fece vivo un cane. Se le guide esistono veramente, presumo che capiscano al volo quando stai cercando di prenderle per il cu…
La mossa successiva fu quella di tentare un incontro faccia a faccia dopo essermi già sdoppiato. Vi giuro che ho provato decine di volte a chiamare la mia guida, fin quasi a supplicarla di farsi vedere, ma non c’è stato niente da fare, non ha mai dato alcun segno di vita.
Fin qui i fatti. Diciamo che le conclusioni che si possono trarre sono due:
- le guide non esistono e quello che mi è accaduto è stato solo una straordinaria coincidenza (ergo, il viaggio astrale è un semplice sogno lucido);
- è vero ciò che sostengono praticamente tutti gli autori, e cioè che le guide preferiscono non farsi vedere e interferire il meno possibile per non intralciare il corretto sviluppo del loro “protetto” (e quindi il viaggio astrale è un fenomeno reale).
Se da un lato ammetto che la seconda ipotesi suona un po’ come una scusa costruita ad arte, mi rendo anche conto che non è del tutto campata in aria. In effetti, io riesco ad osare così tanto durante le obe perché al 99% credo che si tratti solo di sogni; ma come reagirei se, per la prima volta, mi trovassi di fronte una qualche “entità” che dimostrasse un’intelligenza totalmente autonoma? Non sarei forse assalito dal terrore, non manderei i viaggi astrali a quel paese e, di conseguenza, non rallenterei proprio quello sviluppo interiore che la mia guida deve difendere a tutti i costi?
L’unica cosa che posso fare per ora è aspettare… Aspettare cioè che mi capiti un altro stato vibratorio in cui REALMENTE non riesco a sdoppiarmi, invocare aiuto e vedere che succede... |