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Riflessione sulla vita

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2007 23:28
22/04/2007 03:13
 
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Rileggendo il primo post e gli altri,
io mi affido a ciò che io sono ora. Mi spiego. Se i miei sensi consci e non, il mio intuito, ricevono alcuni input, alcune emozioni, a me basta e avanza. Paragono le nostre sensazioni fisiche ed emotive a una sorta di stretching. Più "provi" più "estendi il muscolo": più informazioni ricevi.
Questo mi basta per discernere, e domani lo "stretching" mi farà discernere ancora meglio probabilmente. In breve, la mia percezione del creato è in continuo movimento, si espande.
Quando veniamo al mondo siamo tutti chiusi in noi stessi, a malapena percepiamo noi stessi. Pian piano prendiamo coscienza di ciò che ci circonda, pian piano cominciamo a percepire l'altro. Col tempo potremmo "sentire" l'altro. L'altro è il "prossimo": la terra, gli alberi, le nuvole, gli animali, gli uomini.
SECONDO ME, sentire l'altro significa spostare il centro, "significa soprattutto ascoltare. Significa soprattutto uscire da sé stessi, fino ad uscire dall'uomo che è in noi. Significa non pensare che tutto il creato ragioni come l'uomo (secondo una visione antropocentrica). Significa che il bene e il male sono due concetti umani e che la natura sia "crudele" solo da una nostra angolazione. E' una proiezione del nostro lato oscuro. La malvagità è solo dell'uomo e non intrinseca all'azione.
Kenji, posso schiacciare una formica in due modi diversi, uno senza accorgermene, l'altro per puro divertimento. La differenza starà solo in me (stronzo oppure no? Alla formica non gliene sbatterà una mazza probabilmente). La formichina sentirà "solo" una novantina di chili addosso (se ne avrà il tempo).
Crai, la rondine amica di quella che hai investito avrà un suo modo di percepirne la perdita tutt'altro che "umano"(buon per lei), magari anche più profondo. Perché dobbiamo andare a cercare sempre significati così nascosti nelle cose? Forse sono più affascinanti, ma di sicuro ci distraggono dal percepirne la pura essenza, il puro fatto da elaborare con i "sensori" (sviluppati in ognuno di noi secondo le proprie caratteristiche)di cui siamo dotati.
Fare una "buona azione" oggi mi fa stare bene oggi, è appagante in sé. Magari mi viene voglia di "nutrirmi" di buone azioni... Non comincio a pensare: "chissà, magari mi aiuta a crescere e a catafottermi nel Nirvana.
E se l'"aumento di sensibilità" porta a galla problemi con la coscienza (mi pare di aver capito che intendessi di "peso" sulla coscienza) se proprio vogliamo infilarci esempi occulti o grandi maestri del passato, loro non dicevano di voltarsi dall'altra parte in questi casi, anzi, "lagrima mundi", questa sarà la vera sfida, accettare il dolore intorno a te perché la materia questo è.
Non voglio dare nessuna lezione su cose delle quali si può dire tutto e il contrario di tutto. Questo è solo cio' che penso io, anzi, mentre scrivo non parlo solo a voi ma anche a me stesso.
Questo è il mio modo di vedere la vita: togliere anziché aggiungere. "L'essenziale è invisibile agli occhi", e dico, per raggiungere l'"essenza" in tutte le cose non è meglio togliere?

mi ha fatto provare una sensazione spiacevolissima mentre mangiavo quasi avessi in bocca qualche schifezza non commestibile.. capite! Insomma da voltastomaco.
Spero o forse non spero... non saprei che cosa voglio...
Vedremo se avrò ancora il coraggio di mangiare carni... per oggi non ci ho riprovato

Acqua, prova a capire bene il perché di questa sensazione e il perché non la provi con una mela. Ventiquattro anni fa l'ho provata per la prima volta e da allora, per me, il salame è solo un cadavere rielaborato che non si chiama cibo.










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend

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