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Un po' di "seghe mentali"

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2006 22:02
10/05/2006 13:00
 
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Obino
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Prima di introdurre il mio pensiero, cito testualmente alcuni fondamenti e assunti della meccanica quantistica, puntualizzando sul fatto che la fisica classica (quella con cui ci hanno insegnato a comprendere le cose che avvengono a livello macroscopico nella realtà ordinaria) e quella quantistica (che si occupa delle proprietà dinamiche delle particelle subatomiche e delle interazioni tra radiazioni e materia) non si contraddicono, come sembra, ma descrivono e si occupano di livelli diversi della realtà

FONDAMENTI E ASSUNTI DELLA MECCANICA QUANTISTICA:
1. Non esiste una realtà oggettiva della materia , ma solo una realtà determinata, di volta in volta, dall’osservazione del soggetto cosciente. Si può affermare che l’osservatore determina il risultato dell’osservazione in funzione delle proprie intenzioni ed aspettative, siano esse consce od inconsce.
2. Scomponendo la materia in parti sempre più piccole si arriva ad un punto nel quale sembrano esistere solo campi di energia vibrante che si propagano per onde (come la luce) e tutto sembra essere come una inseparabile rete di probabilità. A questo livello, l’essenza fondamentale dell’Universo si rivela, non come materia, ma come pura energia immateriale. Tale energia, come sostiene Einstein, emana da un unico campo fondamentale definito “campo unificato”.
3. A livello subatomico le particelle hanno doppia natura e si possono manifestare come onda (pura energia) o come corpuscolo (avente una massa), questo in funzione delle aspettative dell’osservatore. Quindi noi possiamo influenzare le onde di probabilità determinando così il verificarsi di un evento. Possiamo quindi determinare la realtà in funzione delle nostre aspettative.
La Coscienza sembra essere lo schermo su cui si rappresenta tutto quanto avviene nell’universo.
In definitiva, in base a quanto suggerisce la meccanica quantistica, gli “oggetti quantistici” che sono alla base della struttura che compone il nostro mondo ordinario (e sicuramente anche tutte le altre dimensioni), si trovano in stati che non sono definiti oggettivamente ma vengono definiti dall’osservazione del soggetto che li crea e li percepisce.
Sembra, pertanto, che ogni coscienza abbia la capacità di creare la propria realtà attingendo da un infinito serbatoio di "condizioni probabilistiche".
Lo stato oggettivo dell’universo relativo alla dimensione spazio-termporale in cui si svolge la rappresentazione delle nostre vite, sembra essere sostenuto dall’interazione di tutte le coscienze che lo creano in base alle proprie scelte esperienziali (non parlo solo di coscienza umana, ma di coscienza in generale, riferita quindi ad ogni essere dotato di consapevolezza).
Tale concetto di base viene altresì ad essere estensibile a infiniti altri stati dimensionali.
Alla luce di tutto ciò si potrebbe asserire che l’Esistenza, quale proiezione di manifestazioni a livello cosciente, è infinita e illimitata.
Forse non esistono limiti alle capacità percettive e creative della coscienza. I nostri limiti sono creati solo dalle nostre convinzioni a livello mentale (la nostra consapevolezza acquisisce la maggior parte dei dati sul piano material-razionale ed è guidata e ridotta dalla limitatezza del nostro stato mentale).
A ragione di ciò mi è capitato, durante i sogni lucidi, di considerare che il “tessuto percettivo” di base che formava la struttura del sogno non differiva minimamente da quello che forma la struttura della mia realtà ordinaria. In parole povere, l’ambiente del sogno appariva ai miei sensi onirici con le stesse caratteristiche e la stessa consistenza del mondo “reale”.
Anche durante le OBE gli ambienti in cui avvengono le esperienze, sembrano acquisire caratteristiche strutturali corrispondenti allo stato “vibrazionale” in cui si sperimenta l’esperienza.
L’esperienza dell’esistenza, sia che avvenga in uno stato di consapevolezza ordinario che in stati straordinari, è un fatto puramente soggettivo determinato dalla capacità percettiva del soggetto che sperimenta.
Tale capacità percettiva sembra essere proporzionale al proprio grado di evoluzione interiore.
Quindi, l’unica realtà assoluta che ognuno di noi può asserire di possedere è la certezza di esistere in quanto coscienza. Tutto quello che percepiamo potrebbe essere posto entro confini di realtà di esistenza assolutamente non determinabili oggettivamente.
Io sono certa che tutte le risposte che cerchiamo per dare un senso alle nostre vite sono dentro di noi. Merita continuare la ricerca e chissà, forse un giorno le troveremo.

[abbracci]


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