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QUELLI DEL CICAP CHIAMANO PAZZI ANCHE NOI....

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2005 02:51
26/02/2005 13:10
 
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Depersonalizzazione
Ho riaperto questa discussione perchè ho letto una cosa veramente inquietante.
Stavo cercando su internet informazioni sulla "depersonalizzazione" perchè è da un po' che mi interessa
capire i punti di contatto tra questa patologia e le oobe, ma soprattutto gli elementi di differenza.
Fino ad ora ho sempre visto i due fenomeni come cose del tutto diverse.

Ieri leggendo un articolo su un sito di psicologia sono rimasta molto colpita: tra i sintomi della depersonalizzazione è citato
il fatto di farsi continuamente domande sulla vita e sulla morte, sull'infinito... Rendiamoci conto! Per loro è patologico
porsi simili domande! Poco importa se questi sono i temi sui quali da sempre l'uomo si è interrogato. Nella nostra società
la morte è il grande elemento rimosso, e chi ci pensa è un disadattato! E' adattato colui che va tutti i giorni a
lavorare, produce e consuma, vive meccanicamente e non si fa domande...

Ma forse la patologia viene vista in quel "continuamente": forse se uno ci pensa ogni tanto va bene, se va in crisi e per
un certo periodo di tempo ci pensa un po' di più è malato. Certo è che gli psicologi che scrivono di depersonalizzazione
fanno riferimento a casi da loro trattati, quindi forse quelle persone che ci pensano continuamente come risposta ottengono
solo qualcuno che dice loro che si tratta di una patologia... e forse nel non trovare risposte più adeguate continuano a pensarci...

Con questo non voglio dire che la depersonalizzazione e le oobe siano la stessa cosa, le differenze sono notevoli e chiare per chiunque abbia sperimentato una obee.
Mi sorge però un interrogativo: non saranno mica due facce di una stessa medaglia?

Ultimamente, per la tesi, sto leggendo molti libri sulle droghe: mi ha colpito molto leggere sulla differenza tra un "bel viaggio" e un "cattivo viaggio" dopo l'assunzione di Lsd.
Tralasciando i giudizi di tipo morale o le considerazioni sulla pericolosità, ecc., cose importantissime ma che in questo contesto non ci interessano, è interessante capire come, cito testualmente (Salvini, Zanellato,2002):

"Dalle alterazioni percettive si passa gradualmente in un'esperienza psicologica molto personale, in cui possono essere sperimentate percezioni visive, olfattive e propriocettive trascendentali, accompagnate da condizioni emotive particolari, per esempio di dilatazione della coscienza di sé, di partecipazione estatica e mistica o di esaltazione onirica dell'immaginazione o anche (nel caso di un cattivo viaggio) da depersonalizzazione, disorganizzazione psicotica, incubi persecutori e intense reazioni di panico."

Cos'è che fa sì che si produca un bel viaggio o un cattivo viaggio?

Continuo a citare: "E' da considerare che l'esperienza di disorientamento piuttosto che l'accesso a un'insolita e distensiva dimensione spazio-temporale, la difficoltà a organizzare il pensiero piuttosto che l'accettazione di forme di pensiero fluenti e libere, l'alterazione della percezione dei colori piuttosto che l'arricchimento cromatico dell'ambiente possono costituire due facce dello stesso stato cognitivo e percettivo. Il tipo di esperienza emotiva e i contenuti allucinatori risentono di molti elementi, tra cui le precedenti esperienze, la disposizione personale, l'atteggiamento e le aspettative, la cornice culturale di riferimento, le suggestioni e l'influenzamento di altre persone, o di una guida, unitamente all'entità della dose, agli stimoli percettivi e all'atmosfera affettiva".

Insomma, avrete già capito perchè ho fatto questo salto tematico!

Mi sorge il dubbio che chi sperimenta un fenomeno di depersonalizzazione abbia intravisto una piccola breccia nel mondo dell'apparenza, si sia reso conto, anche se per poco, di matrix...

E infatti quand'è che iniziano ad insorgere i fenomeni di depersonalizzazione? Dopo eventi traumatici(incidenti gravi, interventi chirurgici, aggressioni), o durante episodi depressivi(e in fondo la depressione non è un po' un fare un bilancio della propria vita, anche se in modo per nulla obbiettivo?).

E perchè queste persone non sperimentano delle oobe, ma solamente delle condizioni spiacevoli di non riconoscimento di se stessi, di non percezione del proprio corpo, ecc.?
Forse per gli stessi motivi per i quali alcuni consumatori di Lsd sperimentano dei cattivi viaggi:appunto la loro personalità, i loro riferimenti culturali, l'influenzamento di altre persone, ecc.

Forse i collegamenti che ho fatto sono un po' azzardati. Però formulare delle ipotesi, anche se sbagliate, può essere uno stimolo per nuove riflessioni.
Ma voi che cosa ne pensate di questo trip mentale [SM=g27824] che mi son fatta? E' solo un bad trip?[SM=g27828]

P.s. L'articolo in questione lo trovate su www.ilmiopsicologo.it
(un nome un programma!), nella sezione disagio psicologico, articoli.






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