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Carlo ha centrato uno dei punti fondamentali: siamo schiavi delle nostre abitudini, che certo aiutano a
"vivere più facilmente", ma ci impediscono di vedere chiaro ciò che abbiamo dinnanzi e intorno a noi.
Queste abitudini, questi schemi comportamentali, questi filtri inconsapevolmente autoimposti, continuano a
sopravvivere anche quando iniziamo a sognare, di modo che la sola idea della ricerca della consapevolezza
in sogno/astrale o che dir si voglia, diventa alquanto ridicola e insensata in presenza dei suddetti.
Penso che esista un solo risveglio, e dunque risvegliandoci qui saremo liberi anche lì.
Unico modo per liberarci diventa quindi la presenza totale al momento presente. Ma ottenere questo non è
né semplice, né indolore, né istantaneo. Si tratterà molto probabilmente di un viaggio che non avrà mai
fine, un lungo processo di purificazione, una caccia spietata a sé stessi e ai propri demoni interiori, al
proprio Satana. E' quella fase che in termini castanediani è detta arte dell'agguato, ma conosciuta anche
come morte alchemica, putrefactio, nigredo, destrutturazione dell'ego e con mille altri nomi. Da secoli, o
meglio da millenni, tutte le culture del mondo o quasi hanno toccato l'argomento.
A drew, a proposito della sua ricerca della domanda: mi hai ricordato due film:
Uno è Guida galattica per autostoppisti,
l'altro è Matrix
A sirlarim, hai ragione, dobbiamo avere una mente flessibile, che sia capace di astrarre e pragmatizzare,
che sappia vedere lontano.
Mi scuso in anticipo se ho scritto castronerie, ma è mezzanotte e mezza e muoio di sonno!
Inoltre, devo ammettere che è stato difficile mettere per iscritto i miei pensieri in questo post come in
questa discussione in generale, abituato come sono ad affrontare i problemi a piccoli sorsi e non nella
loro interezza. |