Non mi piace dire che tutto sia soggettivo, è superficiale come cosa.
Cogito ergo sum, questa almeno è una sicurezza.
Poi, al di là del discorso emotivo che secondo la mia modesta opinione poco tange, credo che esistano due modi di interpretare la realtà.
Il primo è quello qualitativo che mira a capire la natura ultima (o prima) delle cose: religione, filosofia e in generale tutte quelle dottrine che con ogni probabilità speculano a vuoto su idee e concetti, per l'appunto, soggettivi e che hanno un valore relativo e sempre opinabile.
Poi c'è l'approccio quantitativo che mira ad esaminare le cose (quantità) della realtà quando interagiscono l'una con l'altra, cioè i fenomeni universalmente osservabili da tutti, ed è basato sulla scienza oggettiva per eccellenza, cioè la matematica: questa è la base del pensiero scientifico moderno.
Mi dirà qualcuno: ma le teorie scientifiche non sono anch'esse opinabili e discutibili?
Certo, ma fino ad un certo punto.
Chi si sognerebbe di mettere in discussione la legge di gravità, oppure che la Terra è sferica? Che argomento potreste portare contro la certezza che 2 mele + 2 mele = 4 mele?
Che poi la realtà ha un fondo di soggettività per cui magari c'è una sorta di genio maligno che ci convince di emerite idiozie, beh, questo non possiamo saperlo, ma nemmeno ha senso scervellarci in tal senso.
Con questo non voglio togliere nulla né all'esperienza del VA, che anzi io apprezzo e continuo a vivere, né alle modestissime opinioni di chi prima di me si è espresso con tanta voglia di interpretare il cuore degli altri
Out of business.