nell'attesa, se può esservi utile e non l'avete già letto vi posto questo estratto... una piccola correlazione tra simbolismo alchemia e il segno della Vergine.
L’opera alchemica ha a che fare specialmente con il segno della Vergine, perché il termine chiave indicante operare, lavorare = Laassot, è il senso del segno della Vergine. Abbiamo visto come questo termine indichi l’opera di rettificazione del mondo materiale. In generale la Vergine rappresenta la capacità di impregnarsi, di impregnare se stessi, quindi si può dire senza forzare che è il segno
tipico dell’alchimista. La Vergine è il sesto segno, e sei è il numero del lavoro (si vedano i sei giorni lavorativi settimanali), ed è quel “per fare”. Dio aveva creato per fare. Lo scopo vero del lavoro è di conquistare maestria sopra la materia.
Sapete che nel Libro della Formazione ogni lettera ebraica ha un segno zodiacale, e la lettera del segno della Vergine è la Yud, che vale 10. Quindi, tramite il lavoro paziente del 6, applicato, continuo, costante, anzi addirittura pedante (il lavoro va fatto anche su sè stessi), si arriva al 10, che è la completezza, alla Yud. La Yud è la più piccola di tutte le lettere, è quindi la più concentrata. Essa rappresenta il più piccolo mattone che viene usato per costruire l’universo. La Yud è il gravitone, la particella che trasmette la forza di gravità, così faticosamente ricercata dagli scienziati, senza però trovarla. I gravitoni sono tante piccole Yud che permeano l’universo, dei punti senza dimensione. Questo è il segreto della Yud, è la più piccola particella in termini di massa, ed è il più piccolo quanto in termini di energia.
Nello Zodiaco, la Vergine è associata al numero 150, perché ci sono 150 gradi dall’inizio dello zodiaco fino all’inizio del segno della Vergine. In Cabalà 150 è il numero della materia prima. La Vergine rappresenta la Grande Madre, la Madre Cosmica, la generatrice dell’universo. 150 innanzitutto è il valore numerico di Ken=nido, il nido dove sta l’uccello che è il Messia. 150 è il numero della Shekhinah, la componente femminile di Dio, la forza femminile che sostiene l’universo. 150 è anche la parola Kium, che significa ciò che sostiene, ciò che da vita. La Shekhinah è la più alta manifestazione dell’archetipo della Vergine, è la parte femminile di Dio che si è esiliata nella materia. E il lavoro dell’alchimista consiste nel ricercare e nel liberare tale componente. Sono le scintille di luce che, al momento della distruzione dei recipienti, sono cadute nei luoghi più bassi. Da un lato la Shekhinà è spirituale, dall’altro è anche materiale, ed è per questo che essa può essere contenuta dalla parte più piccola della materia, il gravitone. La Shekhinah è la forza che anima la creazione, una forza divina. Dalla sua condizione di esilio, tutto sommato, essa sostiene l’universo.
C’è un fenomeno molto bello che ha a che fare col numero 150. Secondo lo Zohar, tutti i vari metalli, elementi e sostanze presenti sul nostro pianeta, derivano da mescolanze diverse dei quattro elementi fondamentali Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Riunendosi in modi diversi, questi quattro elementi hanno formato tutto ciò che esiste. Prendiamo l’acqua, qual è l’elemento chimico più importante nell’acqua? L’idrogeno, il cui peso atomico è 1. Prendiamo l’aria, qual è l’elemento più importante dell’aria? È l’ossigeno, poiché è l’ossigeno che dà all’aria la sua vitalità. Anche se nell’atmosfera c’è più Azoto che Ossigeno, l’azoto è neutro nell’aria. Qual è il numero atomico dell’ossigeno? 8.
Prendiamo la Terra, qual è l’elemento vitale nella terra? È l’azoto, infatti, per concimare la terra, per renderla più fertile, vi si mettono dentro dei composti azotati.
Qual è il numero atomico dell’azoto? 7. Rimane il Fuoco, qual è l’elemento più importante per il fuoco? È il carbonio, il cui numero atomico è 6. Un’osservazione collaterale: il diamante è carbonio puro. Visto che abbiamo accentato alle pietre del pettorale del Gran Sacerdote, la sesta dell’ordine è lo YALOM, che è il diamante. Proprio la sesta pietra, quella che corrisponde alla Vergine, che è il sesto segno dello zodiaco, ed il numero atomico del carbonio è 6. Non sono coincidenze.
In definitiva, abbiamo questi quattro numeri:
1 - Idrogeno - Acqua
6 - Carbonio - Fuoco
7 - Azoto - Terra
8 - Ossigeno - Aria
sommandoli otteniamo 22, il numero totale delle lettere ebraiche. Secondo la Torà, Dio ha creato il mondo con le ventidue lettere dell’Alfabeto ebraico.
C’è un altro sistema in Cabalà per capire certi numeri ottenuti sommandone altri, ed è quello di sommare anche i quadrati dei singoli numeri. Facciamo il calcolo:
12 = 1
62 = 36
72 = 49
82 = 64
1 + 36 + 49 + 64 = 150
siamo ritornati a 150, il numero della Shekhinah, il numero della materia prima, che è la somma delle potenzialità contenute nei quattro elementi base del creato.
Un’altra prova che lega il numero 150 alla Shekhinah si trova nel fatto che ci sono 150 salmi di Davide. Il Re Davide è il personaggio biblico collegato alla sefirah di Malkhut, il Regno. Davide ha composto 150 salmi, e Malkhut è la Shekhinah. Inoltre, Malkhut corrisponde anche alla bocca, nel corpo fisico, e Davide è il poeta per eccellenza di tutta la Torà. Non solo, c’è tutto un poema del Re Salomone dedicato alla Shekhinah:
Eshet Chail = Una Donna di Valore, ed è l’ultimo capitolo del libro dei Proverbi. Sono ventidue versi, in ordine alfabetico. Ognuno di essi inizia con una lettera dell’alfabeto
ebraico. In tutto questo brano ci sono esattamente 150 parole, che descrivono le doti della donna perfetta, che è la Shekhinah. Sono anche le doti della prima materia perfetta.
La materia è perfetta quando è PRIMA. Prima non significa grezza. Quando però la materia si diversifica e si differenzia nei suoi molteplici aspetti, essa si umilia, ed entra nel suo stato di esilio, disorganizzato. Tuttavia essa contiene sempre in sè tutta questa completezza perfetta del 150, contiene i quatto elementi al quadrato, cioè la loro espressione più piena e più bella. Ed è questo il NIDO in cui vive l’anima del Messia.
Vedete quindi l’importanza del rapporto tra Materia e Spirito: la materia è il nido che sostiene l’anima del Messia La Shekhinah è dunque quella parte di Dio che si è materializzata, che è diventata il nido di un’altra parte di Dio: quella che è rimasta trascendente.
E così l’alchimia consiste nel liberare la Vergine dalla prigione, dalla materia disorganizzata e separata dallo spirito. In questa prigione la Vergine è guardata da un dragone che si chiama in ebraico DRAKON, il cui valore numerico è 360, come i gradi di un cerchio. Il cerchio zodiacale può diventare un circolo chiuso che isola e blocca la consapevolezza. Che cos’è allora la Shekhinah, se seguiamo questa metafora? Essa è la totalità della Presenza divina nella materia, una presenza che è però sigillata, nascosta.
La parola SIGILLATO, in ebraico NAHAL, vale anch’essa 150. Essa è in uno stato di sottomissione, e la parola sottomissione, in ebraico AKHNA’A, anch’essa vale 150.
Quindi la materia è il luogo dove la Divinità si è sottomessa di più, si è auto limitata maggiormente, ha perso la sua libertà di scelta e di azione, si è assoggettata a delle regole che sono poi le regole del mondo della natura.
Da tutto ciò impariamo che anche noi dobbiamo assoggettarci a delle regole.
Così come lo Spirito si è assoggettato a delle regole, per creare il mondo, anche la nostra fisicalità si deve assoggettare a delle regole spirituali, se vogliamo rettificarlo.
Come in alto così in basso, e, Come è in basso così in alto. L’Alchimia consiste nel rivelare la Presenza divina nella materia, anche in quella più semplice e basilare. E, dopo averla rivelata, l’alchimia consiste nello sposarla. Dopo che avete liberato la principessa, la portate a casa non la mettete mica in un quadro per guardarla, bensì la sposate. Ecco è il simbolismo delle nozze, del banchetto nuziale. Anche nello Zohar viene ripreso con grande frequenza il concetto della Regina che si adorna, della Matrona
che si appresta ad andare a nozze. Qui c’è tutto il discorso di come, dalla materia grezza, informe, si possano ottenere delle cose preziose. La tendenza, presente in natura, di abbellirsi, di mostrare le cose più belle, è il riflesso della sua Divinità implicita e
dormiente. Che cosa hanno di speciale i metalli e le pietre preziose? In questo mondo dominato dall’entropia, metalli e pietre preziose sono degli stati altamente organizzati, e quindi anti-entropici.
[Modificato da deinfinito 01/07/2014 13:34]