Re:
Maila1, 04/08/2011 15.59:
ahhaah,sapevo che avresti puntualizzato...
ahahahhaahaha, minchia, se i miei amici leggessero queste tue parole, quante me ne direbbero...
Maila1, 04/08/2011 15.59:
Platone,ti chiedo :tu credi che i pensieri stiano ad uno stato più profondo delle emozioni?
Il pensiero possiamo gestirlo,imporcelo,possiamo guidarlo,può non riflettere il nostro "inside".
Ma l'emozione,possiede tutta l'essenza del nostro essere.E' ciò che ci dice cosa (e come) in quel momento davvero ci agita l'anima.
Quindi se mi leggi il pensiero,posso mentirti,volendo.Se mi leggi l'emozione che provo,no.
Al di là di sotto dell'emozione,di noi,non resta più nulla.
Tutto giusto, tutto corretto, o meglio: tutto condivisibile.
Ma non sono d'accordo con l'implicazione che, tacitamente, fai: dato che le emozioni stanno ad uno stato più profondo dei pensieri allora è più facile "leggere" questi ultimi piuttosto che le prime.
Forse proprio perchè più vere, meno manipolabili e controllabili, o semplicemente perchè per costituzione hanno una "forma" diversa, ma ritengo decisamente più facile "leggere" le emozioni che i pensieri.
Se incontro una persona che non ho mai visto alla fermata del'autobus, per dire, categoricamente non avrei la più pallida idea di cosa possa pensare in quel momento; ma
forse (un forse grande quanto una casa), potrei riuscire a "leggere" cosa prova.
E più in generale, io mi sento in empatia con poche persone, ma con nessuna posso dire di essere in telepatia...