Scritto da: andrea997 18/04/2007 10.26
guardare il sole fa male, non ci sono dubbi in proposito è così e così rimarrà, l'esposizione della retina al sole non fa altro che sforzarla..
Consentimi di dissentire in parte... per esperienza diretta ti assicuro che guardare il sole direttamente per qualche secondo (in genere lo faccio per una trentina di secondi al giorno... quando c'è) non fa affatto male, da quando lo faccio la mia vista è migliorata.
Premetto che ho passato l'intero agosto scorso accostandomi pian piano a questo metodo in quanto inizialmenet non riuscivo a sostenere lo sguardo sul sole nemmeno per mezzo secondo.
Giorno dopo giorno, guardandolo prima per diverso tempo con le palpebre chiuse e poi cominciando a tenerle aperte per brevi intervalli sono riuscito a giungere al risultato di guardarlo direttamente senza soffrirne minimamente.. a settembre, al ritorno in città, mi sono dovuto rimettere gli occhiali per l'obbligo di guida con lenti e mi sono accorto che mi davano fastidio; quando sono andato a fare il controllo mi èstato detto che il mio astigmatismo (che era lieve) mi era del tutto passato. Con questo non voglio dire che sia merito del sole (l'ottico mi ha detto che l'astigmatismo è una malattia strana che a volte può sparire, gli è già successo con altri pazienti) però voglio fare capire che dopo un mese di esercizi con il sole la mia vista non era affatto peggiorata, anzi...
Guardando su internet ho trovato questo libro che parla della luce solare, non l'ho preso perchè ho letto altri libri in lingua inglese che ne parlano, comunque se a qualcuno interessa faccio un pò di copia e incolla dal sito in cui l'ho trovato.
"LA LUCE CHE CURA"
Di Fabio Marchesi
L'evoluzione dell'uomo, durata milioni di anni, è avvenuta alla luce del Sole. L'essere umano è progettato dalla natura per "funzionare" alla luce del Sole.
Nel 1860 Joseph Swan, facendo passare una corrente elettrica attraverso sottili filamenti di carbonio riuscì a produrre, anche se per tempi brevi, una luce intensa. Fu nel 1879 che Swan ed Edison riuscirono ad estendere la durata a diverse centinaia di ore. Con il brevetto di Edison n.223,898 del 1880 ebbe inizio una nuova era: quella dell'illuminazione artificiale. L'illuminazione artificiale ha reso l'uomo indipendente dalla luce solare, una conquista tecnologica che ha dato immensi benefici in termini di produttività, individuale e collettiva. In realtà vi sono innumerevoli rigorose ricerche scientifiche, perlopiù sconosciute, che hanno dimostrato come la profonda diversità nelle caratteristiche dello spettro di emissione delle convenzionali sorgenti per illuminazione artificiale, rispetto la luce Solare, abbia effetti devastanti sulla salute di qualsiasi essere vivente.
Dal brevetto di Edison l'industria illuminotecnica ha fatto enormi progressi tal punto di vista tecnologico, dell'efficienza, del design, progressi che non hanno però mai considerato gli effetti della luce sulla salute dell'organismo umano. Lo stile di vita dell'uomo è negli ultimi decenni cambiato profondamente, vive perlopiù in ambienti chiusi illuminati artificialmente, anche nelle ore diurne. Il risultato è che le caratteristiche dello spettro di frequenze a cui l'organismo umano è quotidianamente esposto è radicalmente cambiato con effetti sulla sua salute tanto insospettabili quanto deleteri.
La luce artificiale è fantastica per permettere di vedere al buio, ma per l'essere umano la Luce, la sua qualità e caratteristiche, è ampiamente dimostrato avere un ruolo di assoluta importanza non solo per vedere, ma anche nel regolare e permettere delicati meccanismi fisiologici, endocrini, immunitari, metabolici che sono alla base della sua salute, efficienza, vitalità e stabilità emotiva.
La assurda e paradossale messa al bando e conseguente eliminazione della componente ultravioletta dallo spettro di emissione delle sorgenti artificiali ha rappresentato, infine, un definitivo "colpo di grazia" per la salute pubblica.
Sono ormai entrati a far parte del senso comune i concetti, profondamente errati, che la luce ultravioletta sia nociva e la luce Solare un "pericolo" da cui doversi proteggere. Il risultato non è solo quello di una popolazione che vive nel benessere ma "inspiegabilmente" infelice, spesso in soprappeso ed esposta a qualsiasi tipo di sintomo o patologia perché divenuta estremamente debole di salute, ma anche quello di una popolazione grande consumatrice di farmaci, nel rispetto della logica "consumistica" che caratterizza la nostra epoca. Può apparire una esagerazione, ma al fine della salute, efficienza e vitalità fisica, la qualità della luce a cui ogni essere vivente si espone è più importante anche della qualità del cibo di cui si nutre.
La cosa ancor più sorprendente è che le ricerche scientifiche, spesso rigorosissime, che hanno dimostrato sia gli effetti terapeutici della luce naturale e ultravioletta, che gli effetti nocivi della sua mancata regolare esposizione, sono tanto numerose quanto sconosciute non solo alla popolazione ma, soprattutto alla classe medica.
Una attenta valutazione della bibliografia scientifica relativa, ad esempio, agli effetti della luce ultravioletta presente naturalmente nella luce Solare rivela infatti, non solo che l'essere umano ha bisogno di una regolare e quotidiana esposizione alla luce ultravioletta ma che la sua assenza è correlata ad una serie di disturbi e problematiche assolutamente insospettabili nei riguardi delle quali la medicina moderna ha offerto una gamma di soluzioni di tipo farmacologico.
La regolare esposizione alla luce naturale ed ultravioletta consente una naturale e fisiologica riduzione dei valori di colesterolo ematico che viene, proprio grazie alla luce UVB, convertito in ormoni quali testosterone, ormone della crescita e vitamina D.
Non è un caso che i valori medi di testosterone considerati normali nel maschio adulto si sono ridotti, negli ultimi quarant'anni, con effetti negativi anche sulla capacità riproduttiva del maschi.
Un importante studio pubblicato nel 1998 su "nature" (Weber G.W. et al, 391, 1998) durato circa 10 anni e condotto su oltre 500.000 persone ha dimostrato inoltre una evidente relazione tra la data di nascita e l'altezza raggiunta da adulti. Maggiore è l'esposizione alla luce naturale con UVB nell'ultimo periodo di gravidanza e del neonato nei primi mesi di vita, maggiore sarà la sua altezza da adulto grazie alla maggiore secrezione di HGH (Human Grow Hormon) in una fase particolarmente importante dello sviluppo.
Numerosi studi condotti su bambini in scuole elementari hanno inoltre dimostrato, nelle aule in cui la tradizionale illuminazione fluorescente è stata sostituita con illuminazione ad ampio spettro con sorgenti aggiuntive di UV, un migliore rendimento scolastico, minori assenza per malattia, minori comportamenti aggressivi, migliore crescita e sviluppo e minore incidenza di carie dentali. Nel libro "La luce che Cura" (tecniche nuove) descrivo, con numerosissimi riferimenti bibliografici, gli effetti più evidenti della luce naturale.
Nel 1903, prima che la farmacologia ottenesse lo "strapotere" nella "gestione" della malattia, il prof. Finsen ottenne il premio Nobel per aver scoperto nella luce ultravioletta la terapia più efficace contro la tubercolosi. Nella città russa di Murmarsk, i bambini vengono esposti a quotidiane esposizioni a lampade a luce ultravioletta.
Una delle proprietà riconosciute della luce ultravioletta è, inoltre, l'azione battericida. Non è un caso che sorgenti di luce ultravioletta vengano utilizzate nell'allevamento di animali per ridurne la mortalità per malattia. Uno degli effetti dell'aver eliminato la componente ultravioletta dallo spettro di emissione delle sorgenti di luce artificiale destinate all'uomo è anche quello di permettere e favorire la proliferazione e la diffusione per via aerea di virus e batteri negli ambienti chiusi e locali pubblici illuminati artificialmente.
L'illuminazione artificiale, in particolare quella fluorescente (al "neon") indebolisce invece il sistema immunitario, altera i ritmi biologici, lo stato emotivo, i sistemi metabolico ed endocrino, aumentala la sintesi di ACTH e cortisolo ormoni coinvolti nello "stress". Un importante lavoro pubblicato nel 1982 su Lancet (Beral V. et al., Aug 7, 1982) ha dimostrato una maggiore incidenza di tumori tra chi è esposto alla luce artificiale rispetto chi è esposto alla luce solare. Molti altri studi, anch'essi "sconosciuti", hanno dimostrato che l'esposizione alla luce solare riduce il rischio di mortalità per tumori, non solo di quelli della pelle. Le stesse mappe della distribuzione geografica dell'incidenza di tumori nelle popolazioni, pubblicate dal CNR, evidenziano una tanto maggiore incidenza quanto più ci si allontana dall'equatore evidenziando l'evidente relazione : - Sole = + Tumori. (non solo di quelli della pelle…)
[Modificato da andrea997 18/04/2007 13.58]