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La strage degli innocenti

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2006 14:24
18/05/2006 17:59
 
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Infanzia: 2 milioni di bambini muoiono entro 24 ore
Save the Children denuncia la strage degli innocenti che avviene ogni anno nei Paesi poveri. Per impedirla, basterebbero piccole precauzioni, che però non vengono prese Ogni anno, due milioni di persone non raggiungono le 24 ore di vita. Uno scandalo alla luce del Sole, gigantesco, che riguarda soprattutto i Paesi poveri del pianeta.

E’ la denuncia di Save the Children, l’organizzazione umanitaria che si occupa d’infanzia, nel suo Rapporto sullo stato delle madri nel mondo.
Le cifre sono aghiaccianti: un altro milione di bambini muore tra il secondo e il settimo giorno di vita, ancora un altro milione tra la seconda e la quarta settimana. In tutto, un "popolo" di 4 milioni di bambini, pari alla popolazione della Svizzera, che muore senza aver raggiunto il mese di vita. La strage è dovuta all’incuria sanitaria in cui versano decine di Paesi nel Sud del mondo: "Solo un piccolissimo numero di neonati nei paesi poveri riceve cure e assistenza appropriate durante questo periodo così delicato - spiega la direttrice dei programmi di Save the Children - . Semplici precauzioni e misure sanitarie che da noi diamo per scontate -prosegue- possono fare la differenza fra la vita e la morte per questi bambini". Semplici precauzioni, che però non vengono prese.

Vi sono a tuo avviso responsabilità? In caso affermativo, da parte di chi? E' possibile fare qualcosa? Cosa, come, quando?
19/05/2006 17:19
 
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Ciao, U.
Responsabilità ce ne sono sempre, quando accadono cose così tragiche.
Potrei puntare il dito contro il capitalismo, la situazione economica e politica mondiale, i paesi ricchi che sfruttano il 3° mondo, il debito estero che non vogliamo cancellare, le multinazionali che sfruttano i territori e il lavoro sottopagato, amplificando la povertà di quelle che non sono viste come persone, ma solo come limoni da spremere.
Potrei, ma sarebbe troppo facile. E troppo ipocrita. Se il mondo va male è anche colpa di chi non fa nulla per migliorarlo.
E’ chiaro che le responsabilità maggiori sono dei governanti, ma vorrei comunque sottolineare che tutti noi possiamo fare qualcosa, seppur nel nostro piccolo.
Allora, cominciamo dal nostro piccolo.

Le multinazionali sfruttano il territorio e i lavoranti? O peggio, inviano merci scadute nei Paesi poveri perché lì le pagano poco, o addirittura per farsi belli con le associazioni di aiuti umanitari? (sapevate che la Nestlè ha ucciso 150000 bambini africani col latte in polvere scaduto da MESI, DONATO ad un’organizzazione umanitaria?) Noi non compriamo più le loro merci! Come per il post di Gio contro la Coca Cola…
Compriamo invece le merci di aziende che seguono principi diversi (la Coop, Clarins, i vari Altromercato e cooperative per il commercio equo e solidale, Body Shop, Lush… ce ne sono quante ne volete). In alcuni casi, come per i prodotti Coop, non è nemmeno necessario spendere di più per comprare merci ecocompatibili, prodotte senza sfruttamento della manovalanza povera (o del lavoro minorile), senza contenuti transgenici, senza test sugli animali, senza offendere il protocollo di Kyoto.

I governi non aiutano i Paesi poveri? Urliamo loro che devono farlo.
Come?
Collaborando con le associazioni che aiutano i Paesi poveri.
Anche di queste ce ne sono quante ne volete, e i tipi di collaborazione sono infiniti.
Chi ha possibilità economiche le può sostenere con aiuti a distanza, adozioni o sostegni periodici (non si sostengono solo i bambini, ma anche i progetti). Chi non ha soldi può donare il suo tempo, facendo volontariato, occupandosi di raccolte per aiuti alimentari, raccolte di abiti usati, di firme, di quello che vuoi.

“Tutto ciò che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno” (Madre Teresa di Calcutta).

Non sottovalutate mai l’importanza del singolo. Tanti singoli insieme possono veramente cambiare qualcosa!
16/06/2006 14:24
 
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Un flebile segnale

Dal Corriere della Sera, 6 giugno 2006

"Volo low cost da Roma a Londra per Blair

Una scelta di austerità che risponde alle polemiche suscitate dall'utilizzo in passato degli aerei della flotta della regina anche per visite private. Se per l'ultima vacanza italiana il costo del viaggio a carico dei contribuenti di Sua Maestà era stato stimato in 16mila sterline, stavolta la delegazione di Blair se l'è cavata con biglietti da 49 sterline cadauno, circa 71 euro"

Un segnale, una goccia nel mare, non l'unica o la principale strada, tantomeno la panacea. Comunque le risorse non sperperate possono essere utilizzate. In che modo?
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