Chi giudica un uomo dai suoi gesti
è come chi giudica la qualità di un vino
dalla forma della bottiglia.
Non è l'azione che conta, non sono le opere buone che contano, come dice la Chiesa... Conta la nostra vera natura! Le azioni semplicemente trasformano in meglio il nostro intimo ma non vi fermate ad esse.
Esempio. C'è un uomo che ruba una macchina. Se ruba viene considerato da tutti, me incluso, un ladro. Ma se non avesse rubato la macchina, per quanto tempo sarebbe stato ladro? Perché in effetti se uno finirebbe per rubare tranquillamente, ha del ladro dentro di sé anche prima che il gesto si concretizzi.
Non conta ciò che uno fa, perché qualunque cosa facciamo può essere anche discorde dal nostro vero essere, posso fare l'elemosina e chiamarmi Adolf Hitler. Non conta nemmeno se uno finge di commuoversi davanti a una scena dolorosa; non conta nemmeno ciò che uno pensa, perché possiamo autoeducarci a pensare cose positive. Insomma, potremmmo essere
lupi in veste di pecore, quindi, conta ciò che siamo veramente, ciò che è dentro di noi nel profondo e che condiziona il nostro comportamento.
(Non voglio svalutare chi si impegna ad essere una brava persona, anzi, Dio li benedica perché ogni sforzo SINCERO è utile e dà i suoi frutti, ma non possiamo nemmeno essere giudicati per ciò che noi non siamo, e cioè i nostri pensieri, sentimenti, azioni, perché essi possono essere spinti anche da motivazioni ipocrite. Quindi non guardate l'apparenza!)
Conta la nostra Vera Natura, la nostra Coscienza, il nostro Sentire (il corpo akasico, insomma), che condiziona i nostri pensieri-emozioni-azioni e che a sua volta è condizionato dai nostri pensieri-emozioni-azioni.
Non esiste la "categoria dei suicidi". Ogni suicida può avere un destino diverso da un altro. Quindi, non possiamo dire "che fine fa un suicida?" perché bisogna vedere l'intimo di quella singola persona, la sua condizione, le sue motivazioni... Se uno si ammazza, è sempre spinto da una gravissima situazione che ormai non può cambiare o non ha la forza di cambiare. Che colpa ne ha? È una persona debole. Come tutti. Dio ha pietà dei deboli e li rende forti.
Abbiate fede in Dio, non nella Divina Commedia:
Dante è un poeta, non un Maestro.
[abbracci]
PS:
Scritto da: BlueCap 07/05/2006 17.53
se uno finirebbe per rubare
Non ho sbagliato il congiuntivo!
[Modificato da BlueCap 07/05/2006 17.56]
"Il cucchiaio non esiste."