Srivendo il mio diario personale qui nelle pagine del forum, mi è capitato di pensare una cosa...
Quando da piccolo mi capitava di "vedere" qualcosa che "i grandi" non vedevano o drasticamente dicevano che non esisteva niente del genere (vedi il mio diario), sentivo di temere quelle "cose" e quindi ne avevo paura. Però continuavo a vederle.
Da qualche parte ho letto che fino ad una certa età ci è permesso vedere cose straordinarie ma che poi l'angelo custode, ponendo l'indice sulle nostre labbra, ci induca il silenzio su quelle cose viste, lasciandoci come segno del suo passaggio la fossetta che abbiamo al centro del labbro superiore...
Mi domando questo: com'è che da piccoli si poteva sperimentare esperienze fuori dal comune anche se avevamo paura di esse, mentre adesso la paura è un muro invalicabile, capace di bloccare la migliore delle intenzioni di voler tornare a "vedere" e sperimentare quello che già da piccoli sapevamo esistere realmente.
Da piccoli la paura ci spingeva oltre, in noi destava la voglia tremante di voler rivivere ancora quella esperienza e ora...ci blocca!
Non è che nei meandri dei nostri ricordi, abbiamo già visto a suo tempo quel qualcosa che ci convinse di non tentare mai più?
C0m'è che la nostra più grande volontà di rivivere tali esperienze rimbalza su quel muro? E' la paura o siamo in errore?
Di solito si ha più paura delle cose che non vediamo, come nei film horror. Meno si vede e più pensiamo "chi c'è lì dietro?".
Allora è la paura che ci ferma (Vedere meno) o è qualcos'altro che ci blocca, come il sapere già?
A presto.
"La domanda è il chiodo fisso"