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La Paura Del Non Vedere

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2005 00:28
22/01/2005 02:38
 
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Srivendo il mio diario personale qui nelle pagine del forum, mi è capitato di pensare una cosa...

Quando da piccolo mi capitava di "vedere" qualcosa che "i grandi" non vedevano o drasticamente dicevano che non esisteva niente del genere (vedi il mio diario), sentivo di temere quelle "cose" e quindi ne avevo paura. Però continuavo a vederle.

Da qualche parte ho letto che fino ad una certa età ci è permesso vedere cose straordinarie ma che poi l'angelo custode, ponendo l'indice sulle nostre labbra, ci induca il silenzio su quelle cose viste, lasciandoci come segno del suo passaggio la fossetta che abbiamo al centro del labbro superiore...

Mi domando questo: com'è che da piccoli si poteva sperimentare esperienze fuori dal comune anche se avevamo paura di esse, mentre adesso la paura è un muro invalicabile, capace di bloccare la migliore delle intenzioni di voler tornare a "vedere" e sperimentare quello che già da piccoli sapevamo esistere realmente.

Da piccoli la paura ci spingeva oltre, in noi destava la voglia tremante di voler rivivere ancora quella esperienza e ora...ci blocca!

Non è che nei meandri dei nostri ricordi, abbiamo già visto a suo tempo quel qualcosa che ci convinse di non tentare mai più?

C0m'è che la nostra più grande volontà di rivivere tali esperienze rimbalza su quel muro? E' la paura o siamo in errore?

Di solito si ha più paura delle cose che non vediamo, come nei film horror. Meno si vede e più pensiamo "chi c'è lì dietro?".
Allora è la paura che ci ferma (Vedere meno) o è qualcos'altro che ci blocca, come il sapere già?

A presto.


"La domanda è il chiodo fisso"
22/01/2005 12:08
 
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Quando siamo molto piccoli non abbiamo ancora la capacità di giudicare. Riconosciamo ciò che può essere nocivo ma non siamo ancora così sovrastrutturati, ci troviamo perciò nella condizione ideale per "accogliere", qualsiasi cosa: visioni, percezioni, immagini.
Da adulti, se ad un certo punto della vita abbiamo deciso di crescere in modo consapevole, capiamo di dover in qualche modo percorrere il cammino a ritroso, e non è un'involuzione, dobbiamo disimparare, liberarci di quello che abbiamo accumulato.
Ritornare, dopo la nostra personale crescita, a quello stato di partenza. Ritrovare quella purezza e quella libertà.
E'difficile, perchè significa anche dimenticare se stessi, ciò che siamo diventati, ego e super ego, manie e fobie, desideri.
Caro Morpheus, tu parli della grande volontà di rivivere certe esperienze ma io penso che anche l'atto di volontà possa diventare una coercizione. Se tutto il nostro essere è focalizzato nel VOLERE qualcosa, incentrato e concentrato su questo desiderio, si può creare involontariamente un'azione di disturbo alla percezione, rendendoci meno predisposti ad "accogliere".
un bacio

Luna N.
22/01/2005 13:21
 
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Si Concordo con Luna Noc. il fatto è che crescendo ci poniamo molti limiti da soli in oltre il fatto che i grandi ci dicevano che quel che vedevamo non era reale ci ha in qualche modo modificati, cresciamo vincolati da voci che ci dicono cosa è reale e cosa non lo è ma in realtà cresciamo solo condizionati. Da piccoli non abbiamo ancora creato i nostri blocchi e la nostra criticità quindi siamo veramente liberi sia nella fantasia sia nella concreticità di osservazione. Insomma abbiamo maturato calli molto grossi difficili da togliere. Penso se continui a scavare nei tuoi ricordi e a cercare di demolire le tue convinzioni attuale arriverai a qualche esito positivo... L'affrontare il viaggio astrale gia in se per se è una decisa ribellione a se stessi e al condizionamento sociale, non è semplice crederci e non è semplice crederci nenache quando lo si è fatto veramente. Io stesso specialmente all'inizio ho dovuto combattere con me stesso per non farmi soggiogare dal mio essere critico dopo un'esperienza fuori dal corpo, l'inconscio mi voleva far credere che era stato un sogno o chissà che, ma mi sono pian piano ribellato e le esperienze hanno preso lucidità e sono migliorate moltissimo....

[Modificato da acronimo 22/01/2005 13.26]

05/02/2005 02:47
 
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Modificare la paura
Riprendo anche questa discussione aggiungendo che sono giunto ad una svolta nel percepire la paura.

A volte sento dei dolori alla bocca dello stomaco. Da qui la mia personale paura che l'uscita in astrale potesse in qualche modo nuocermi fisicamente.

Ponendo la mano sulla bocca dello stomaco, in posizione di difesa, e richiedendo aiuto al nostro Padre intimo, devo dire che il dolore sparisce e si supera il blocco troppo spesso creato dalla nostra mente razionale che ci vuole ostacolare.

Quindi, evolvendo, ci rendiamo conto che la paura in generale si risolve nel momento in cui si riesce a tramutarla in sfida con noi stessi. Una volta assimilato e fatto nostro questo atteggiamento (non basta pensarlo o volerlo), il corpo si arrende e la mente razionale anche..

Poi diventa un'abitudine e non ci ricordiamo neanche di averla mai avuta...
A presto.


"La domanda è il chiodo fisso"
05/02/2005 18:37
 
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Caspita, non è la prima volta che sento dire che da piccoli si vedevano cose che i grandi non vedevano... non so se è successo anche a me, ho qualche vaga traccia ma non riesco a definirla.... a questo punto quando avrò dei figli cerchèrò di dar credito alle loro visioni....
06/02/2005 00:28
 
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Memoria a ritroso
Ciao Acronimo,

Hai letto il mio diario? Ti posso assicurare che quello che vedevo da piccolo lo vedevo da sveglio e me lo ricordo bene come se fosse ora e questa visione mi ha accompagnato fino ad oggi senza finire nel dimenticatoio negli anni.

Poi ho altri sprazzi, tipo flash come dici tu, ma non riesco a focalizzare. E anche questi flash me li porto dietro da un bel po'.

Se non mi sbaglio con la meditazione si potrebbe recuperare qualche altro "frame" da aggiungere e comporre un filmato decente dalla nostra memoria ma per ora non mi è riuscito.

Chissà se si può fare con l'ipnosi regressiva che sinceramente un po' mi spaventa.

Non ci credo che non ricordi qualcosa di ben definito...qual'è il primo ricordo valido e comprovato della tua infanzia.

Figurati che io mi ricordo di quando ero in piedi nel lettino "a sbarre" e ancora non parlavo ma tendevo il braccio col bicchierino blu in mano per chiedere l'acqua...[SM=g27823]

A presto
A presto.


"La domanda è il chiodo fisso"
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