È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!


 - PRIMA DI POSTARE CERCA NEL FORUM, CLICCA QUI     - SEI SICURO DI AVER LETTO BENE LE F.A.Q.? CLICCA QUI!!   - RUF: REGOLAMENTO UFFICIALE FORUM, CLICCA QUI
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

I MIEI SOGNI PREMONITORI.... MI DEVO PREOCCUPARE??

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2016 23:04
21/11/2015 12:57
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 16
Registrato il: 10/02/2015
Città: ACCIANO
Età: 38
Sesso: Femminile
Obino
Utente Junior
OFFLINE
Ciao, eccomi di nuovo qua perché proprio questa notte ho fatto un altro sogno che mi ha fatto svegliare con il cuore a mille.
Non so più cosa stiano succedendo ai miei sogni… probabilmente mi sto lasciando influenzare troppo dagli avvenimenti di questi giorni?? Eppure cerco di non guardare troppo la tv e vedere film catastrofici (anzi non mi piacciono neanche) ma è inutile.
Si può dire che ormai non c’è mattina che non tocchi ferro!
Comunque, tralascio la prima parte del sogno (perché riguarda una questione personale).

Ero su un aereo insieme ai miei genitori perchè dovevo andare ad un appuntamento importante (anche se non ricordo quale). Mi stavo arrabbiando con loro per delle cose che si erano dimenticate di fare. Mentre discutevamo vidi uscire dalla cabina di comando un uomo in divisa (dall’uniforme pensai al capitano dell’aereo) dirigersi verso un uomo seduto a due sedili dietro di noi. Non mi girai a guardarlo ma sentivo che era straniero perché parlava a stento l’italiano.
I passeggeri a quella scena iniziarono ad agitarsi ma il comandante, accortosi di ciò, con grande calma e serenità comunicò a tutti di stare tranquilli perché era solo una formalità e poi ritornò ad interrogare il passeggero.
Dopo pochissimo tempo vidi uscire dalla cabina altri due uomini in uniforme, uno andare da un altro passeggero che si trovava dall’altro lato dell’aereo e un altro avvicinarsi di fretta al comandate con dei fogli in mano. A quel punto mi girai per osservare meglio la scena. Vidi il comandante guardare velocemente quei fogli e una fotografia di un uomo di colore (sembrava una foto segnaletica) poi riguardò il passeggero a cui prima aveva rivolto le domande. Era anche lui di colore, di bell'aspetto, portava un completo nero molto elegante. Sembrava calmo e ogni tanto faceva un accenno di sorriso per stemperare gli animi.
Il comandante dopo aver esaminato le carte si rivolse ad un altro passeggero seduto proprio dietro di lui chiedendogli di mostrare un documento di riconoscimento. Era una donna bianca (direi cadaverica) alta e magra. Anche lei di bell'aspetto con capelli corti e neri e portava un completo nero, giacca e pantalone, elegante.
Lei si alzò tranquillamente e mentre fece per prendere i documenti dalla giacca ecco che invece, con uno scatto fulmineo, uscì fuori una pistola e fece fuoco sul comandante e al suo collega freddandoli per poi sparare sugli altri passeggeri! Non era l’unica… altri si erano uniti a lei (non ricordo se anche quell’uomo di colore). In quel momento si scatenò il panico generale.
Io, istintivamente, buttai a terra mia madre dicendole di fingersi morta e di strisciare solo quando glielo avessi detto io. Mio padre invece era tra le prime vittime.
Così iniziammo a strisciare sotto le poltrone e tra i cadaveri. Il mio intento era di arrivare alla coda dell’aereo perché lì c’era un porta nascosta da una tenda. Mentre strisciavo mi accorsi di non avere più dietro mia madre. Iniziai a disperarmi quando improvvisamente sentì qualcuno buttarsi, con tutto il suo peso, sopra di me. Inizialmente pensai a un cadavere ma poi sentì la sua voce. Era un uomo che mi bisbigliò di non aver paura perché mi avrebbe fatto da scudo e di continuare a strisciare.
Feci come disse e ormai mancavano pochi metri per quella porta della salvezza ma, proprio quando pensai di avercela fatta ecco che si parò davanti a noi un altro uomo armato in tuta mimetica e fucili. Iniziò a sparare sulle persone che cercavano di fuggire. Il suo volto era eccitato e divertito.
Per un attimo pensai che non si fosse accorto di noi mi sbagliai perché in ultimo fece fuoco proprio su di noi.
“è la fine!” pensai ma stranamente non sentii nessun dolore. Probabilmente aveva colpito quell’uomo sopra di me. Sta i fatto che, non so come, riuscì ad aggirarlo e a fuggire da quella porta.
Insieme ad altre persone, iniziai a correre più che potevo.
Notai che non mi trovavo più su quell’aereo ma stavo percorrendo un grande e lungo corridoio di un edificio. Doveva trattarsi di un edificio pubblico… forse un ospedale. Cercai di trovare un luogo dove nascondermi ma non c’erano né mobili né stanze.
Proprio quando stavo per arrendermi, fortunatamente trovai una stanza. Era spoglia se non fosse per tanti armadietti grigi metallici posti in fila lungo entrambe le pareti. Notai che tra la finestra e l’ultimo armadietto c’era un piccolo spazio coperto da una tendina e senza esitazione mi rifugiai li.
Sentì le persone scappare e gridare e i colpi da sparo farsi sempre più vicini. Pregai con tutte le mie forze che nessuno entrasse in quella stanza ma fu inutile perché qualcun altro entrò. Sentì i suoi passi calmi per la stanza e avvicinarsi proprio dove stavo io ma fortunatamente la sua attenzione fu richiamata da altro perché se ne andò subito.
Non uscì dal mio nascondiglio fino a quando sentì altre voci, di disperati come me, entrare in quella stanza e cercare riparo dietro agli armadietti.
Pensai che la fortuna non mi avrebbe accompagnata per una seconda volta così cercai di trovare un nascondiglio migliore magari dentro un di quegli armadietti. Così ne aprì uno ma capì che era impossibile perché troppo stretto. Comunque notai che dentro l’armadio c’erano degli oggetti in vetro e di matallo molto strani e dei vasetti in vetro con dentro uno strano liquido e dentro delle piantine. Il mio primo pensiero fu un laboratorio.
Ciò nonostante cercai di nascondermi come meglio potevo ma fu inutile perché entrarono alcuni uomini armati e fecero fuoco.
Anche questa volta riuscì a scappare fino ad arrivare in una grandissima sala o capannone (il soffitto era metallico) e pieno di finestre molto grandi (qui non ricordo se erano effettivamente finestre o vere e proprie vetrate a muro). Era tutto distrutto, cadaveri sparsi qua e là; in alcuni punti intravedevo alcune sedie e poi c’erano alberi (da vaso) caduti su alcune macchine (???) completamente distrutte. Istintivamente, come anche alcuni, mi precipitai sotto le fronde degli alberi. Notai che anche una donna, inseguita da un uomo in tuta mimetica, stava disperatamente cercando un riparo proprio in quel posto ma invano perché fu presa e a quel punto che vidi un suo gesto disperato.
In quell’istante mi ritrovai catapultata nel corpo di quella donna e persi ogni coscienza di me stessa.

Quindi, da ora in poi parlerò in prima persona anche se non sono io. Come vi dicevo, con un gesto disperato mi avventai su quell’uomo, presi un pezzo di cavo bianco e lo strinsi al suo collo. Ovviamente lui cercò di reagire ma la stretta era troppo forte.
Mentre entrambi lottavamo per la propria sopravvivenza ecco che giunsero alcuni suoi compagni d’armi tra cui anche una donna… era lei il capo. Assomigliava tantissimo a quella donna dell’aereo (stesso sguardo glaciale) se non fosse per gli abiti: lei portava una tuta mimetica.
Cercai di farmi scudo di quell’uomo e scappare ma, probabilmente per la stretta troppo forte al collo, quell’uomo crollò e prima ancora che potessi reagire, vidi uno di loro puntarmi un fucile contro la mia testa e sparare… fu la fine e intorno a me si fece buio.

Quando riaprì gli occhi (questa volta sono di nuovo nel mio corpo) vidi che non ero più in quel luogo di morte ma ero a casa (anche se non era la mia) seduta al tavolo e vicino a me c’erano delle donne di diverse età vestite a lutto. Su tavolo, in una cesta, c’erano 4 o 5 bambolotti di neonato ben vestiti. Li accarezzai teneramente pur sapendo che erano bambole e in quel momento mi assalì un profondo dolore.
Poi una donna anziana mi si avvicinò e mi mostra una fotografia agghiacciante. Nella foto c’erano 2 o 3 uomini in tuta mimetica e passamontagna con in braccio fucili e armi. Al centro c’era una ragazza nuda ricoperta di ferite probabilmente morta. A quella vista nella mia mente apparve un flashback che mi riportò nuovamente su quell’aereo ed lì che vidi quella ragazza asiatica con le trecce venire strappata dalle braccia della madre e portata via. Poi ritornai con la mente al presente e sentì la stessa vecchia di prima dirmi “era coreana”.
In quel momento iniziai a piangere e a provare un grandissimo senso di dolore e, mentre accarezzavo quei neonati/bambolotti, sentì un granissimo senso di colpa e udì una frase echeggiare nella mente “perdonatemi se non sono riuscita a portarvi la felicità”.

Fine sogno e risveglio traumatico.

... è peggio di un film :-(
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:43. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com