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asubha - meditazione sugli aspetti ripugnanti del corpo umano

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2014 13:48
30/04/2014 23:14
 
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ATTENZIONE: a proposito di asubha in rete si trova del materiale con immagini anche forti.


Sto da qualche giorno approfondendo la ricerca a proposito di questo tipo di meditazione buddhista.
Asubha è un particolare tipo di meditazione che ha come oggetto il corpo umano, e come finalità la liberazione dall'attaccamento all'idea di bellezza del corpo e dal desiderio di esso.

Scomponendo mentalmente un corpo umano in diverse parti (capelli, peli, denti, pelle, muscoli, tendini, sangue, ossa, viscere, ecc.) e meditando sull'aspetto di queste singole parti, ci si può liberare dall'idea del corpo come "uno" e come oggetto di attrazione.
La repulsione diventa ancora più forte meditando sul corpo divenuto cadavere.

Credo sia una pratica abbastanza "forte", ma con l'esercizio, una volta ottenuta la liberazione dal desiderio si sperimenterà una sensazione di pace (almeno questo dicono i buddhisti).
E' una pratica per chi vuole rinunciare alle passioni del corpo, per chi è troppo attaccato all'estetica del proprio o dell'altrui corpo, per chi dà eccessiva importanza ad un veicolo o contenitore fatto di materiale organico tutt'altro che imperituro.

Il desiderio, l'attaccamento e la passione, quando eccessivi causano sofferenza e continue rinascite (per chi crede alla reincarnazione).
Scopo ultimo di questa e di meditazioni simili è quello di staccarsi da queste fonti di sofferenza e spezzare il samsara.
01/05/2014 01:52
 
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Acco, Sempre attratto dalla "bruttezza" eh?
01/05/2014 11:08
 
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Sì, direi piuttosto forti!! [SM=g8312]
Davvero bisogna meditare su certe cose per liberarsi dall'attaccamento all'idea di bellezza del corpo e desiderio di essa?...
Avere consapevolezza di come sia fatto un corpo internamente o di che fine faccia dopo la morte è sicuramente qualcosa su cui riflettere, ma senza esasperare! Personalmente, troverei più difficile guardarmi allo specchio in questo modo...
Tenere alla cura del proprio corpo è uno dei tanti passatempi che coltiviamo in vita, se vissuto in modo sano e senza eccessiva morbosità la trovo una cosa positiva.
Sarà anche "un veicolo o contenitore fatto di materiale organico tutt'altro che imperituro", ma esserci affezionati credo sia più che normale...attraverso di esso viviamo le nostre emozioni, gli affari di tutti i giorni, e tante sensazioni meravigliose, per quanto forse limitate.
Quando non si sta bene con il proprio aspetto fisico, spesso non si sta bene con se stessi in generale...credo che sia sufficiente provare a migliorarsi, sia esternamente che interiormente, ascoltarsi e provare a soddisfare le nostre esigenze (non quelle degli altri).
Il fatto è che secondo me l'uomo tante volte è pigro, si arrende, approfitta della minima cosa per buttarsi giù aspettando che chissà cosa lo aiuti a risollevarsi. Non siamo onnipotenti, ma qualcosa per essere un po' più felici possiamo sempre farla, basta volere e...passare all'azione! [SM=g27823]
Ci sono persone non particolarmente belle che tante volte son più felici e spensierate di quelle invece ritenute tali. Penso che su questo ed altro converrebbe meditare...
Ad esempio, ci vogliamo abbastanza bene?
[Modificato da Sisil88 01/05/2014 11:12]
01/05/2014 20:25
 
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grande Acco, quotone totale. Secondo me, l'attaccamento al corpo fisico ed i desideri causano la reincarnazione comunque, anche se non eccessivi. Questo in quanto il ciclo delle reincarnazioni appartiene alla natura delle cose. Cosi come alla natura delle cose appartiene il fatto di provare sempre meno attaccamento ed interesse per il proprio aspetto fisico a ridosso della piena consapevolezza di tale ciclo.
02/05/2014 22:20
 
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Re:
Alfea77, 01.05.2014 01:52:

Acco, Sempre attratto dalla "bruttezza" eh?




in un certo qual modo... anche se questo è un contesto diverso.

Sisil88, 01.05.2014 11:08:

Sì, direi piuttosto forti!! [SM=g8312]
Davvero bisogna meditare su certe cose per liberarsi dall'attaccamento all'idea di bellezza del corpo e desiderio di essa?...
Avere consapevolezza di come sia fatto un corpo internamente o di che fine faccia dopo la morte è sicuramente qualcosa su cui riflettere, ma senza esasperare! Personalmente, troverei più difficile guardarmi allo specchio in questo modo...
Tenere alla cura del proprio corpo è uno dei tanti passatempi che coltiviamo in vita, se vissuto in modo sano e senza eccessiva morbosità la trovo una cosa positiva.
Sarà anche "un veicolo o contenitore fatto di materiale organico tutt'altro che imperituro", ma esserci affezionati credo sia più che normale...attraverso di esso viviamo le nostre emozioni, gli affari di tutti i giorni, e tante sensazioni meravigliose, per quanto forse limitate.
Quando non si sta bene con il proprio aspetto fisico, spesso non si sta bene con se stessi in generale...credo che sia sufficiente provare a migliorarsi, sia esternamente che interiormente, ascoltarsi e provare a soddisfare le nostre esigenze (non quelle degli altri).
Il fatto è che secondo me l'uomo tante volte è pigro, si arrende, approfitta della minima cosa per buttarsi giù aspettando che chissà cosa lo aiuti a risollevarsi. Non siamo onnipotenti, ma qualcosa per essere un po' più felici possiamo sempre farla, basta volere e...passare all'azione! [SM=g27823]
Ci sono persone non particolarmente belle che tante volte son più felici e spensierate di quelle invece ritenute tali. Penso che su questo ed altro converrebbe meditare...
Ad esempio, ci vogliamo abbastanza bene?



il mercatino dei luoghi comuni politically correct...
02/05/2014 22:52
 
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Forse sì...
Magari pensare al proprio corpo in decomposizione è un'idea più originale, ma ad essere sincera ritengo che delle volte i luoghi comuni siano fin troppo sottovalutati!
Ci si affanna a trovare la soluzione nuova, diversa, senza neanche provare ciò che appare banalmente più logico...è solo un altro modo di scappare, questo.
Comunque son di parte [SM=x431219], odio il macabro e pensare agli aspetti ripugnanti del mio corpo per farmi passare la fissazione della bellezza mi sembra davvero troppo...


Avevo aggiunto una nota romantica politically correct ma te la risparmio va' [SM=g27832]
[Modificato da Sisil88 02/05/2014 22:58]
03/05/2014 00:51
 
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Re:
Sisil, credo che tu non abbia capito l´argomento del thread, perché sei abbastanza O.T.


03/05/2014 03:09
 
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Sono OT? Ops... [SM=g10314]
[Modificato da Sisil88 03/05/2014 03:17]
03/05/2014 11:53
 
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L'aspetto cruciale che le nostre amiche sembrano non cogliere e' che la meditazione intorno al proprio decadimento fisico determina uno sbilanciamento dell' attenzione verso cio' che realmente siamo al di la' del supporto fisico temporaneo che ci sostiene. La vita moderna ci ha abituati a dare attenzione solo al corpo, viviamo in un'era di materialismo ossessivo dove l'aspetto fisico e' determinante e la vecchiaia, con il conseguente deperire naturale del corpo fisico e' vissuta come una orribile sciagura. Riflettere sulla propria decomposizione quindi espande il perimetro della consapevolezza verso la nostra vera natura energetica.

03/05/2014 12:32
 
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Io credo invece che Sisil abbia centrato il bersaglio... camminare in un bosco può dare gli stessi risultati della meditazione scritta sopra... forse si tralasciano molti aspetti, ad esempio la cultura da dove nasce questa pratica...

all inizio credevo che una meditazione andasse eseguita così come descritta, seguendone le varie fasi per ottenere "una" pace, invece ultimamente per me meditare è tempo rubato allo stare in pace con me stesso... chiaramente ognuno deve provare quante più esperienze possibile per trarre le proprie conclusioni... e se qualcuno riesce ad entrare nello spirito di queste meditazioni tantomeglio... :)


03/05/2014 13:44
 
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Sì esatto, non intendevo sminuire il fine, quanto piuttosto esprimere il mio parere sul metodo per raggiungerlo...
Poi può essere che ci si stia concentrando su aspetti diversi, a me è venuto spontaneo pensare due cose:
1. Meditare su quanto possa essere disgustoso il nostro corpo è davvero una buona strada? Non sarebbe meglio imparare ad amarlo in maniera più sana, ad esempio, apprezzandolo per quello che nel momento in cui viviamo ci offre?
2. E se questo tipo di meditazione divenisse rischioso, nel senso, portasse ad una esasperazione opposta? Se venisse scelto da chi è portato, magari per un periodo di vita particolare, ad "odiare" il proprio corpo, non potrebbe divenire un pretesto per continuare a farlo piuttosto che una cura?
Insomma, non so se ho capito o meno l'argomento del thread, ma queste sono le riflessioni che ha scaturito in me...
Ricercare la pace attraverso il brutto, il macabro, il ripugnante...a me pare un controsenso, per quanto riequilibrante possa essere.
Nella vita preferisco cogliere altro, finché ci riesco, e imparare a goderne...penso sia una sfida perfino più difficile, ma che possa anche portare i risultati più soddisfacenti! Sia per la vita che conduciamo nel corpo che per quello che potrà essere l'eventuale "dopo"... [SM=g27823]
05/05/2014 11:42
 
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Re:
a cosa sto pensando in qu, 30/04/2014 23:14:

ATTENZIONE: a proposito di asubha in rete si trova del materiale con immagini anche forti.


Sto da qualche giorno approfondendo la ricerca a proposito di questo tipo di meditazione buddhista.
Asubha è un particolare tipo di meditazione che ha come oggetto il corpo umano, e come finalità la liberazione dall'attaccamento all'idea di bellezza del corpo e dal desiderio di esso.

Scomponendo mentalmente un corpo umano in diverse parti (capelli, peli, denti, pelle, muscoli, tendini, sangue, ossa, viscere, ecc.) e meditando sull'aspetto di queste singole parti, ci si può liberare dall'idea del corpo come "uno" e come oggetto di attrazione.
La repulsione diventa ancora più forte meditando sul corpo divenuto cadavere.

Credo sia una pratica abbastanza "forte", ma con l'esercizio, una volta ottenuta la liberazione dal desiderio si sperimenterà una sensazione di pace (almeno questo dicono i buddhisti).
E' una pratica per chi vuole rinunciare alle passioni del corpo, per chi è troppo attaccato all'estetica del proprio o dell'altrui corpo, per chi dà eccessiva importanza ad un veicolo o contenitore fatto di materiale organico tutt'altro che imperituro.

Il desiderio, l'attaccamento e la passione, quando eccessivi causano sofferenza e continue rinascite (per chi crede alla reincarnazione).
Scopo ultimo di questa e di meditazioni simili è quello di staccarsi da queste fonti di sofferenza e spezzare il samsara.



Già il buddhismo in sé è per me una deviazione... mettiamoci tutto quello che ci hanno costruito intorno...
Appena vi vedo davanti a uno specchio a pettinarvi vi affetto le natiche (e le passo al tritacarne, così ci meditiamo su)
Uccidi Buddha!

Ps: tutto può essere utile per risolvere le proprie paturnie e problemi...

ps2 E chi vuole uscire dal samsara? ddu' palle in paradiso!











Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend

05/05/2014 23:54
 
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In effetti la cosa più importante per me è capire cosa mi ha incuriosito e cosa mi ha spinto a parlare di questo argomento. Volevo già introdurre questo discorso in apertura di thread, poi ho preferito lasciare pochi cenni solamente riguardanti questa meditazione, e "vedere come andava".

Ricordo che circa 10 anni fa acquistai un libretto che parlava di alcune meditazioni, tra cui questa. Era un libro che poteva essere apprezzato forse solo dagli eremiti, poiché non faceva altro che porre l'accento sull'ascolto di sé e alla rinuncia del mondo, premettendo i numerosi benefici legati alla pratica ascetica.

Di quando in quando tornavo a leggerlo, mi ha sempre dato un senso di conforto. Sapeva di tempi passati, centinaia e centinaia di anni addietro. Ma tutte le tecniche erano appena accennate, alcune parole, come samadhi, erano date per scontate. Avevo voglia di approfondire, e anni dopo in rete ho trovato pdf da 800 pagine, anche troppo direi.

A questo punto non mi resta che godermi la sensazione di conforto che mi viene da queste letture, o cercare di capire come mai ne traggo conforto, oppure non fare niente e interessarmi a qualcos'altro.
06/05/2014 00:28
 
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Se posso dirlo, io credo che tu sia una persona molto riflessiva e dotata anche di una particolare sensibilità. Mi sembri in una situazione di calma apparente, che nasconde un forte bisogno di ascoltarsi e di ricerca...
Se quelle letture ti danno conforto, un motivo ci sarà sicuramente...da ciò che hai detto, mi è venuta in mente una cosa. Magari rispecchiano il tuo desiderio di allontanarti da un certo tipo di vita, che non senti tua e che ti crea disagio. Magari c'è in te un desiderio di solitudine e di riuscire a trovare le tue risposte in te stesso e da solo, senza contare su niente e nessuno.
Finché non diventa chiusura o paura verso ciò che è "esterno", penso che possa anche essere un atteggiamento positivo!
Spero di non sembrare arrogante, ma l'ho pensato e ho voluto condividere...
06/05/2014 22:22
 
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Io di cadaveri ne vedo spesso, quindi penso che se fino ad ora il "desiderio" non m'è passato, non ci riuscirà certo meditare su di essi X)
E comunque, l'idea del corpo come perituro e temporaneo per me è un motivo per apprezzare ancor di più questa macchina che ci sopporta, tollera le nostre follie, le nostre fatiche, ci permette di vivere...
Una meditazione del genere mi sembra frutto di esasperazione e repressione di un desiderio ch'è naturale, e va soddisfatto.

Out of business.
07/05/2014 23:06
 
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Come mandala una gigantografia dell'unghia incarnita del pollicione del piede.
24/05/2014 12:04
 
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Passeggiando al mare vedo il bel fondoschiena di una ragazza che sta prendendo il sole. Il mio sguardo indugia per qualche istante su quelle forme rotonde, molto piacevoli alla vista. A volte poi si aggiungono delle fantasie all'oggetto visualizzato, ed è come dare fuoco ad un pezzo di legno secco. Il corpo visualizzato è il combustibile, la fantasia è il comburente. E' il fuoco della passione che sta bruciando. E di esempi simili se ne potrebbero fare altri, non necessariamente legati alla sfera sessuale.

Ho ripensato alla meditazione asubha. Cosa vedrei sotto la pelle di quel fondoschiena? Nella migliore delle ipotesi, considerando un corpo sano, vedrei del grasso, del sangue e della carne viva. Oggetti sicuramente non altrettanto allettanti alla vista e difficilmente associabili a fantasie gradevoli.

Ho pensato che questa meditazione possa essere utile per scavare sotto la superficie delle cose, non tanto per chi ha il gusto dell'orrido (forse per quello esiste una florida cultura gore e splatter, che francamente non amo particolarmente), quanto per cercare di vedere le cose nella loro totalità.
24/05/2014 12:11
 
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24/05/2014 12:29
 
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a cosa sto pensando in qu, 24/05/2014 12:04:


Ho pensato che questa meditazione possa essere utile per scavare sotto la superficie delle cose, non tanto per chi ha il gusto dell'orrido (forse per quello esiste una florida cultura gore e splatter, che francamente non amo particolarmente), quanto per cercare di vedere le cose nella loro totalità.



[SM=g27823]
Probabilmente quel fondoschiena non ti piacerà di meno, anzi, lo vedrai in un modo più completo e meno superficiale... questo mi garba!

Pensavo, si potrebbe applicare questo stesso ragionamento davvero a tutto, ma non so se poi si va oltre il tema...ad esempio, cosa c'è dietro una invitante e croccante cotoletta? [SM=g11113]
Più in generale, andare aldilà delle apparenze e delle belle presentazioni, spesso "condite" e "speziate" al punto da nascondere la vera natura delle cose (migliore o peggiore che sia)...
[Modificato da Sisil88 24/05/2014 12:34]
24/05/2014 13:48
 
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Non è poi diverso da quello che facciamo quotidianamente noi del forum, infatti è come se ci ponessimo sempre la domanda: "cosa c'è dietro al mondo che vediamo?" Giusto o dico male? [SM=g27823]


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