00 27/09/2010 13:02
Platone84, 27/09/2010 11.44:


@mistermoog
un'altra cosa che in questi giorni continuavo a rimuginare è la tua affermazione "Se un albero non manifesta particolare tensione ai miei sensi mentre sto raccogliendo una sua mela non ci trovo nulla di male."
Trovo il tuo basare il tuo essere vegano sulla "tua natura" un discorso non solo sensato, ma anche molto lineare e coerente. Ma quella frase mi ha fatto sorgere un'altra domanda: espressa in quel modo non sembra tanto una cosa basata su un'empatia, ma piuttosto una semplice questione di percezione. Ma allora mi viene da dirti: una cozza o una vongola mostra per caso particolare tensione ai tuoi sensi? Se no, le mangi? E se non le mangi, dov'è la differenza di "tensione" mostrata nei confronti dei tuoi sensi rispetto ad un albero?



Bella domanda.
Premessa.
Credo che empatia e percezione non siano elementi così slegati. Potremmo fare una sorta di paragone citando il dualismo tra cuore e mente. Non li ho mai visti come separati ma complementari. Anzi, mi pare che lo strumento percettivo, così come lo intendo io, sia uno solo e che si avvalga di questi due elementi che separiamo solo in termini concettuali. Appunto, come caratteristiche di un solo "senso". Ma siccome la natura dell'uomo è quella di "separare"...
Mi accorgo di rapportarmi così col mondo. Dico mi accorgo proprio perché è così. Non è una disciplina nella quale mi cimento: succede.
Quindi, quello che posso dirti circa la tua interessantissima domanda è: non lo so. Succede così. Succede che istintivamente un mollusco che appartiene alla famiglia dei detritivori (mangia la peggiore merda che gli si presenta, soprattutto diossina, ed è resistente a tutto) non mi faccia venire proprio appetito. Così, di pancia mi viene di dirti pure che amo i funghi ma non andrei in giro a prenderne perché non li conosco e potrei rimanerci secco o sminchiato. Questo solo per riflettere sul fatto che non tutto quello che esiste ha la funzione specifica di essere mangiato. Anzi, chissà, forse nulla nasce con la precisa funzione di essere cibo. Anche tra i vegetali (che poi proprio i funghi non lo sono) succede così. Non so, forse se riduciamo l'uomo a un organismo che deve semplicemente nutrirsi, al di là di regole etiche o morali che si dà, potrebbe mangiare di tutto, pure alcune pietre. Si tratta di far funzionare una macchina alla fine. Non credo ci possa essere una verità. Non credo che vegano sia la configurazione migliore che l'uomo possa raggiungere. Penso sia solo uno dei mille aspetti della vita. Penso che mangiare così mi faccia stare bene sotto tanti aspetti.E così, al momento di vongola sì, vongola no, la "pancia" mi dice no. Oggi.
Penso veramente che in un sistema entropico come l'universo si debbano fare i conti con l'azione. Questa, per quanto io possa sforzarmi, sarà forse buona per me ma qualcuno dovrà rimetterci...Almeno finché la Coscienza non avrà scelto che si può vivere benissimo anche senza mangiare.

E comunque, le cozze meglio evitarle SEMPRE...










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend