00 29/08/2010 13:24
Vedo che nessuno mi ha passato il link della discussione di cui chiedevo. Poco importa, faccio qui alcune considerazioni. Mi scuso in anticipo se a qualcuno potranno sembrare i "soliti discorsi", ma non ho ancora una risposta soddisfacente.

Faccio un'importante premessa: sono contro gli allevamenti industriali intensivi, e nel mio seguente discorso teorico faccio riferimento ad una sorta di socetà arcaica, con un impatto sulla natura meno invasivo e più rispettosa del suo equilibrio; in fondo ciò di cui voglio parlare è del principio.
Ho letto diverse argomentazioni sul fatto che l'uomo non sia nato onnivoro, alcune anche mlto interessanti; ed ho letto anche alcune risposte all'obiezione che verte sul fatto che anche se tutti diventassimo vegetariani, comunque gli animali continuerebbero a mangiarsi tra di loro. Ecco, le risposte su questo punto le non le trovo soddisfacenti. Tutte più o meno dicono le seguenti cose: l'umo ha scelta, gli animali carnivori no; l'uomo non è progettato per cacciare a corpo nudo ma usa le armi che non gli sono state fornite dalla natura; l'uomo è il più razionale degli animali e non può ignorare questa sua facoltà; non possiamo paragonarci agli animali solo quando ci fa comodo e ritenerci diversi quando poi il confronto non ci conviene più.
A mio avviso però, in queste argomentazioni non viene toccato il punto centrale: all'interno della Natura, che solitamente consideriamo "perfetta" e in equilibrio fino all'arrivo dell'intrusione invasiva dell'uomo, è prevista la morte di alcuni esseri al fine di nutrirne altri. E' come se la Natura ci dicesse che in alcune circostanze uccidere non è sbagliato: ad esempio uccidere per difendersi o uccidere per mangiare si piò, rientra in quell'armonico equilibrio.
Nessuno pensa che un leone he addenta una gazzella sia "cattivo". D'accordo, l'uomo non potrebbe saltare alla gola di una gazzella o di una mucca o di un maiale e ucciderli a mani nude o attentandoli alla carotide; ma ciò al più escluderebbe non il fatto che l'uomo non è progettato per nutrirsi ammazzando, ma al più che non è progettato per nutrirsi du quegli animali! Come la mettiamo con le galline con i frutti di mare, con i polpi e anche con i pesci (è risaputo che nei fiumi o nei torrenti con l'acqua bassa è possibile pescare con le mani...)??
O ancora, sempre per rimanere in tema di natura intrinseca: come la mettiamo con fatto che i nostri ominidi, che di certo non avevano ne la nostra inteligenza ne le nostre sovrastrutture sociali e culturali, ma che certamente vivevano seguento il loro istinto e la loro natura, sono stattati cacciatori nomidi fino a quando non hanno scoperto l'agricoltura e l'allevamento?? D'accordo, forse anche loro cacciavano con delle armi, ma erano semplicemente costituite da pietre e bastoni che la natura gli forniva "gratuitamente"...

I quesiti e i discorsi sarebbero ancora molti. Per ora tengo solo a precisare che non sto cercando giustificazioni al mio mangiare carne: come ho già detto sono solto affascinato dal vegetarianismo, e una grossa parte di me vorrebbe diventarlo. Cerco solo di capire meglio, perch credo che prendere quella decisione sia un grosso passo, che non andrebbe fatto portandosi dietro dubbi e/o possibili ripensamenti.
In ultima analisi non vorrei che il vegetarianismo sia semplicemente al pari di una delle tante altre costruzioni dell'uomo, magari condita con un'impropria etica di rispetto e non violenza.




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