00 05/11/2010 17:28
"Ascoltare non costituisce il polo passivo dello scambio, come se ognuno di noi prendesse a turno l'iniziativa. Ho bisogno di molta attenzione e di interiorità creativa per far nascere in me questo spazio d'accoglienza in cui le parole dell'altro potranno trovare rifugio.
Ricevere, mostarsi capace di ricevere, richiede altrettanta generosità e iniziativa quanto dare, a un punto tale che gli egoisti, le persone incapaci di gestire uno scambio, non sapranno mai ascoltare. Non basta che tendiamo le orecchie o che cerchino di capire quello che gli viene detto. Dovrebbero, con uno splendido gesto, instaurare dentro di sé un vuoto cosmico in cui le parole dell'altro volteggiano, svolazzano prima di posarsi a loro piacimento. Così come ci annulliamo davanti alle cose perché possano colmare il nostro sguardo, e in questo modo riusciamo a vivere un'esperienza meravigliosa. Un pensiero diverso dal mio assume significato dentro di me. Non lo tormento, non lo inseguo, non lo interpreto dall'esterno come un viaggiatore alla ricerca di un punto di riferimento in un paese straniero. Se, in un certo senso, non procedessi di pari passo con quel pensiero, se non lo anticipassi così come lui stesso si anticipa, mi esaurirei in un inseguimento impossibile, il che non avviene mai quando l'ascolto si svolge nelle giuste condizioni. I questo caso rinunciando a me stesso mi arricchisco, dimenticando di prendere l'iniziativa, e di voler fare tutto di corsa, accettando le intemperie, i tempi morti e i silenzi posso fare mia un'esperienza che mi è estranea."

Niente, mi piaceva.










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend