00 05/10/2009 13:46
Mortali, limitati, costretti a subire obblighi, ossessionati dalla completezza, gli umani si inventano una potenza dotata di qualità esattamente opposte alle loro: rivoltando come un guanto i propri difetti, si costruiscono qualità davanti alle quali genuflettersi e prostrarsi.
Sono mortale? Dio è immortale. Sono finito? Dio è infinito. Sono limitato? Dio è illimitato. Non so tutto? Dio è onnisciente. Non posso fare tutto? Dio è onnipotente. Non ho il dono dell'ubiquità? Dio è onnipresente. Sono stato creato? Dio è increato. Sto sulla terra? Dio sta in cielo. Sono imperfetto? Dio è perfetto. Non sono niente? Dio è tutto. E così via.
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Io sono immortale semplicemente perchè la morte è solo un concetto. Niente scompare, tutto cambia. Se accetto le mie incessanti trasformazioni, entro nell'eternità. Io sono infinito perchè il mio corpo, polena dell'universo, non finisce con la mia pelle: si estende senza confini. Io so tutto perchè non sono soltanto il mio intelletto ma anche il mio inconscio, costituito dall'energia oscura che sostiene i mondi, io non sono soltanto le dieci cellule cerebrali che adopero quotidianamente, sono anche i milioni di neuroni che compongono il mio cervello. Sono onnipotente quando smetto di ripiegarmi su me stesso come individuo e mi identifico con l'umanità intera. Sono increato perchè prima di essere un organismo sono stato materia ignea, antimateria, energia, vacuità. La mia carne è costituita da residui di stelle che hanno milioni di anni. Sto nel cielo perchè la mia terra è una nave che solca un universo che a sua volta attraversa innumerevoli dimensioni. Sono perfetto perchè ho domato i miei ego facendo in modo che si unissero alla perfezione del cosmo. Io sono tutto perchè sono contemporaneamente io e gli altri.