00 27/10/2009 00:22
questo pomeriggio salendo le scale della metropolitana per tornare al parcheggio, pagare il bigietto, riprendere la tangenziale per tornare a casa, pensavo proprio a questa "religione" -troppo inflazionata mi sa- del "qui e ora"...
Pensavo, ok, dovrei godere del qui e ora... ma che cacchio avrei da godere nel salire le scale della metropolitana per tornare al parcheggio.. eccetera eccetera? Dovrei essere in pace con me stesso e con il mio centro di gravità permanente, aver raggiunto uno stato di serenità indipendente dall'esterno, un godimento interiore completamente slegato dallo spazio e dal tempo (e quindi anche dal qui e ora).
Invece sono un normale mediocre essere umano che ha bisogno di un seppur minimo incentivo per godere dell'attimo, soprattutto se in quell'attimo stai salendo le scale della metropolitana, nel frastuono sotterraneo milanese in mezzo alla folla di pendolari freneticamente morti, e davanti a te non c'è nemmeno un bel culo di qlche bella gnugna che dondoli le anche ad altezza occhi...