00 28/07/2006 11:54

SOFRI E TRAVAGLIO / IL FOGLIO, LA REPUBBLICA, L'UNITA': DOVE SONO LA VIOLENZA E LA VIGLIACCHERIA?



AVETE NOTATO LA DIFFERENZA NEI TONI?

1 - FLAUTATO PER "LA REPUBBLICA" (LETTERA A EUGENIO SCALFARI):
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=71485&idd=2587

2 - VIOLENTO A META' PER "L'UNITA'" (LETTERA A FURIO COLOMBO, CON RIFERIMENTI AL POPOLACCIO ANTI-INDULTO COMPRENSIVO DI COLLETTI BIANCHI):
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=71485&idd=2602

3 - VIOLENTO PER "IL FOGLIO" (ARTICOLO E REPLICA A MARCO TRAVAGLIO):

ALL'ORIGINE:

LA REPUBBLICA
25 luglio 2006
INDULTO
"Eternit pronta a risarcire ma poi ha fatto marcia indietro"
di Marco Travaglio

TORINO - Non ci sono soltanto i reati finanziari e quelli di Tangentopoli. Ci sono anche i caduti sul lavoro. E le malattie professionali. E i morti da amianto: 3 mila soltanto per gli stabilimenti Eternit. L'indulto, e ancor di più l'amnistia prossima ventura, rischiano di mandare in fumo il maxiprocesso che si aprirà l'anno prossimo a Torino contro i big boss della multinazionale svizzera: fra questi, il "Berlusconi elvetico" Stephan Schmidheiny, il fratello Tomas (assistito da Carlo Malinconico, segretario generale di Palazzo Chigi) e il loro socio belga, barone Louis De Cartier de Marchienne.

Insieme a una decina di dirigenti e amministratori dei cinque stabilimenti italiani (Cavagnolo, Casale Monferrato, Reggio Emilia, Bagnoli e Siracusa), che dal 1906 fino a vent'anni fa hanno avvelenato la vita a migliaia di lavoratori e cittadini comuni, i tre magnati devono rispondere di disastro doloso e di un'infinità di omicidi colposi. Grazie all'indulto, difficilmente finiranno mai in carcere (anche se condannati a 6 anni, scenderebbero a 3 e otterrebbero l'affidamento ai servizi sociali, cioè resterebbero a piede libero).

Grazie all'amnistia di 5 anni, annunciata per la ripresa autunnale, non verserebbero nemmeno un euro alle vittime e ai loro familiari. E dire che, fino a due settimane fa, i legali degli indagati e delle parti lese erano a un passo dall'accordo per un cospicuo risarcimento ai malati e ai parenti dei morti. Poi, in seguito a una strana telefonata, tutto è sfumato.

"E' accaduto due settimane fa a Lugano", racconta a Repubblica l'avvocato Sergio Bonetto, che insieme al collega genovese Paolo Pissarello rappresenta 800 vittime. "Eravamo riuniti col liquidatore della Bacon, la società che controllava gli stabilimenti italiani della Eternit. Per tre ore abbiamo discusso, incontrando ampia disponibilità dei rappresentanti indiretti della famiglia Schmidheiny a riconoscere i danni e a rifonderli in misura accettabile. Prima d'impegnarsi nero su bianco, il liquidatore ha chiesto di fare una telefonata ed è uscito.

E' rientrato un'ora e mezza dopo, scuro in volto: "Scusate - ci ha detto - ma mi hanno appena revocato il mandato. Dicono di avere avuto la garanzia che entro l'anno arriverà l'amnistia". Non ci è rimasto altro che alzarci e andarcene. Ora, a settembre, nella riunione periodica con i malati e i parenti delle vittime, dovremo comunicare la triste notizia: se passa l'amnistia, nessuno vedrà un soldo di danni".

E l'indulto? "Beh - osserva l'avvocato - la prospettiva di uno sconto di pena così rilevante anche per reati tanto gravi come l'omicidio colposo da amianto, che provoca il mesotelioma pleurico, l'asbestosi, il carcinoma polmonare non solo in chi lavora negli stabilimenti, ma anche in chi abita nelle vicinanze, è un'ulteriore garanzia di sostanziale impunità. Se penso alla fatica che abbiamo fatto per raccogliere le carte che inchiodano l'Eternit, le perizie, le testimonianze, sfidando il potere di quelle potentissime lobby... E se penso che, solo a Casale, si scoprono ancor oggi 35-40 nuovi casi di mesotelioma all'anno...".

L'inchiesta Eternit, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, è in dirittura d'arrivo: dovrebbe concludersi, con le consulenze tecniche e gli studi epidemiologici, entro fine anno. Ma se, in dibattimento, dovesse cadere l'ipotesi più grave e difficile da dimostrare - il disastro doloso - le eventuali condanne per gli altri reati rientrerebbero facilmente nei 3 anni dell'indulto.

Non basta. L'avvocato Bonetto è parte civile anche in un altro processo, che inizierà a Torino il 7 ottobre: quello a carico degli ex vertici di Fiat Auto (68 manager e dirigenti, da Paolo Cantarella e Roberto Testore in giù), rinviati a giudizio per lesioni colpose gravi o gravissime nei confronti di 187 operai delle carrozzerie Mirafiori. Il processo mette in discussione l'organizzazione dei ritmi di produzione, che avrebbero causato nei lavoratori varie "sindromi da sforzo ripetuto" alle mani, alle spalle e alle braccia. Accuse gravi, ma punite con pene molto basse, certamente inferiori ai 3 anni "tagliati" dall'indulto.

Il procuratore Guariniello, che coordina il pool "Salute e sicurezza", prevede un colpo di spugna pressoché totale di gran parte dei suoi processi anche per i reati ambientali, per il doping e per la tutela consumatori. Come quelli a carico delle multinazionali Bayer e Glaxo, per i presunti danni alla salute provocati da farmaci come il Lipobay e il Lanoxin. Per questi reati, oggi, in carcere non c'è nessuno. Grazie all'indulto, non ci entrerà nessuno nemmeno in futuro.





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SOBRIA REAZIONE DI ADRIANO SOFRI:

IL FOGLIO
26 luglio 2006
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

Lo squadrista Marco Travaglio
scrive su Repubblica di ieri
una sequela di falsità indegne,
allo scopo di galvanizzare
l’indignazione pubblica contro
l’indulto. Il quale, improvvisamente, diventa
anche responsabile del mancato risarcimento
ai “caduti sul lavoro. Le malattie professionali.
E i morti di amianto”. Di “mandare
in fumo il maxiprocesso” contro i boss
svizzeri e italiani dell’Eternit. Ma l’indulto
non può mandare in fumo alcun processo.
Ancora: “Grazie all’amnistia di 5 anni, annunciata
per la ripresa autunnale, non verserebbero
nemmeno un euro alle vittime e
ai loro familiari”. L’amnistia autunnale è
sulle ginocchia di un Giove molto lontano.
Quale siano per esserne la portata e le misure
connesse è del tutto ignoto. E l’indulto
non c’entra niente, né può toccare i risarcimenti.
(Il malaugurato occhiello dell’articolo
dice: “Con l’indulto i parenti non vedranno
un soldo”). L’articolo – che fa dire agli avvocati
di parte civile, i quali avranno le migliori
intenzioni, le cose più spericolate, come
che “i proprietari hanno avuto la garanzia
che entro l’anno arriverà anche l’amnistia”,
beati loro: dopo sedici anni che i detenuti
aspettano invano e i papi anche – è
una bassezza, maggiore perché prende a
pretesto le attese dei familiari di “caduti
sul lavoro e morti di amianto”.




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LETTERA PRECISA E REPLICA DISORDINATA:

IL FOGLIO
28 luglio 2006
LETTERA DI MARCO TRAVAGLIO
REPLICA DI ADRIANO SOFRI

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INES TABUSSO