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"È al lettore che mi rivolgo. E al lettore devo rendere conto. Senza assecondarne i pregiudizi, senza scrivere quello che vuole sentire, ma raccontando i fatti in modo che li capisca. Il lettore e' il mio padrone. Il lettore è un padrone che mi mette al riparo dagli altri padroni e che è stato in più occasioni la mia guardia del corpo"
(Indro Montanelli, giornalista, 1999)



"Travaglio non è neppure d'accordo con le riforme vagheggiate dal suo [SIC] centrosinistra"
(Filippo Facci, giornalista?, Il Giornale, 30 giugno 2006)



"è evidente che tutti noi abbiamo dei padroni e la nostra libertà è una libertà limitata"
(Luigi Amicone, giornalista?, Milano, 6 novembre 2004 - Incontro dal titolo "Il processo alla strega cattolica, perché non possiamo non dirci cristiani", organizzato dalla rivista "Tempi" con Giuliano Ferrara e Rocco Buttiglione)





IL GIORNALE
30 giugno 2006
Anche detto bassotuba
di Filippo Facci

Non scorticatemi per il paragone, ma è Marco Travaglio che ogni dieci minuti rammenta d'esser stato allievo di Montanelli, puledro di Montanelli, segugio di Montanelli, forse anche figlio di Montanelli. Certo, alla base di tutto c'è che Montanelli è morto, ma qualcosa in comune i due forse ce l'avevano davvero. D'accordo, Montanelli non faceva copisteria giudiziaria, non dava alla magistratura sempre e comunque ragione (figurarsi) e alla classe politica sempre e comunque torto, non trasformava interi faldoni giudiziari in collane editoriali: nella sua riciclica fabbrichetta Travaglio è semmai più simile a un Biagi: forse ne insegue parte del pubblico, a sinistra, mentre Beppe Severgnini corteggia quello di destra. Fatti suoi. Ma è leggendo le opinioni «politiche» di Travaglio che l'indole dell'uomo infine si staglia. Aumentare i poteri del Premier? Follia pura. Grandi riforme elettorali? Per carità. Federalismo fiscale? Ma per favore. «Dicono che è un Paese conservatore: embè, anche se fosse?», scrive Travaglio prima di agognare al massimo «piccole riforme di manutenzione». In altre parole, Travaglio non è neppure d'accordo con le riforme vagheggiate dal suo centrosinistra: ciò che ne farebbe, se avesse l'età dell'ultimo Montanelli, un puro conservatore. Ciò che invece ne fa, siccome ha solo 42 anni, un precoce vecchio trombone.



TUTTA INVIDIA!!!


INES TABUSSO