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28/06/2006 - "LA REPUBBLICA", Pag. 10
VOLI CIA, IL RAPPORTO CHE ACCUSA L'ITALIA
di: ALBERTO D'ARGENIO
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28/06/2006 - "IL SOLE 24 ORE", Pag. 7
SI' DI STRASBURGO ALLE ACCUSE SUI VOLI CIA
di: ELIANA DI CARO
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NEW del 27 giugno 2006
Voli CIA : Marty chiede legalità , Frattini dialogo con gli USA
di Gabriella Mira Marq

Presentando oggi al Consiglio d'Europa il suo rapporto sui presunti voli e prigioni CIA in Europa, il senatore ed ex magistrato svizzero Dick Marty ha invocato la legalita' e l'assemblea ha approvato il rapporto con 95 voti a favore, 16 contrari e 9 astenuti.

In base al documento approvato, i Paesi membri dovranno spiegare il loro eventuale ruolo nelle operazioni clandestine, garantire protezione legale alle persone arrestate ed evitare che la collaborazione con Washington nella lotta al terrorismo possa violare i diritti umani. A questo fine l'Assemblea parlamentare plenaria del Consiglio ha auspicato il lancio di una "strategia comune contro la sfida del terrorismo".

Al consesso - che riunisce 630 parlamentari dei 46 Stati membri cui si e' aggiunto ospite in questa occasione il commissario europeo alle liberta', sicurezza e giustizia Franco Frattini - Marty ha detto che la lotta al terrorismo va fatta "con i nostri amici e alleati Stati Uniti, ma dobbiamo farla in base ai valori che sono stati sviluppati nel corso degli anni". Marty aveva gia' presentato il suo rapporto di 67 pagine in una precedente conferenza stampa e all'apposito comitato del Consiglio d'Europa a conclusione dell'inchiesta condotta sulle accuse di voli e prigioni della CIA in Europa. Egli aveva messo in evidenza che almeno sette Stati membri del Consiglio - fra cui l'Italia - potrebbero essere giudicati responsabili, a diverso livello, di violazioni dei diritti dell'uomo, essendo collusi con la pratica delle extraordinary rendition, consegne straordinarie (illegali).

Marty aveva detto che fra le prove usate c'e' il controllo delle autorita' nazionali ed internazionali sul traffico areo, così come fonti all'interno dei servizi di intelligence, inclusi quelli degli Stati Uniti. L'ex magistrato svizzero aveva detto che "anche se la prova, nel significato classico del termine, non e' finora disponibile, un certo numero di elementi coerenti e convergenti" indicano anche l'esistenza di centri segreti di detenzione in Europa. Il caso italiano e' quello emerso dall'inchiesta condotta dal pool antiterrorismo della procura di Milano guidato da Armando Spataro sul rapimento dell'imam egiziano Abu Omar a Milano nel 2003 da parte - secondo le accuse - di 22 agenti CIA. La procura italiana ha concluso che Abu Omar era poi stato trasferito - passando per la base USA di Aviano e la base di Ramstein, in Germania - in Egitto, dove sarebbe stato torturato.

Sulla vicenda dei voli e delle prigioni CIA indaga anche un comitato temporano guidato dal portoghese del PPE Coelho e il cui relatore, Claudio Fava (Italia, PSE), ha gia' mostrato in un rapporto parziale alcune conclusioni concordi con quelle del rapporto Marty. Dick Marty ha proposto di istituire una sottocommissione ad hoc del Consiglio per proseguire le ricerche, mentre la commissione temporanea del Parlamento europeo ha espresso l'intenzione di continuare i propri lavori per altri sei mesi.

Il segretario generale del Consiglio di Europa, Terry Davis, ha detto che "al contrario di quanto si crede, la convenzione europea sui diritti dell'uomo non e' una collezione di principi inefficaci e di lassismo utopista. È un corpo solido di diritto internazionale, che è stato progettato durante periodi difficili ed incerti e d allora e' stato messo alla prova nei tribunali di tutta Europa e nella Corte europea dei diritti dell'uomo. La convenzione equilibra i diritti e le liberta' degli individui contro l'interesse di una Comunita' piu' grande". Davis ha detto che la Convenzione "Tiene conto una risposta robusta, efficace e giusta a tutte le minacce alla societa', compreso il terrorismo" ed ha aggiunto che "Coloro che sostengono che la convenzione erige ostacoli nella lotta contro il terrore, non l'hanno letta, o non hanno capito che cosa hanno letto".

Davis ha annunciato che suggerira' che il comitato dei ministri prepari una nuova guida di riferimento del Consiglio di Europa che contenga i principi e le azioni pratiche per una struttura legislativa ed amministrativa che regoli l'organizzazione ed il funzionamento dei servizi di sicurezza. Inoltre chiedera' ai governi di introdurre misure di sicurezza per l'aeronautica civile. Davis ha detto che le conclusioni del rapporto di Marty - che "ha analizzato una quantita' di informazioni impressionante", sono contestate da alcuni governi, ma, ha commentato, "non penso che smentite generiche siano una risposta sufficiente. Il modo piu' efficace di confutare le accuse di detenzione e di resa segrete e' con indagini ufficiali rapide, complete e trasparenti". Davis ha detto che occorre assicurarsi che cio' che e' accaduto non accada ancora e che chi ha subito danni venga risarcito proporzionatamente.

Avra' certamente provato imbarazzo il vice presidente della Commissione Europea, gia' membro e poi espressione di un governo - quello di Silvio Berlusconi - il cui guardasigilli Roberto Castelli non ha voluto firmare la richiesta di estradizione per i 22 agenti sottosposta dalla procura milanese per il caso di Abu Omar (che peraltro ha promesso richieste di risarcimento) a causa di un presunto antiamericanismo del pm milanese. Il governo affermo' invece piu' volte di non aver mai saputo nulla del rapimento, con stupore degli inquirenti europei, data la dimensione dell'operazione. In un passaggio del suo intervento, Frattini e' sembrato riferirsi alla vicenda italiana, dicendo che e' evidente "che soltanto nel quadro di garanzie processuali rigorose e affidate – ove sussistano i presupposti – a magistrati indipendenti e liberi da condizionamenti politici, si potrà continuare l’accertamento delle singole eventuali resposanbilita'".

Frattini ha detto che la Commissione ha dato sostegno alle inchieste di Marty e del parlamento UE (ad es. presso Centro satellitare dell’UE e a Eurocontrol per avere accesso alle immagini satellitari e ai dati relativi ai voli) e continuera' a darlo. Frattini ha parlato di "coordinamento esemplare inter-Europeo" dimostrato nell'occasione ed ha detto che ciascuna istituzione deve, nell'ambito dei suoi poteri, esaminare quali misure sono necessarie e fattibili. Per quanto concerne i servizi di intelligence, Frattini ha detto che "si tratta di un settore sensibile che rientra nelle competenze dei singoli Stati" e vi e' "poco margine di manovra ad eventuali azioni a livello di UE". Per quanto riguarda il controllo dello spazio aereo e degli aeroporti dei paesi europei, Frattini ha parlato di eventuale "estensione della legislazione comunitaria in materia di aviazione civile". Frattini ha detto che "gli accordi del 2003 tra l’UE e gli USA in materia di estradizione e di assistenza giudiziaria rappresentano, per l'UE, un altro importante terreno d'azione".

In un altro passaggio del suo intervento, il commissario UE ha sottolineato che un aspetto che emerge dal lavoro di Marty e' che "il suo obiettivo non è preparare un 'atto d’accusa' contro un Paese in particolare, ma evitare che le attivita' illecite in questione non si producano nuovamente in futuro". Frattini ha sottolineato la necessita' di dialogare con l'alleato di vecchia data dell'Europa, gli Stati Uniti: "non è pensabile, dinanzi alla minaccia permanente e grave del terrorismo internazionale, che UE e USA si trovino su fronti non coincidenti... È importante inoltre ricordare alle due sponde dell’Atlantico la nostra determinazione a lottare contro il terrorismo nel rispetto dei diritti fondamentali. Le due cose devono andare di pari passo".

Con tono fermo, ma in realta' mostrando difficolta' con risposte contraddittorie, gli Stati Uniti hanno in diverse occasioni negato le extraordinary rendition, le hanno ammesse parzialmente o hanno parlato di etica da adattare ai tempi.

Tutto sui voli e le prigioni CIA in Europa

Speciale terrorismo

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IL MESSAGGERO
28 Giugno 2006
«Lotta al terrore, ma con regole»
Marty: sequestrando i prigionieri si corre il rischio di legittimare il nemico
dal nostro inviato
MARCO BERTI

STRASBURGO - L'assemblea del Consiglio d'Europa ha detto sì al rapporto di Dick Marty sulla tela di ragno dei voli Cia in Europa. Un'inchiesta, quella condotta dal relatore svizzero, che ha messo in luce la complicità, diretta o indiretta, di ben 14 paesi del Vecchio Continente nelle "extraordinary rendition" (consegne speciali) della Cia: sequestro di persone sospettate di terrorismo, trasferimento nelle carceri di altri paesi compiacenti e soprattutto specializzati in metodi di interrogatorio medioevali, tortura del sospetto con susseguente trasferimento a Guantanamo o altro carcere similare, oppure, se proprio non viene fuori nulla, rilascio del malcapitato. Il tutto in barba al rispetto dei più elementari diritti dell'uomo e delle norme che regolano i rapporti fra stati. E l'Italia è stata per gli agenti americani territorio di caccia prediletto. Il governo sapeva? L'allora premier Silvio Berlusconi giura di no, ieri lo ha ribadito l'allora ministro degli Esteri Franco Frattini, oggi commissario europeo per la Libertà, giustizia e sicurezza. Per il senatore Dick Marty, ex magistrato, è invece importantissima la collaborazione dei governi.
Senatore Marty, la procura di Milano ha presentato all'allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli, richiesta di estradizione per 22 agenti Cia, ma la risposta è stata negativa.
«E' nella facoltà del ministro accogliere o meno richieste del genere. Quello che trovo inaccettabile è l'attacco ai magistrati che hanno condotto l'inchiesta. Questi magistrati, come Spataro, è gente che da vent'anni combatte contro il terrorismo, è gente che ha rischiato e rischia la vita. L'Italia deve essere orgogliosa di questi uomini».
Quindi, possiamo definire quantomeno ambigue le posizioni dei governi coinvolti?
«Mi dica qual è quel governo che ammette una cosa del genere».
La Bosnia e la Svezia hanno fatto il mea culpa
«Le prove erano schiaccianti».
Nel suo rapporto propone una forte collaborazione fra Europa e Usa in tema di terrorismo, ma agli Usa conviene continuare a guidare il gioco.
«Certo, il problema è l'Europa. Tacitamente si è delegato il problema agli americani che peraltro in questo campo dispongono di mezzi pazzeschi. Ci vuole concertazione fra i servizi segreti, ma soprattutto l'Europa deve presentarsi unita. Dobbiamo parlare con una voce sola. Gli Usa agiscono con la logica degli antichi romani, divide et impera».
Allora, che ricetta propone?
«La lotta al terrorismo va intensificata, bisogna mettere a punto insieme strumenti di lotta, ma secondo le nostre regole, secondo le nostre tradizioni. Facendo sparire delle persone legittimiamo il nemico, diamo vita a sentimenti di simpatia perché anche noi usiamo metodi illegali. Ricordo cosa mi diceva il generale Dalla Chiesa:i movimenti di simpatia verso il terrorismo sono come benzina sul fuoco. E' pericolosissimo».



INES TABUSSO