00 19/08/2005 08:15


Lei ha detto che Berlusconi è un misto di Einaudi, don Sturzo e Rosselli.
«Ho detto che se dobbiamo cercare dei padri per Forza Italia, possiamo trovarli
nelle tradizioni cattolica, liberale, riformista. Sento parlare in questi
mesi di orgoglio democristiano. Ma siamo ancora lì? Noi dobbiamo avere l'orgoglio
di Forza Italia. Nei colloqui privati, quando si parla con alcuni ex democristiani,
noto che Berlusconi è ancora visto come un usurpatore, come una persona estranea
alla politica. E queste persone si considerano gli unici autentici uomini
politici capaci di traghettare l'Italia».
Chi?
«I tantissimi democristiani presenti in Forza Italia».
(Sandro Bondi, intervistato da Claudio Sabelli Fioretti, Sette, 13-03-2003)



FESTA DELL'INTERVISTA CON BONDI, STORACE, GIOVANARDI, CALDEROLI, BIONDI,
SCAJOLA, BACCINI...



18/08/2005
"GIORNO/RESTO/NAZIONE"
BONDI :"MA IO INSISTO, QUESTI VOGLIONO USCIRE DALLA CDL"
Intervista a: SANDRO BONDI
di: ANTONELLA COPPARI
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050818/88UCG.pdf



18/08/2005
"LIBERO QUOTIDIANO"
"SE SILVIO NON LASCIA, ANDIAMO DA SOLI E CANDIDIAMO CASINI"
di: ELISA CALESSI
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050818/88VFF.pdf



18/08/2005 - "LA REPUBBLICA", Pag. 11
"MA CASINI DA SOLO DOVE VA? COSI' AIUTIAMO IL CENTROSINISTRA"
Intervista a: FRANCESCO STORACE
di: CARMELO LOPAPA
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050818/88V8N.pdf



18/08/2005
l'UNITA'
"SE NON CI VOGLIONO, PAZIENZA IL PARTITO DEI MODERATI NOI LO FAREMO COMUNQUE"
N.L. INTERVISTA BACCINI MARIO
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050818/88vgx.tif



18/08/2005
ROMA
"COLPA DELLA TENTAZIONE NEO-DC"
NARDIELLO VINCENZO intervista BIONDI ALFREDO
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050818/88vod.tif



18/08/2005
IL GIORNALE
IL PARADOSSO CENTRISTA DEGLI EX DC
BAGET BOZZO GIANNI
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050818/88ves.tif




18/08/2005
"CORRIERE DELLA SERA"
GIOVANARDI: SILVIO FA DANNI, BASTA INSINUAZIONI
Intervista a: CARLO GIOVANARDI
di: FABRIZIO RONCONE

ROMA - Il ministro Carlo Giovanardi è nella sua casa di campagna, con vista
sull?Appennino modenese, e racconta che «il giorno di Ferragosto nevicava
come fosse dicembre...». Ma poi ammette che qualche fiocco bianco, sia pur
fuori stagione, sorprende, e preoccupa, molto meno di altre tempeste. «Specie
se sono politiche». Come quella scatenatasi dalle parti di Porto Rotondo.

«Appunto».
E lei, signor ministro, lei che all?interno dell?Udc è sempre stato considerato
forse il più vicino al premier Berlusconi: lei, cosa pensa di ciò che sta
accadendo?
«Penso che i rapporti tra l?Udc e Berlusconi, inutile negarlo, nel volgere
di alcune settimane sono progressivamente peggiorati. E per questo credo
che Berlusconi, ammesso che abbia davvero detto certe cose, non può, non
deve alimentare il clima di polemica».
Come dice il segretario dell?Udc, Follini, il premier ha evocato «doppi giochi
e tradimenti e persino passaggi di campo...».
«E sono insinuazioni, sospetti che non stanno né in cielo né in terra. La
storia di questi anni testimonia che tra noi e il premier c?è sempre stato
un legame forte...».
Proprio sempre...
«E invece sempre, perché si è amici leali solo se si dice sempre la verità.
Anche nel porre dei problemi».
Anche quelli del genere posti dal Presidente della Camera Casini?
«Casini ha parlato per il bene della coalizione e, infatti, Silvio deve convincersi
che nessuno pone in discussione l?autorevolezza della sua guida. Inoltre...».

Inoltre?
«È autolesionistico evocare intrighi ed espulsioni. Silvio deve rendersi
conto che così disorientiamo gli elettori».
Berlusconi, signor ministro, avrà però forse letto le dichiarazioni del suo
collega Baccini, che venerdì scorso ha proposto al partito di valutare «se
l?Udc può presentarsi, da sola, alle prossime elezioni politiche».
«Sì, probabilmente Silvio ha letto quelle dichiarazioni. Ma Baccini è uno
di quelli che, all?interno dell?Udc, straparlano».
Baccini straparla? In che senso?
«Gioca a fare l?incendiario, aumenta il sospetto nei nostri confronti, alza
la tensione. E non è il solo».
Come può finire questo litigio tra Udc e premier?
«Io dico che Casini e Berlusconi devono trovare un accordo. Tra i due deve
urgentemente prevalere il senso di responsabilità».
Giovanardi, un?ultima domanda: lei è davvero convinto che Berlusconi sia
ancora una guida vincente per la Casa delle Libertà?
«Io penso che Berlusconi vincerà solo se la sua leadership sarà pienamente
condivisa tra tutti gli alleati. In caso contrario, prevedo guai».

Fabrizio Roncone




18/08/2005
"IL TEMPO"
"IL GRANDE CENTRO? UN PROGETTO PERDENTE"
Intervista a: CLAUDIO SCAJOLA
di: LAURA DELLA PASQUA

«Il grande centro? Un progetto perdente»
«Impossibile mettere insieme anche pezzi dei moderati della sinistra. Stanno
già con i Ds»
Claudio Scajola frena le tentazioni di chi pensa di lasciare la Cdl per un
nuovo soggetto
di LAURA DELLA PASQUA «L?UDC sta tirando un po? troppo la corda. Forse qualcuno
dà già per perse le prossime elezioni politiche e pensa che la battaglia
si debba giocare a più lunga scadenza. Ma attenzione, soffiando sulle polemiche,
facendo intendere di essere pronti a lasciare la coalizione si rema a favore
della sinistra». All?indomani delle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi
contro chi è tentato di passare nelle file del centrosinistra «vendendosi
al vincitore per salvarsi», il ministro delle Attività Produttive Claudio
Scajola rincara la dose. Non ci sta, Scajola, a questo gioco al massacro,
a questa sorta di masochistica vocazione di parte della coalizione che «già
si dà per vinta e si agita prefigurando chissà quali scenari futuri». Ma
non si tratta solo dell?irrequietezza di un nugolo di deputati che stanno
facendo le valigie. È Casini che ha innescato la polemica sulla leadership
di Berlusconi. La Cdl è in crisi, non le pare? «Sta diventando un tormentone
questa polemica all?interno della Cdl che parte dalla leadership e non trova
sosta. È necessario fare il punto e definire alcuni paletti». Cominciamo
dal punto numero uno: la leadership di Berlusconi «La situazione è chiara:
Berlusconi si dice disponibile a fare ancora una volta il candidato alla
guida della Cdl e afferma di essere l?elemento coagulante della coalizione.
Sandro Bondi, il leader della coalizione, lo ritiene il comun denominatore
della coalizione stessa. Questi sono i fatti. Credo quindi che sia ora di
finirla con le polemiche e andare avanti, serrare le fila evidenziando le
positività di questi quattro anni di governo che sono notevolissime sul piano
delle riforme, del rinnovamento e del cambiamento della nostra società. Con
questi risultati di governo dobbiamo prepararci insieme, tutti insieme, lo
ripeto, alla campagna elettorale individuando le nuove priorità e portare
avanti la nostra proposta per la prossima legislatura. Inoltre vanno indicati
con celerità i migliori uomini e le migliori donne da offrire nei nostri
collegi». Lei parla di unità ma a quanto pare l?Udc non la pensa allo stesso
modo se qualcuno prospetta addirittura di andare alle elezioni da soli. «Mettersi
a litigare ora che la sinistra è divisa non porta a risultati vantaggiosi.
Bisogna invece far vedere agli italiani che, a differenza della sinistra
noi siamo uniti e affidabili. Quanto all?Udc, sta tirando la corda un po?
troppo. Ma siccome mi piace vedere gli aspetti positivi, intendo le dichiarazioni
di Casini e Follini come un appello a trovare nuove e più forti motivazioni
di alleanza. In questo momento bisogna dare spazio a chi vuole rinsaldare
l?alleanza, non diamo voce a chi vuole dividere non si sa perchè». Cosa porta
l?Udc a queste polemiche? «Credo che in taluni si sia fatta strada la convinzione
che le prossime elezioni le vincerà la sinistra e quindi pensano di dover
giocare una battaglia a più lunga scadenza. Io credo invece che le prossime
elezioni politiche possano essere vinte ancora una volta dal centrodestra.
Dobbiamo recuperare gli indecisi, dare forti motivazioni, e per fare questo
occorre che siamo compatti. Abbiamo le carte in regola perché Berlusconi
e il suo governo hanno ben operato in una situazione di assoluta difficoltà
e meglio di altri Paesi europei. Concentriamoci su questo invece di polemizzare.
Alla fine si corre il rischio di consegnare le elezioni politiche a una sinistra
che non è la sinistra che può dare prospettive di sviluppo». È accantonata
la questione del partito unico prima delle elezioni? «Berlusconi è stato
il primo a parlare di partito unico. Credo ci possa essere ancora il tempo
di farlo prima delle elezioni ma non sarà certo su questo che aprirò una
polemica». C?è la tentazione in Casini e Follini di ricreare un grande centro?
«Sarebbe una tentazione perdente. Mi sembra una cosa improbabile. Quanto
all?ipotesi di mettere insieme pezzi anche dei moderati della sinistra, non
sta in piedi giacchè sono ben saldamente composti con i Ds».




18/08/2005
CORRIERE DELLA SERA
CALDEROLI: CENTRISTI STATE ATTENTI SENZA DEVOLUTION IL POLO CROLLA
TROCINO ALESSANDRO intervista CALDEROLI ROBERTO

IL COLLOQUIO / Il ministro: si rischia di compromettere tutto
Calderoli: centristi state attenti Senza devolution il Polo crolla
MILANO - «Siamo entrati nella maggioranza per la devoluzione. Se l?Udc si
mettesse di traverso, non solo la Lega uscirebbe dalla coalizione, ma non
ci sarebbe più la Casa delle Libertà, cadrebbe dalle fondamenta». Il ministro
delle Riforme Roberto Calderoli parla con pacatezza, «perché di agosti così
ne ho visti tanti, con i fuochi d?artificio. Poi arriva settembre e le polemiche
passano». Ma il lancio di mortaretti tra Forza Italia e Udc, con qualche
centrista che lascia intravedere un disimpegno dalla maggioranza e un tiro
al bersaglio sulla devolution, non possono non preoccupare il Carroccio.
Che sulla riforma federale ha puntato tutto. «Nel bene e nel male - spiega
Calderoli - la riforma è stata il collante della maggioranza. Senza di lei
non avrebbe senso continuare». Calderoli dice di fidarsi delle rassicurazioni
di Follini e Fini. Quel che lo preoccupa di più, ora, è il clima di disfattismo
che si sta creando: «Dobbiamo stare attenti a non far trapelare il timore
di perdere. Dobbiamo aprire gli occhi e serrare le fila, presentarci al Paese
con la sicurezza di avere la vittoria in tasca. Basterebbe aspettare ottobre,
le primarie che sanciranno la deflagrazione finale dell?Unione».
Insomma, sedersi comodi ad aspettare che il cadavere del nemico scorra davanti.
Ma, nell?attesa, si segnala un premier nervoso, i centristi inquieti e c?è
chi prefigura fughe in avanti, addirittura traversate solitarie del deserto,
chi pensa a un grande centro con Casini e Rutelli timonieri, chi a liste
autonome, a premier alternativi. «Non ci credo - risponde sicuro Calderoli
-. La collocazione naturale dell?Udc è nel centrodestra. E poi un partito
delle dimensioni dell?Udc, che grosso modo equivale al nostro, potrebbe presentarsi
da solo alle elezioni solo se avesse una grande forza in una zona del Paese.
Perché questo sistema penalizza chi ha una distribuzione uniforme, chi come
l?Udc ha i suoi elettori spalmati su tutto il territorio. La strategia solitaria,
al limite potrebbe andare bene per la Lega, non certo per loro». Detto questo,
non è che si può andare al 2006 con il retropensiero di azioni diversive,
«invece dobbiamo preparare tutta la nostra mercanzia e impegnarci a fondo».
E se c?è da mettere un po? di discontinuità nel discorso, lo si faccia pure:
«Purché non si mettano all?infinito virgole e parentesi che diluiscono ogni
discorso e fanno perdere di efficacia l?immagine dei provvedimenti». Sbagliatissimo,
poi, continuare a insistere con i discorsi sulla leadership. Perché il candidato
unico e «insostituibile», come dice Bossi, rimane Berlusconi. Anche se lui
stesso, in passato, ha suggerito un possibile passo indietro. «Ma erano i
tempi del partito unico, poi hanno fatto i sondaggi e hanno capito che si
perdevano per strada troppi elettori. Gli italiani non sono pronti».
Piuttosto che parlare di leadership, aggiunge Calderoli, bisognerebbe invece
aprire una riflessione sulla squadra del prossimo (eventuale) governo: «Perché
sono convinto che nella Cdl ci siano tanti assi che sono rimasti nel mazzo
e credo che dopo quattro anni possano essere giocati». Gente di qualità pronta
per un ruolo di ministro o di sottosegretario: «Nella scorsa legislatura
ho visto ministri che gridavano allo scandalo. Anche in questa, eh, per amor
del cielo». E allora, «questi cavalli da corsa facciamoli uscire dalla stalla,
i segretari dei partiti si riuniscano e mettano giù i nomi forti. Poi si
avrà una squadra di 25-30 cavalli di razza e li si presenterà agli elettori.
Perché poi la gente affronta con un altro spirito le elezioni se gli presenti
una squadra. Berlusconi non può fare tutto, non ha le competenze per tutto,
ha bisogno di aiuto».
Nel frattempo, suggerisce il ministro, sarebbe il caso di smetterla di arrampicarsi
su discussioni a vuoto. E anche di parlare troppo di banche. «Su Fazio abbiamo
detto la nostra. Si dovevano chiederne le dimissioni quando i cittadini sono
stati trombati su Argentina, Cirio e Parmalat, non ora che difende la banca
del Nord». E comunque, «da che pulpito si fanno critiche, il migliore ha
la rogna e la gente non ne può più di correre dietro a questi fumi. Parliamo
invece del terrorismo e dei provvedimenti da adottare. Mi auguro che qui
non si sottovaluti il rischio. Perché è giustissimo non cambiare vita, ma
chi ha provato il terrore sulla sua pelle, come l?Inghilterra, sta ricorrendo
a misure, non speciali, ma specialissime. E? arrivato anche per noi il momento
di pensarci».

Alessandro Trocino

INES TABUSSO