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Nessuno di noi è preparato alla morte

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    AcidHouse
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    00 10/04/2007 23:15
    Un forte ritorno di vita onirica mi ha portato a una riflessione estremamente critica verso la società occidentale.

    Se paragoniamo noi ai nostri predecessori e, soprattutto alle società tribali esistite e in alcuni fortunati casi ancora esistenti(nonostante stiano venendo corrotte dalla nostra cultura degenere a poco a poco) ci si può rendere conto dell'importanza di rituali e simili che coinvolgono la comunità in esperienze divinatorie (basti pensare alla varie danze rituali) presenti.

    La nostra società ci ha inseriti in una penultima verità, soprattutto con la tecnica della falsficazione della parola di cristo adoperata da (mi pare) l'imperatore Costantino creando un mix letale di religione terrena per sudditi schiavi che ci ha, in qualche modo, portato allo stato attuale.

    Il circuito delle nostre vite è basato su consumo, produzione, riproduzione e morte. Durante la vita dell'occidentale medio non c'è nessuna spinta al miglioramento della persone o roba del genere.
    Anche il credente vede la salvezza già sul piatto d'argento.
    Qualsiasi idea spirituale o etica oltre il regolare materialismo dedito al consumo è diventata follia per l'opinione pubblica.

    Di fronte alla potenza allucinatoria degli stati che viviamo in oobe mi trovo a poter credere che una volta morto un 97% della popolazione umana si ritroverà in balia delle proprie allucinazioni e paranoie, probabilmente per l'eternità almeno di non ricevere un aiuto esterno( a patto che esista un aiuto esterno) o di arrivare a una qualche stabilità o soluzione da solo.

    anche con uno scetticismo totale è dato di fatto che il cervello muoia dopo il corpo (almeno che non venga distrutto al momento della morte) teniamo presente che la percezione del tempo è quasi nulla in uno stato onirico, si può dedurre che la propria personalità potrebbe rimanere intrappolata in una serie di sogni lucidi che potrebbero durare anni o, ripeto in eterno.
    Senza una familiarità con quello che noi definiamo astrale la cosa potrebbe trasformarsi in un vero inferno dantesco...

    il risultato di queste divagazioni è che la nostra cultura non si limita a stuprare la terra, uccidere, ridurre i propri simili a idioti lobotomizzati da tv e spettacolo, controlla ogni nostro movimento (con le tecnologie moderne 1984 è diventato realtà) ma oltre tutto ci ha tolto quella tradizione antica(snobbandola) che ci avrebbe, forse, potuto salvare dopo la morte nell'ipotetica possibilità che esista una coscenza post mortem :|

    Il risultato finale è che nessuno di noi arriverà preparato alla morte qualsiasi cosa essa sia.

    evviva




    "Turn on, Tune in, Drop it!"
    "buona notte e sogni lucidi!" MadHead83
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    Krishnamurti
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    Utente Junior
    00 11/04/2007 11:30
    Re:
    "Di fronte alla potenza allucinatoria degli stati che viviamo in oobe mi trovo a poter credere che una volta morto un 97% della popolazione umana si ritroverà in balia delle proprie allucinazioni e paranoie, probabilmente per l'eternità almeno di non ricevere un aiuto esterno"
    Buongiorno, non capisco perchè 97% e non 98 per esempio...
    Ho una teoria: Tutto ciò che ha segnato la vita terrena plasmerà la vibrazione della nostra materia corrispondente nel piano astrale. Ossia, avendo il piano astrale differenti sottopiani è ragionevole credere che quello più prossimo (e a stretto contatto) a quello fisico corrisponda a ciò che sperimenteremo per molto tempo prima di andare avanti. Per gli antichi greci questo "posto" veniva chiamato Ade o mondo sotterraneo, mentre per i cristiani Purgatorio o stato di mezzo.
    Tutti coloro (la quasi totalità degli occidentali) che non hanno provveduto a rendere più puro il proprio corpo e la propria mente sosteranno a lungo in queste zone prima di accedere al Mondo Celeste. Paradiso per i Cristiani, Devachan per gli Indù.

    "Il risultato finale è che nessuno di noi arriverà preparato alla morte qualsiasi cosa essa sia."
    Nel Mondo Occidentale abbiamo tolto alla Morte il ruolo che le spetta in nome della superstizione. Il ruolo della Morte è di essere parte della Vita. Banale, ma essenziale.













  • daneconnie
    Incarnato
    00 06/06/2011 11:38
    Riesumo un po' questa discussione.

    Sabato scorso, ero qui nel mio negozietto.
    Entra una mia carissima cliente, non la vedevo da un paio di mesi.
    Io e Marcello la guardiamo: occhiaie scurissime, occhi gialli, pelle arancione. Un mese fa le hanno diagnosticato un tumore al fegato, le avevano dato qualche giorno di vita e detto: "Non c' è niente da fare". L' hanno trattenuta in ospedale fino a qualche giorno fa e poi rimandata a casa. Oggi aspetta il risultato della biopsia.
    Direte: ecchissene! Chi la conosce?
    Non volevo raccontarvi una storia strappalacrime di una donna giovane con un tumore al fegato, ma raccontarvi di come questa donna sta reagendo di fronte alla cosa.
    E' convinta che non morirà, lotta e ha dentro una fede che io mai nella vita potrei avere. Non vedi in lei la paura, la rassegnazione, la depressione, ma vedi la vita, la positività, la gioia.
    Davanti a una cosa del genere, per come sono fatta, mi piangerei addosso.
    Spesso l' umanità mi sta sulle palle, pure io mi sto sulle palle, ma è incredibile come molte persone, spesso semplici, abbiano tanto da insegnarmi.
    La domanda è: potrà questa fede, la certezza della guarigione, salvarla?
  • flapflap@
    Incarnato
    00 06/06/2011 11:53
    ....il discorso è lunghissimo,riassumerlo in poche parole mi sembra irrispettoso,butto li qualcosa di tecnico:
    di fronte a un dramma del genere esistono tutta una serie di protezioni sotto soglia, che permettono al soggetto di "andare avanti" con un livello di stress,accettabile!.....sul salvarla non mi pronuncio...
  • Saluti_e_Baci
    Incarnato
    00 06/06/2011 11:56
    Non mi permetterei mai di scherzare su queste cose.
    Ho una cugina molto giovane nelle stesse condizioni.
    Detto questo ti dico che conosco un signore che riesce a farsi venire la febbre.
    Non so quanto di logico ci sia in questo,
    ma se si riesce a farsi venire la febbre perchè non dovrebbe essere possibile guarire da un brutto male?
    Un miracolo?
    Effetto placebo?
    Non lo so dane, non so se davvero esiste soluzione...
  • flapflap@
    Incarnato
    00 06/06/2011 12:01
    cambiare la temperatura corporea,per chi conosce,è un gioco da ragazzi....la puoi far scendere fino a un certo punto(evitando rischi)
    la puoi far salire, come avere la febbre alta.......
  • Saluti_e_Baci
    Incarnato
    00 06/06/2011 12:02
    mentalmente?
  • flapflap@
    Incarnato
    00 06/06/2011 12:06
    eccerto!...
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    andrea997
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    l'antibimbominkia
    00 06/06/2011 12:41
    state intasando l'ennesimo post.


    A cavallo dei Fotoni

    Se ti fa stare bene...C'hai ragione te!

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    mistermoog
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    Autostoppista galattico
    00 06/06/2011 12:50
    Ciao Dane, per me il problema rimane sempre uno, non quanto vivere ma come.
    E' il "come" che fa la differenza, la qualità.
    Una mia amica aveva avuto diagnosticato un sarcoma di Ewing in fase avanzata al ginocchio. Era spacciata, rientrava già in un protocollo, che in quell'ambiente medico era un quasi "ti accompagniamo alla morte ma senza arrenderci, sperimentando di tutto (naturalmente il "già" sperimentato)".
    Lei a un certo punto, ha deciso stop alla chemio, stop alla radio, e a tutte le porcherie. "se devo morire non sarà come uno zombie". Ha cominciato a volersi bene, a voler bene alla sua gamba, a non so cos'altro...probabilmente alla vita.
    Quando i medici gridarono al miracolo perché il sarcoma oltre a fermarsi regrediva le consigliarono di dare il colpo di grazia alla malattia amputando la gamba...
    Lei non riusciva proprio a vedersi in una vita con una gamba in meno...
    Oggi è felice con tutte e due le gambe. (E che gambe...)










    Ah, tutto accade una volta soltanto,
    ma una volta, sì, deve accadere.
    Per valle o monte, per prato o per campo
    devo svanire, per sempre tacere
    be water my friend

  • flapflap@
    Incarnato
    00 06/06/2011 12:55
    spesso la medicina tradizionale toppa alla grande!
    soprattutto,perchè considerano la malattia senza considerare l'individuo...
    questo non vuol dire che la medicina convenzionale non funzioni,semplicemente che ha dei limiti ben definiti che non tengono conto delle risorse del soggetto.
  • daneconnie
    Incarnato
    00 06/06/2011 14:19
    Ecco Moog, il tuo esempio mi fa proprio pensare che il modo di porsi, l' ottimismo, l' amore verso sé stessi può giovare moltissimo nella malattia, e che anche di fronte alla morte alcune persone reagiscono con coraggio e determinazione.
    E' un qualcosa da imparare per me.
    Che poi ultimamente guardo alla morte con un po' di curiosità, anche se non posso negare la paura.
    Ma ancora di più guardo alla vita con la sensazione che noi possiamo più di quanto crediamo. Anche per la malattia...
    [Modificato da daneconnie 06/06/2011 14:21]
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    "Luminal"
    Post: 607
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    Utente Senior
    PBGDM
    00 06/06/2011 14:36

    Molti anni fa una ragazza del mio paese, di 17anni, si ammalò.
    Diceva di voler vivere ma la malattia ha avuto la meglio.
    Non l'ho conosciuta personalmente, solo attraverso ciò che la gente diceva di lei, eppure quando sento parlare di forza di volontà mi torna sempre in mente. Credo nel potere del pensiero positivo ma credo anche che certe cose siano decise dal caso...

  • Maila1
    Incarnato
    00 06/06/2011 14:45
    Io non ho la certezza che il modo in cui ci si pone difronte alla malattia terminale,può determinarne l'esito,Dane.
    Ma sono convinta di si.
    Ci credo senza aspettare che la scienza me lo confermi.
    Io so che si può arrivare a non bere e mangiare per molto più di 6 giorni,senza alimentazione artificiale.Parlo di mesi.
    La voglia di vivere e un motivo per cui farlo,possono cambiare lo stato delle cose.Non è dimostrato,ma per me,è certo.
    Una cosa che penso è che quando una malattia ti insegna a vivere con gioia e a capire che la felicità non è una meta,ma un modo di viaggiare,allora si è pronti a morire.
  • LucidDreams83
    Incarnato
    00 06/06/2011 21:56
    Dico la mia: nessuno ha mai sentito parlare di Nuova Medicina Germanica e conseguente soluzione di conflitti?
    Sarebbe off topic una spiegazione (che non potrebbe esser breve) ma volevo solo dire che, in base a quello che insegna questo tipo di medicina (sperimentata al 100% ma perseguitata come non mai), dai tumori si può guarire tranquillamente (senza togliere il fatto che si muore anche). Non si danno false speranze: dipende solo da quanto profondo è stato il conflitto che ha generato la malattia e da come viene affrontata la situazione.
    Tumore al fegato è quasi sempre la soluzione di un conflitto relativo a qualche problema economico. Probabilmente se non è già troppo aggravata e se la sua situazione è migliorata e se ha questa meravigliosa voglia di vivere sono convinto che guarirà.
    Non sono un medico, non voglio dare false speranze e mai giocherei con i sentimenti e la salute altrui ma alla Nuova Medicina Germanica del Dott. Hamer ci credo e parecchio!
  • daneconnie
    Incarnato
    00 06/06/2011 22:27
    Se uno ha un tumore, non ci vedo niente di male a cercare un eventuale conflitto e tentare di risolverlo.
    Ma mi incazzo come una belva quando sento il dott. Hamer dire al mondo che la chemio, la radioterapia e gli interventi sono inutili.
    E mi incazzo ancora di più quando in seguito a delle sperimentazioni sulla medicina germanica alcune persone sono morte per non aver accettato i farmaci allopatici tradizionali.
    E vi assicuro che, essendo un' erborista, il farmaco per me è sempre una seconda scelta.
    Ma quando ci vuole, ci vuole!
    Non capisco il perché di questi estremismi: va bene che il conflitto e i problemi psicologici siano concause dei tumori, ci credo come te... ma da qui a consigliare di rifiutare le terapie classiche mi pare un po' troppo... perché non associare le due cose?
    Anche perché ogni persona è a sé, credo che non sia facile superare di conflitti. L' amica di Moog ci è riuscita e probabilmente è questo che le ha salvato la vita (magari per lei questa medicina germanica funziona). Ma ci sono persone che proprio non gliela fanno ad autoanalizzarsi.
    Prendete mia nonna: egoista come pochi, con tendenza all' autocommiserazione, manipolatrice e invidiosa, e parecchio sempliciotta. Le viene un tumore. Urco, ci vorranno anni prima che la capisca! E onestamente non credo la capirà mai...
    Insomma... l' idea è buona, a mio avviso, ma ci vorrebbe un po' di equilibrio.
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    a cosa sto pensando in qu
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    Utente Junior
    00 06/06/2011 22:30
    Re:
    daneconnie, 06/06/2011 11:38:


    La domanda è: potrà questa fede, la certezza della guarigione, salvarla?



    salvarla da cosa?
    Massimo rispetto per chi riesce a guarire in modo miracoloso, ma dopo cosa accade? Non credo che il problema del morire sia risolto, no? Anche chi guarisce, prima o poi dovrà morire sul serio.
    Da quello che ho capito, l'argomento del topic è la preparazione alla morte, non la speranza della guarigione.
    Questa preparazione per me è la presa di coscienza che il corpo è un veicolo che un giorno smetterà di funzionare.
    Un veicolo per cosa? Boh!?
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  • LucidDreams83
    Incarnato
    00 06/06/2011 22:49
    Aspetta secondo la NMG quando hai un tumore il conflitto l'hai già risolto!
    E' vero sono un pò estremisti. Io ho fatto il corso di un giorno (quello di 4 giorni costa 400 euri e per ora aspetta) ma il dottore che lo faceva non era contrario a radio e chemio, certo poi ognuno è un caso a se.
    Il discorso sarebbe lungo e off topic, io poi parto da una base omeopatica, alcuni discorsi della nuova medicina non li condivido appieno perchè l'aspetto vibrazionale per loro è fantascienza mentre per me è il fondamento del mio "viaggio".
    Ma con le dovute puntualizzazioni e i dovuti paletti la teoria generale regge e se riscontri le malattie con la soluzione dei conflitti che le hanno "generate" non mi è mai capitato di sbagliare!
  • LucidDreams83
    Incarnato
    00 06/06/2011 23:00
    Il corpo è un veicolo per permetterci di fare esperienza in questa vita. Oggi guidiamo una ferrari domani guideremo una 500 o viceversa. E' un veicolo che ci permette di imparare gioia amore ma anche sofferenza e dolore. Almeno io la penso così :-)


    Scrive Hanemann ne l'Organon dell'arte di guarire (la summa dell'Omeopatia):

    9 Nello stato di salute dell'uomo la forza vitale, vivificatrice e misteriosa, domina in modo assoluto e dinamico ( = autocrazia) il corpo materiale ( = organismo) e tiene le sue parti in meravigliosa vita armonica di sensi ed attività, in modo che il nostro intelletto ragionevole si possa servire liberamente di questo strumento sano e vitale per gli scopi superiori della nostra esistenza.

    10 L'organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di alcuna sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione. Unicamente l'essenza immateriale - principio vitale, forza vitale - conferisce all'organismo materiale, nello stato di salute e di malattia, tutte le sensazioni e determina le sue funzioni vitali.
    [Modificato da LucidDreams83 06/06/2011 23:05]
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    a cosa sto pensando in qu
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    Utente Junior
    00 06/06/2011 23:15
    Re:
    LucidDreams83, 06/06/2011 23:00:

    E' un veicolo che ci permette di imparare gioia amore ma anche sofferenza e dolore.



    ok, ma a quale scopo? Cosa ce ne facciamo di tutto questo bagaglio culturale?
    Sì, lo so che si può andare avanti all'infinito chiedendo: a cosa serve...
    E' come chiedere: perché, perché, perché...
  • LucidDreams83
    Incarnato
    00 06/06/2011 23:24
    Non ho risposte certe, potrebbe essere per una continua infinita crescita della nostra anima, magari una volta imparato tutto quello che deve imparare in questa dimensione....ci sarà altro da imparare in altre dimensioni, un continuo evolversi spirituale. Non so è quello che mi convince di più in questo periodo
  • daneconnie
    Incarnato
    00 07/06/2011 15:11
    Lucid, sono d' accordo con te perché mi pare tu abbia una visione più moderata di questa medicina germanica. Ho visto Hamer in alcune interviste sconsigliare la chemio e la radio e consigliare di approcciare la malattia a suo modo.
    Ci vedo del positivo nei suoi studi, solo non condivido il consigliare di non utilizzare la medicina convenzionale.
    Che poi non dico sia impossibile guarire a suo modo, dico solo che secondo me non tutte le persone reagirebbero bene.

    Per il resto in effetti il mio post voleva porre non solo l' attenzione sulla guarigione e l' atteggiamento di fronte alla malattia (e mi pare sia uscita proprio una bella discussione!) ma anche sull' atteggiamento di fronte alla morte.
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    Helenna
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    ESIMIA
    00 07/06/2011 15:39
    Non sono preparata alla morte, come la stragrande maggioranza di chi appartiene alla civiltà occidentale moderna e consumistica.
    L'idea della morte mi procura un po' d'ansia, perchè vado incontro all'ignoto, ma più che altro mi fa paura la sofferenza (ho anch'io un'esperienza in famiglia di una morte da tumore, ed era la zia più dolce e meravigliosa del mondo, aveva un umorismo spiccato e non aveva alcun tipo di problema,ha provato ogni tipo di cura, eppure non ce l'ha fatta).
    No, non sono pronta.
    Ho avuto delle esperienze astrali bellissime e intense, ho incontrato entità e creduto di visitare "piani superiori", ma nulla di tutto questo mi ha dato certezze, semmai ha aumentato i dubbi e le domande. Pur avendo provato tutto questo, temo proprio che con lo spegnersi del cervello, alla nostra morte, tutto si esaurisca e io non possa più percepire niente. Black out, vuoto assoluto.
    Vorrei poter pensare che è un evento naturale, tutti prima o poi ci passano, vorrei poter credere che la mia anima si possa liberare leggera di un fardello ormai logorato e inutile. Vorrei fosse il trampolino di lancio per altre dimensioni o anche per.. ricominciare. Vorrei anche poterne essere incuriosita.
    Ma non mi sono mai del tutto convinta..
    Probabilmente mi identifico troppo in questo io terreno, in quello che possiedo, in ciò che mi circonda, nel mio corpo, nei miei affetti, nel mio lavoro.
    Che sia stata la società moderna a inculcarmi tutto questo è probabile, che io abbia dei grossi limiti al riguardo è ancora più probabile.

    Dice Woody Allen:

    Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro. Lavori quarant'anni finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i c.......i. E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!
    [Modificato da Helenna 07/06/2011 15:42]


    Se ho visto
    un po' più lontano
    è perchè stavo
    sulle spalle dei
    giganti

    (Isaac Newton)
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    mistermoog
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    00 07/06/2011 17:03
    Re:
    daneconnie, 06/06/2011 14.19:

    Ecco Moog, il tuo esempio mi fa proprio pensare che il modo di porsi, l' ottimismo, l' amore verso sé stessi può giovare moltissimo nella malattia, e che anche di fronte alla morte alcune persone reagiscono con coraggio e determinazione.
    E' un qualcosa da imparare per me.
    Che poi ultimamente guardo alla morte con un po' di curiosità, anche se non posso negare la paura.
    Ma ancora di più guardo alla vita con la sensazione che noi possiamo più di quanto crediamo. Anche per la malattia...



    Dane sono tendenzialmente d'accordo con te, ma secondo me non è tutto così semplice "Basta essere ottimisti che tutto fila..."
    Noi difficilmente conosciamo il nostro inconscio. Penso che il potere che può influenzare la tua realtà sia più lì che nelle emozioni. E' vero pure che le emozioni determinano con l'andare del tempo il nostro status inconscio. Ma, come dire, non è tutto oro quel che luccica...










    Ah, tutto accade una volta soltanto,
    ma una volta, sì, deve accadere.
    Per valle o monte, per prato o per campo
    devo svanire, per sempre tacere
    be water my friend

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    SHARDBOVERI
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    TI KODDIRI
    00 07/06/2011 19:46
    Ultimamente penso spesso alla morte, alla mia morte, come sarà? quando sarà?perchè sara?
    Ma ti rendi conto Gabrizio che ogni secondo che passa ti avvicina alla fine? ti sei reso conto che non hai fatto granchè in questi anni? Ti sei accorto che ti sei scordato tantissimi cose della tua vita? persone, luoghi, situazioni...emozioni e che ti sei fossilizzato in azioni routinarie prive di significato e valore?. A volte penso a quel momento preciso in cui l'ultimo fiato starà per uscire, lo faccio con tanta intensità perchè sono consapevole che subito dopo starò già pensando ad altro, perchè la morte appartiene sempre ad "altri", non si sa bene a chi ma di certo non a me e non a chi mi sta vicino, genitori, fratelli, moglie, figlio, parenti, amici. Qualche volta mi sfiora la morte, muore qualcuno di "vicino ma non troppo", "era giunta la sua ora", penso,
    Tutti moriremo prima o poi e fra duecento anni nessuno saprà che siamo mai esistiti che cosa abbiamo fatto, che cosa sognavamo, per cosa abbiamo lottato, saremo polvere.
    Non so se c'è un aldilà, ma sono sicuro che lo scoprirò, lo scopriremo tutti.
    Ultimamente penso spesso alla morte, alla mia morte, come sarà? quando sarà?perchè sara? non sono preparato ma non ho paura, ci penso con curiosità, poi mio figlio mi dice che ha fame mentre mi salta sullo stomaco con le ginocchia unite, mi alzo e gli preparo un panino, quasi quasi me lo preparo pure io, bisogna pure mangiare per vivere!

    [Modificato da SHARDBOVERI 07/06/2011 19:46]


    DATEMI UNO STUZZICADENTI CHE NE SGUSCIO DUE BOVERI
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