Ciao Helenna! avevo letto l'esperienza dell'incontro con tua madre. E' davvero una cosa eccezionale il fatto che tua madre sia stata consapevole della tua presenza; deve esserci una grande sintonia tra di voi. Mi è capitato molte volte in astrale di incontrare persone care, ma non credo che queste, se anche consapevoli della mia presenza, ne abbiano conservato il ricordo. Del resto, come sai, non è così facile indagare sull'argomento, anche se si tratta di persone di famiglia (quando raccontai le mie esperienze a mio fratello mi guardò come fossi un'aliena con un'espressione mista tra incredulità e terrore).
Per quanto riguarda la domanda posta da Momo, io penso, come già espresso in un altro post su questo forum, che qualunque esprienza si proietti allo specchio della nostra coscienza, sia che appartenga alla sfera soggettiva del nostro vivere nel contesto del mondo ordinario, o che avvenga durante stati onirici o in altre dimensioni esperienziali, è reale.
In altre parole, durante il sogno o il V.A. cambia il livello dimensionale in cui avviene la percezione del nostro esistere, ma a livello esperienziale la sostanza non cambia.
E’ il continuum spazio temporale della percezione dello svolgersi delle nostre vite che produce la differenza qualitativa, che acquisisce la definizione di "realtà" rispetto all'esperienza onirica.
Infatti, la differenza sta nel fatto che ad ogni risveglio nel contesto della nostra vita ordinaria, siamo in contatto con la memoria del nostro vissuto e questo crea l’illusione dello scorrere del tempo e struttura lo svolgersi delle nostre esistenze.
Se ogni mattino ci svegliassimo privi del bagaglio del ricordo del nostro passato, saremmo in una condizione molto simile a quella in cui ci troviamo durante l’esperienza a livello onirico; passeremmo pertanto da uno stato all’altro senza distinguere quello che definiamo lo stato reale dallo stato del sogno. Viceversa se potessimo conservare a livello di memoria cosciente tutto il nostro vissuto onirico e se questo potesse acquisire un senso a livello cronologico, probabilmente non saremmo in grado di distinguere la cosiddetta realtà dal sogno.
Per quanto riguarda l’esperienza del V.A. io penso che possa essere posta ad un livello particolare di percezione, dove l’individuo acquisisce esperienza in uno stato diverso dalla dimensione cosiddetta materiale (la banda di frequenza dimensionale che i nostri sensi fisici sono in grado di percepire), pur conservando a livello di coscienza la consapevolezza di trovarsi fuori dal contesto ordinario della propria vita.
Si tratta quindi di comprendere che l’esperienza della VITA, in quanto esistenza, possa avvenire su un’infinità di livelli dimensionali.
Pertanto, considerare il V.A. come un cambio a livello percettivo, piuttosto che come un movimento oggettivo di una parte sottile del nostro essere in altre dimensioni, non cambia la realtà dell'esperienza.
[abbracci]