00 03/11/2005 01:44
Leggendo e rileggendo i post di elementi vecchi e nuovi, credo che, e dico forse una banalità, stiamo girando tutti in tondo alle risposte che già sappiamo.

A prescindere dal grado di consapevolezza che una persona ha durante un'uscita, non credo sia giusto considerare le varie presenze, periodicamente presenti in quasi la totalità delle esperienze qui riportate, come qualcosa di cui non conosciamo nulla.

A meno di non essere illuminati, pienamente consapevoli e padroni al 100% del nostro corpo astrale, abbiamo capito che le presenze, comprese le persone che incontriamo, assumono un volto in alcuni casi a seconda di quello che la nostra mente gli assegna: E questo, vuoi per facilità di comprensione da parte della nostra mente astrale, per mistificazione e inganno post uscita della nostra mente razionale.

Le presenze rappresentano una nostra paura, un blocco: nient'altro.

E' ragionevole pensare che per uscire con facilità ci dovremmo "purificare"e spogliare di tutto il superfluo: essere nudi sulla soglia.

Naturalmente, e mi ci metto anch'io, l'astrale ha un suo fascino a tal punto che poco ci importa in verità di come lo affrontiamo: ognuno prova e basta.

Con risultati a volte deludenti, a volte vere e proprie esplosioni di felicità per un passo in avanti.

Il problema però secondo me rimane. E se non lo facciamo da questa parte, l'esame di coscienza si ripresenta dall'altra parte. Ed ecco allora larve, uomini in bianco, brutti posti, presenze.

E allora, in quel momento, ci interroghiamo sulla vera natura di quelle presenze.
Il rendersi conto che c'è qualcosa che realmente ci blocca, dovrebbe spronarci a lavorare di giorno in giorno: qualcuno di noi lo fa, altri ci si trovano a farlo al di là.

Prima o poi bisogna farlo: tutto dipende da come lo faremo e se lo faremo.
Potrebbe accadere di non uscire per molto tempo a causa di aver percepito una presenza o un blocco: questo perchè l'io astrale ci ha voluto dire: "bene, sei uscito...la situazione è questa. Che vuoi fare? come vuoi reagire?".

Se torniamo indietro senza combattere in astrale, lo dovremmo fare da svegli. E se non lo facciamo, per ordine di ricorrenza, ci ritroveremo sempre al solito punto, quando la nostra mente, scordatasi in modo illusorio di quella presenza, ci permetterà di uscire di nuovo.

Siamo schiavi delle nostre paure, volenti o nolenti.
I sogni ce lo dicono, l'astrale ce lo dice senza peli sulla lingua...

Che vogliamo fare?
A presto.


"La domanda è il chiodo fisso"