Sono ormai passati anni da quando frequentavo questo forum, e ricordo di allora tutta la curiosità,
tutta la voglia di scoprire e sperimentare nuove possibilità dell'uomo.
Ricordo che ne provai a decine, per mesi e mesi: visualizzazioni, binaural beats, training autogeno,
autoipnosi e tante altre...
Devo dire che qualche sporadico risultato c'è stato: ho viaggiato fuori dai confini spaziali
del mondo della veglia, ed ho creato mondi di sogno quasi ogni mattina per qualche mese.
Poi, è finito tutto come era iniziato. Non c'era più tecnica che valesse, nulla di nuovo da provare.
Da allora ho letto molto, soprattutto sulle conoscenze delle antiche culture sciamaniche
di varie parti del mondo, e del loro approccio ai mondi sottili che noi cerchiamo di raggiungere.
Ma non mi sono fermato a questo: ho spaziato anche tra le antiche religioni gnostiche,
tra cui il cristianesimo delle origini; nelle culture orientali, soprattutto l'antica saggezza cinese,
ma anche nella filosofia Zen; nell'alchimia occidentale, in cui, come in un grande libro sacro,
gli insegnamenti sono nascosti con semplici parole.
Ho letto molto, e durante questo processo si è lentamente formata un'idea, inizialmente molto vaga.
Era lì, la avvertivo come una strana forma di ansia, e non riuscivo a metterla per iscritto,
non riuscivo ad arrivare alla sua essenza.
Poi, gradualmente, ho capito di cosa si trattava.
Ho capito che abbiamo sbagliato l'approccio.
Stiamo cercando di risolvere un problema X con una fumosa soluzione Y,
e invece che riconsiderare il problema X continuiamo a insistere con Y,
che per quanto possa essere attraente, probabilmente è sbagliata nelle sue fondamenta.
Come possiamo pensare di giungere al viaggio astrale, o a qualsiasi cosa concernente le arti
che riguardano il mondo “magico”, senza aver prima afferrato il contesto in cui esso avviene?
Come posso controllare il mio corpo sognante se non riesco a tenere a bada la mia mente per più
di dieci secondi quando sono sveglio? C'è davvero una separazione tra veglia e sogno?
Qualcuno diceva “Come in alto, così in basso”, e molto probabilmente non sbagliava.