00 27/08/2014 22:00
scusa ma non ti seguo, non ti sembrano argomenti logici questi per definire Biglino un ciarlatano? Se vuoi ti porto altri mille esempi sul fatto che non è ne coltissimo, ne conosce l'ebraico quanto dici.

(cit. Abramo) Nei suoi libri si rivolge ad un pubblico cristiano, esclusivamente cristiano. Nell'Ebraismo il concetto di miracolo è diverso da quello cristiano, l'approccio è diametralmente opposto. Secondo l'Ebraismo i miracoli sono del tutto naturali, non violano mai le leggi della fisica, sono tutti spiegabili scientificamente, altrimenti non sarebbero miracoli, sarebbero invece allegorie, favole per far sorridere i bambini.
Egli parla di dischi volanti ed attribuisce ciò che la Bibbia descrive chiaramente come fenomeni vulcanici ad oggetti più meglio identificabili come terrestri (motori a reazione, turbine, piloti ominidi creatori, etc.).
Egli usa i significati dei termini ebraici che sono ignoti al mondo cristiano, ma perfettamente noti agli ebrei che studiano la Bibbia in ebraico. Tutti i termini ebraici che lui usa e spiega adornandoli per adattarli alle sue teorie come meglio può. Questi termini li abbiamo trattati quasi un decennio prima che Biglino scrivesse i suoi libri. Niente di nuovo dunque nei significati, nelle etimologie, se non tutte quelle volte che scova qua e la qualche dizionario che riporta qualche frase che lo aiuta ad elaborare e fargli cambiare completamente significato. Come ad esempio egli afferma che "zelem" contiene anche il significato di "tagliato fuori". Chissà in quale contesto lo avrà letto?!? Fatto sta che zelem non contiene affatto il concetto di "tagliare fuori". La pelle di Mosè era divenuta cornea a causa dei raggi emessi dal vulcano perché il monte Sinai era un vulcano, questo la Bibbia lo dice chiaramente. Nella rivelazione del cosidetto "roveto ardente" il "senè" è vero che non è un roveto, ma non centra nemmeno nulla il discorso della pietra bagnata di sostanza grassa, di cui parla ridicolizzando. Appunto, come dicevo, sbagliato è l'approccio. Secondo l'ebraismo, quello non fu affatto un fenomeno soprannaturale, fenomeno raro a vedersi, ma del tutto naturale, come lo sono daltronde tutti i miracoli descritti nella Toràh. Il "senè" era si pietra, ma pietra lavica. Un guscio di pietra lavica raffreddata al cui interno vi circola lava fusa, che non consuma la lava pietrificata che ne costituisce l'involucro. La lava fusa è chiamata "lavat esh"=lava infuocata, e questi termini sono stati confusi con "fiamma di fuoco" da molti traduttori. "Fiamma di fuoco" in ebraico è infatti "lehavat esh". Il targum aramaico fa corrispondere alla pietra "senè": "madrukita" = "pietra calpestabile" ovvero guscio di pietra lavica su cui è possibile camminare. Vi sono infatti due tipi di questi gusci lavici uno contiguo e l'altro spezzato su cui non è possibile camminare. Sinai deriva da senè, al plurale "sinaim"; "Monte Sinai" (har Sinai) significa infatti monte di gusci di lava calpestabili.
La Torà racconta tutt'altra storia.
[Modificato da deinfinito 27/08/2014 22:09]