00 13/06/2014 11:21
Re:
Morpheo_Onironauta, 13/06/2014 10:44:

Io credo che nella filosofia sia la domanda a essere più importante della risposta. E un buon filosofo, intimamente, prova ribrezzo al solo pensare di trovare la risposta al suo quesito. Perchè un buon filosofo sarà quello che trova una ottima domanda anche nella migliore delle risposte possibili. Perchè il filosofo non si accontenta. Perchè ritrova se stesso solo nel momento in cui mette in discussione tutto, e distrugge il pavimento sotto ai suoi piedi.
E non dimentichiamo l'etimologia di questa meravigliosa disciplina del pensiero ... AMORE. Filo - sofia è amore. Per il sapere, per il pensare, per le domande inutili che non possono avere risposta. E che però da secoli non possiamo fare a meno di porcele.

Perchè siamo uomini. Non so se avete fratellini o sorelline. O nipotini. Ma il bambino nei suoi primi anni di età continua a rompere con sti c@#*o di "Perchè? perchè? perchè? Perchè le cose esistono? Cosa sono le cose? perchè esistiamo? ". Ed io ci rimango di merda ogni volta: non so ancora cosa rispondere ad una bambina di 4 anni, mia sorella.
Uno dei più grandi pittori greci di nome Zeusi, per rispondere alla domanda che gli facevano i collaboratori sul perché del suo continuare a lavorare su cose che sembravano già perfette, rispondeva: perché «io dipingo l’eterno». Anche noi potremmo dire che continuamo a "ripensare le stesse cose" proprio per il fatto che "pensiamo l'eterno" ...

“Lo sciocco si scandalizza e ride quando si accorge che i filosofi si contraddicono.
È difficile far capire allo stupido che la filosofia è proprio l’arte di contraddirsi senza annullarsi” (Gomez Davila)

E aggiungo io, senza mai annullarsi, anzi, arricchendosi ! [SM=g27811]




M_O, non posso che quotarti.

ora...

...fluttuiamo nel piano astrale dell'universo, frammenti di consapevolezza dell'Uno, ricchi di un certo stato di consapevolezza che ci portiamo dietro come un bagaglio acquisito che stiamo riempiendo sempre piu'. Cadiamo ripetutamente nello stato carnale ovunque cio' sia possibile, utile ed opportuno secondo il nostro stato contingente, su questo o su altri migliaia di pianeti simili al nostro e questo facciamo per espandere il nostro perimetro della consapevolezza. Rimbalziamo ciclicamente tra lo stato astrale e lo stato fisico come tra il giorno e la notte dell'essere. Ci poniamo all'infinito un milione di domande, sempre simili, le solite, per migliaia di anni. Il perimetro della consapevolezza cosi' facendo si espande, siamo erba, poi batteri, poi blatte del Madagascar, poi ratti, poi scimpanze', poi uomini, poi energie consapevoli disincarnate...Questo processo e' il fine stesso. E' il processo di presa di coscienza di se' dell'Uno intorno alla Verita' Unica di cui siamo parte integrante ed essenza costituente allo stesso tempo.