Vi riporto uno degli ultimi sogni che ho fatto, durante il quale ho cercato risposte ma forse l'ho fatto nel modo sbagliato, oppure non sono stata capace di leggerle.
A chi leggerà chiedo un'opinione, dove ho sbagliato secondo voi? E qual è il vostro metodo per trovare risposte nei sogni lucidi? Non essendo per niente esperta ogni consiglio mi sarà d'aiuto! E scusate se son stata lunghetta a descrivere il sogno :P
Sono stanca morta e mi sto addormentando, sento come la presenza di qualcuno in casa.
Dovrei alzarmi e controllare. No, ma la porta l'avevo chiusa, ne sono sicura..
Sì, c'è qualcuno. Ma sono tanto stanca... Anche se volessi muovermi sono in quella fase di semi-incoscienza e paralisi fisica.
Tanto vale lasciarsi andare.
Mi "sveglio" nel sogno.
Sono su un treno che viaggia in loop in un circuito chiuso all'interno di un ampio cortile recintato, con palazzine in qualche angolo. Riconosco questo posto come casa mia.
Penso che sono su un treno, che è pensato per viaggiare all'esterno, sulle grandi distanze. Ma questo viaggia in tondo e non esce dal perimetro del cortile recintato.
Mi rendo conto che quest'immagine è quasi sicuramente legata ad un film che ho visto recentemente (Snowpiercer) e ad un detto che anni fa mi aveva colpita, la frase era stata detta da un nonno ad un nipote e diceva, più o meno: .
Penso che sia una perfetta metafora di come stia andando la mia vita. Al riparo in un porto che sì, protegge dal mare e dalle tempeste, ma soprattutto limita e non permette di fare quallo per cui si è nati. Uscire, viaggiare, conoscere, rischiare, vivere.
Ho un momento di semicoscienza. Cerco di restare nel sogno ma più ci provo e più capisco che lo sto perdendo.. rischio di svegliarmi del tutto. Per questo motivo (credo) anche i movimenti nel sogno diventano sempre più faticosi.
Piano piano riesco a lasciarmi andare di nuovo.
Sto avanzando lentamente in un corridoio infinito, tra due pareti alte e scure. sono consumate dal tempo, hanno l'intonaco quasi tutto sgretolato.
E dopo un pò mi "risveglio" in un nuovo ambiente.
Sono una bambina. sono da qualche parte dentro una struttura dalle pareti bianche e molto luminose che dà su una spiaggia e sul mare. Sono impressionata dai dettagli che tocco e vedo, è un sogno iper-realistico. Intravedo la sabbia, sento l'odore del mare e il fruscio modulare delle onde, sento voci di bambini e adulti all'esterno. Cerco di uscire per raggiungerli ma le fessure nelle pareti sono come feritoie, sono troppo strette e non ci passo. Sono bloccata dentro.
Non ci sono uscite, nè finestre nè porte, ma c'è un accesso ai piani sotterranei.
Forse lì trovo un secondo accesso per l'esterno.
Scendo.
Durante la discesa, le stanze si fanno via via più tetre e malconce. Finchè le pareti diventano umide, fredde, gocciola acqua dalle infiltrazioni sul soffitto.
Inizio a pensare che tutto ciò possa rappresentare i miei problemi nella vita reale, il voler raggiungere le persone, il desiderio di avere con loro un contatto, e non riuscire a trovare il modo per lasciare queste mura, che ormai interpreto come la mia mente, una prigione fredda dove mi sento sola.
Penso che se questo posto è davvero la mia mente e io sto scendendo, allora sto andando sicuramente verso una parte inconscia di me stessa.
E ancora penso che forse è l'occasione buona per auto-interrogarmi su di me attraverso questo sogno e questo luogo.
Continuo a cercare uscite ma ci sono grate di ferro che chiudono i possibili passaggi. Oltre le grate, solo buio.
Visto che si può solo scendere, scendo ancora e, sapendo già che non troverò uscite, mi dico che magari trovare la soluzione è chiedere troppo, mi basta anche solo un indizio.
Cerco qualche segno di qualcosa, non so nemmeno cosa. Qualunque cosa che mi aiuti a capire questo posto e quindi me stessa.
Voglio sapere. Ma le stanze che vedo sono spoglie, non mostrano nulla.
Arrivo ad una stanza che è un vicolo cieco. Altre grate. Non posso più proseguire, e anche lì nulla.
Mi perdo nel sogno.
Mi risveglio.