00 29/08/2014 02:14
Che strano sogno che hai fatto. Lo leggo solo ora e, visto che, da brava lombarda, amo resuscitare vecchi 3d ti dico un'ipotesi. Ma non so... A me è capitato tre volte di vedere le mie braccia astrali staccate dal corpo, le muovevo in stato di veglia. Mi svegliavo, sentito le vibrazioni e muovevo le braccia astrali. Una volta avevo le braccia distese lungo il corpo, e nonostante le vedessi riuscivo a intravedere una sagoma opaca identica al mio braccio destro muoversi come volevo io. Fatta questa premessa, forse eri addormentato ma eri come in stato di sonnambulismo. Il tuo corpo dormiva ma eri ad occhi aperti e riuscivi a vedere il tuo braccio astrale muoversi sconnesso col corpo. Oppure era un principio di viaggioo astrale inconsapevole per cui intorno a te c'era il sogno e quindi le persone che hai descritto ma il tuo braccio era effetivamente sconnesso da quello astrale. Quando mi è capitato di vedere le mie braccia, quando mi svegliavo definitivamente, ero esattamente nella posizione in cui ricordavo di essere quando vedevo la mia stanza e vedevo le braccia astrali muoversi. Cioè, aprivo gli occhi e la prospetiva era identica a quella che ricordavo quando riuscivo a vedermi le braccia trasparenti muoversi.
So che sono passati alcuni mesi ma, magari, riesci a ricordare se quando ti sei svegliato eri nella posizione che hai descritto qui nel sogno? Cioè, disteso con le braccia perpendicolari al corpo?

Pace





____________________________________________________________________
__________________________________________________________________

"E che cos’è l’odio, se non Amore represso. Amore frenato? Amore che è divenuto
un veleno mortale sia per il nutritore che per il nutrito, sia per l’odiante che per
l’odiato?! Una foglia gialla sull’albero della vita, è solo una foglia svezzata
dall’Amore, non biasimiamola. Un ramo inaridito è solo un ramo
affamato d’Amore... Un frutto marcio è solo un frutto
allattato con l’odio. Non accusiamo il frutto
marcio, ma condanniamo la nostra cecità
e la nostra avarizia che preferisce
dare con parsimonia la linfa
della vita ai pochi e
negarla ai molti,
negandola in
tal modo a
noi stessi"


M. N. (Il libro di Mirdad)
]