Perchè trascinarsi il vecchio testamento?
Ciao a tutti,
Sono cresciuto indottrinato dalla religione cattolica, inzuppato di concetti teologici sedimentati e "incrostati" da generazioni di teologi; tuttavia il mio atteggiamento curioso mi ha sempre spinto ad approfondire, e oggi ho una visione terribilmente differente rispetto quella nella quale sono nato e cresciuto.
Detto questo, l'altro giorno stavo leggendo il "De Architectura" di Vitruvio, I° secolo a.C., e un passaggio mi ha fulminato: lo riporto in una traduzione dal latino
"Nell'antichità gli uomini nascevano come belve nelle foreste, nelle caverne e nei boschi e vivevano nutrendosi del cibo che raccoglievano nei campi. Poi, in qualche luogo, degli alberi folti, agitati da
frequenti raffiche di vento, sfregando i rami l'uno contro l'altro, fecero scaturire il fuoco; allora tutti coloro che erano li vicino, atterriti dalle fiamme impetuose, fuggirono. Quando tutto tornò tranquillo, osarono avvicinarsi ed accorgendosi che il tepore del fuoco dava un gran beneficio ai loro corpi, aggiunsero legna per conservarlo; intanto chiamarono li altri uomini e a gesti fecero loro capire quanta utilità avrebbero potuto ricavare da questa scoperta. Durante quelle loro riunioni emettevano con la voce suoni diversi, arrivando poi, con l'uso quotidiano, a formare casualmente delle parole, con le quali indicavano gli oggetti di uso pi frequente: cominciarono, insomma, in seguito a quel fortuito evento a parlare e così inventarono il linguaggio come loro mezzo di comunicazione."
Il libro che sto leggendo è piuttosto antico, del 1800 ca. Finito di leggere il passo riportato sopra, ho letto la nota a margine del curatore, un letterato del 1800:
"L'origine delle società umane è a noi noto dalle sacre scritture. Agli antichi però, privi di questo lume, piacque seguire quel sentimento intorno alla creazione dell'uomo, ed alla sua prima vita, che al loro raziocinio, spogliato d'altri argomenti, parve migliore...."
Ho avuto un corto circuito: ma come? L'uomo Greco/Latino aveva concetti incredibilmente simili ai nostri di oggi, ereditati dall'osservazione della natura, mentre quello di 2000 anni dopo ha dei concetti dettati da quello che c'è scritto in un libro?
L'uomo classico, osservatore della natura aveva in sè il concetto di "progresso", di "miglioramento", era proteso verso un futuro sempre più raffinato, venendo da un passato remoto rozzo e buio, mentre per l'uomo ebreo/cattolico l'universo è una creazione recentissima priva di sostanziali miglioramenti, dove è semplice attraverso poche generazioni risalire ad un Adamo già bello e formato, con dei figli pastori e agricoltori, in una storia piatta praticamente priva di possibilità di sviluppo..
Per quanto possibile ho approfondito il tema e mi è parso incredibile come una società, quella ebraica, sconfitta e distrutta dai romani, abbia invece sconfitto e distrutto la società classica greco-romana, infinitamente più avanzata, dal punto di vista scientifico e filosofico.
Lo scotto lo paghiamo ancora oggi: il peccato originale con tanto di colpa primordiale da espiare (NON ESISTE! SIAMO LIBERI!), la donna creata da un uomo per servirlo (LA DONNA E' INFERIORE = LA PAGHIAMO DI MENO ECC..) e tutta una serie di amenità che ci legano come catene ad una filosofia mistica orientale estranea al nostro DNA ma incredibilmente vincente, e della quale la nostra società è ancora profondamente imbevuta.
Non sarebbe il caso di liberarcene una volta per tutte? Perchè trascinarsi questo peso? Come fare?