Giusto quello che dici Kenji.
La corporeità a cui siamo abituati può diventare una coercizione, ma...
ti propongo anche un'altra visione: pensa se invece di essere limitati dai sensi (5, 10, 100, quanti vuoi), essi diventassero uno strumento per noi.
Quando siamo piccolissimi noi recepiamo moltissimo dal tatto, la vista, l'olfatto, ecc.
I primi ricordi nell'essere umano sono quelli relativi all'olfatto.
E' la prima
memoria che siamo in grado di immagazzinare.
A distanza di decenni possiamo richiamare eventi di quando avevamo magari 18 mesi grazie a questo "aggancio".
Per questo parlo di strumenti.
Anzichè autolimitarci alle sole percezioni sensoriali pensiamo a come si poterbbero utilizzare per apprendere, per allargare i nostri orizzonti su altri piani.
Altre volte ho parlato di come -nella vita quotidiana- gli stessi sensi possano mettersi a funzionare in maniera diversa, amplificata, totalizzante, molto più sottile.
Traslare questo discorso su un livello onirico o astrale ci fornisce, secondo me, un mezzo senza eguali.
Ci trasforma da passivi ad attivi.
Se in questa dimensione vedere, toccare, udire, gustare può essere un'esperienza incredibile e formativa, immagina laddovè non hai problemi di miopia, di udito, di vergogna.
E si aggiunge un altro fattore che mi sta a cuore.
Io non ho parlato di astrale ma di sogni.
E se in astrale è ovvio che tutto sia vivido e iperrealistico, i sogni siamo abituati a considerarli una sorta di metafora fantastica.
Questo è il punto!
Ha a che vedere con l'ultimo topic aperto da Acronimo: per quello che mi riguarda credo che i sogni "normali" non siano una mera proiezione mentale e metaforica.
Se è vero che un sogno può divenire lucido e farci rendere conto di dove siamo, non posso credere che una sensazione
reale venga a te in quell'ambito.
In parole povere: che ci fa una percezione reale, o da obe, in un banalissimo sogno?
Luna N.