OOOoooooohhhhh!!!
Eccomi di ritornooo!!
Franzaa cara, tu non sai con chi hai a che fare, non nel senso che sono il presidente della repubblica, ma che sono cronicamente logorroico, e così facendo Mond, che era a conoscenza di questo pericolo incombente, mi ha sguinzagliato lasciandomi campo libero, e adesso se ti dovrai lamentare prenditela con lei
Ma facciamo i seri...
Quello che dice Mond anche secondo me è il succo del discorso:
Il problema è che devi raggiungere un livello ELEVATISSIMO di chiarezza, controllo e consapevolezza, altrimenti tali esperienze non sono chiare, si confondono con i sogni, vengono dimenticate.
Nel caso di Auriah, la sognatrice aveva l'energia più elevata, e quindi era il catalizzatore dell'esperienza, ma anche lui aveva un livello energetico sufficiente, quindi riusciva ad interagire, a capire e a ricordare.
Se tu avessi raggiunto N., non si può dire se ti avrebbe riconosciuto e avrebbe preso chiarezza, o se semplicemente ti avrebbe integrato nel sogno, come facciamo con rumori o dolori "reali" quando ce ne rendiamo conto mentre stiamo ronfando beati. Dipende dal suo grado di consapevolezza, dalla sua lucidità, dal livello energetico di quel momento.
Quindi, come giustamente hai detto tu, non si può rispondere alle tue domande, a meno di farne esperienza diretta.
Quella di cui parla Mond, L., è stata per me una specie di insegnante (anche se non la si può chiamare maestra), oltre che amica, mamma, e non nascondo che a un certo punto ho avuto per lei una specie di cotta colossale, ma esoterica, non so come dire...
L. è sicuramente una persona particolare, fin da piccola ha avuto una predisposizione fuori dal normale per certe capacità ed attitudini, non sempre grazie a felici circostanze. Dapprima era in balìa delle sue doti, era una persona disequilibrata e pericolosa... come dice lo zio di Peter Parker, un grande potere implica una grande responsabilità, e lei non ne aveva di responsabilità. Da adulta, anche grazie a quello che poi è diventato suo marito (e mio maestro), ha imparato a conoscere sè stessa, ad avere equilibrio e a implementare e sperimentare quelle sue capacità in modo consapevole.
Non si può dire che fosse maestra perchè nonostante avesse una certa saggezza, (a quel tempo) era nel bel mezzo della sperimentazione sfrenata. Come dice Branduardi (e San Francesco) nella Predica della Perfetta Letizia, "Puoi sanare i ciechi e cacciare i demoni, dare vita ai morti e parole ai muti; puoi sapere il corso delle stelle: sappi che non è la letizia. Affrontare il male senza mormorare, con pazienza e gioia saper sopportare. Aver vinto su te stesso: sappi, questa è la letizia".
Ebbene, io sono capitato nel bel mezzo della sperimentazione sfrenata.
Lei nel sogno andava nel passato, nel presente, nel futuro; a visitare vivi e morti, ed esseri di altre dimensioni, traendone informazioni o addirittura insegnamento; entrava nel corpo degli animali e sperimentava le loro percezioni, il loro primitivo pensiero, i loro istinti; entrava nei sogni degli altri. Aveva (ha?) uno spirito guida che a detta sua era un indiano Sioux morto qualche decina di anni fa (di cui c'è ampia documentazione), il quale le insegnava i fondamenti delle sue arti.
In tutto questo lei mi ha immerso tenendomi per il tallone, mancando dell premure e della lungimiranza di un maestro, a volte anche un po' maldestramente, solo cercando di condividere l'universo che da sola forse faticava a contenere, trovando in me un'eccellente predisposizione e affinità, e soprattutto una totale abnegazione, perchè io disperatamente chiedevo "ti prego insegnami tutto quello che puoi, e se devi prendimi a calci".
Ha sempre cercato di insegnarmi come fare tutto quello che faceva lei, ma da lei non veniva teoria, solo enigmi, e in qlche modo io penso ha forzatamente alzato la frequenza vibratoria della mia energia, aura, chiamatela come volete, per adeguarla alle cose che voleva farmi fare, anche se questo ha avuto delle controindicazioni. Ma non saprei rifarlo da solo.
Le cose succedevano e basta.
Mentre dormivo sentivo lei che mi chiamava, sempre da un punto ben preciso (in alto a sinistra), ma non la vedevo; allora mi "svegliavo" (una volta le ho detto "non urlare che svegli mio fratello!") e mi trovavo con lei in giro, ma non in posti conosciuti, per lo più non mi ricordo, ma lo scopo era di ricevere degli insegnamenti. Una volta che ricordo bene ci trovavamo in una stanzetta di legno un po' sgangherata, seduti a gambe incrociate in semicerchio davanti al Vecchio (il suo spirito guida), che parlava e ci insegnava; poi eravamo in una palestra, ed io ho visto un grande specchio e mi ci sono specchiato, ma l'immagine che ho visto era di un'altra persona...
Tutto sto preambolo (ve l'avevo detto che ero logorroico) per dire che tutto quel che posso fare è dedurre qlche teoria dalle mie esperienze, di cui dopo tanti anni non sono ancora padrone.
Non ho risposte, ma solo domande, e qlche idea.
In primo luogo io penso che non sia corretto, o per lo meno troppo semplicistico, concepire il "mondo astrale" come un luogo, uno spazio, dove viaggiamo in condizioni diverse da quelle della veglia. Secondo me non è un altro strato del mondo, ma un altro strato di noi stessi, una particolare espansione della coscienza, che si mette a funzionare in un altro modo.
Quindi già cade, per quanto mi riguarda, il discorso di "incontrare qlcno in astrale", semplicemente perchè non è come andare al cinema e beccare il vicino di casa: il concetto sbagliato è pensare di andare nello "stesso posto".
Sorge il concetto di "stesso posto" dal presupposto scontato di trovarsi come un fantasmino nella realtà oggettiva; nel momento in cui un altro fantasmino si trova nella realtà oggettiva, allora siamo nello "stesso posto". Ma a parte il fatto che secondo me nessuno nemmeno da sveglio sa come sia fatta la realtà oggettiva (e ne consegue che ci sono solo 6 miliardi di realtà soggettive), il viaggio astrale per me è solo un viaggio della coscienza, al di là dei limiti percettivi e contingenti, ma capace di inserire nella visione d'insieme ANCHE quella parte di realtà che per convenzione consideriamo oggettiva, e che quindi è sperimentabile (più o meno) nello stesso modo da due o più coscienze. Quindi l'incontro in astrale si verifica, secondo me, quando due persone hanno, anche solo in quel momento, lo stesso grado di coscienza e di presenza, e quindi un certo controllo e volontà ma soprattutto capacità di "focalizzare" all'interno del mondo immensamente più ampio in cui si trovano a vivere.
Sotto quest'ottica, qual'è la differenza tra un semplice sogno e un viaggio astrale? Direi la consapevolezza del punto di unione, e la volontà. Se io sono "in astrale" quindi credo plausibile che possa "vedere" i moti della coscienza di un'altra persona, anche se quella sta solo sognando (perchè cmq in realtà un viaggio vero e proprio non avviene in nessun caso), ed interagire con questa persona, fatto che lei integrerà -presumibilmente- nel proprio sogno inconsapevole.
Ma "chiamare" una persona al proprio stato di coscienza, in modo che prenda atto di sè e della situazione, beh, questa è una cosa che L. era capace di fare, ma che non ho mai imparato (anche se forse, chi lo sa...); ci vuole cmq predisposizione da parte del sognatore.
Una cosa interessante è che tutte le volte che L. mi diceva "stanotte ti vengo a prendere", o non dormivo o cmq non succedeva nulla. Riusciva solo qndo non me lo aspettavo... Ma questo credo sia dovuto al fatto che sono proprio un pirla...
Salutoni
A.