risposta alle domande
Rispondo volentieri alle sue domande.
La risposta alla sua prima domanda è SI.
NON SBAGLIA quando asserisce che la proprietà dell’immobile (terreno e fabbricato) è del 94 e del 6%. Tralascia però, o forse ignora, che si tratta di “proprietà indivisa”.
Questo è di assoluto rilievo perché ogni mattone e ogni centimetro di terreno, sia pure in parti diverse, sono di entrambi. Quindi nessuno ha la piena proprietà dell’immobile che sotto l’aspetto giuridico è un bene patrimoniale indisponibile per destinazione.
HA ANCORA RAGIONE quando afferma che si tratta di un problema che si trascina da tanto tempo.
“Nel 1972 il Comune iniziava i lavori del nuovo edificio per la Scuola materna, in sostituzione di quello allora esistente in Via San Francesco di proprietà dell’I.P.A.B. Scuola Materna (o Asilo Infantile) Don Domenico Giarolo, a causa delle cattive condizioni igieniche in cui si trovava. Il nuovo edificio veniva ubicato in Via VIII Aprile, nella migliore zona residenziale del paese, in un’area all’uopo predisposta dallo strumento urbanistico, ricca di verde ed aperta sulla campagna circostante”. (Quanto riportatato fra virgolette è tratto da un documento ufficiale).
Anche allora c’era chi propendeva per la scuola nuova e chi per ristrutturare l’esistente. Il Presidente dell’Asilo era a quel tempo il signor Vantini, che manifestò palesemente il suo dissenso verso la nuova scuola.
Ad ogni impegno finanziario, afferma lei, non sembra che l’Ente Morale” (definizione pure corretta) abbia contribuito con la sua quota di pertinenza.
Negli ultimi lustri molto probabilmente è avvenuto come dice Lei, a causa di un modo di agire e di operare che può essere sintetizzata con l’espressione “tanto, tutto è lo stesso” o a causa della mancanza di ricerca dei precedenti da parte di chi ne aveva il dovere. Il concetto però va “copernicamente” rovesciato: non è il sole che gira attorno alla terra, bensì è la terra che gira attorno al sole. Agli effetti pratici non cambia nulla, anche se la differenza è fondamentale. (Spero che anche Lei sia d’accordo su questo).
Mi spiego meglio.
Se ci fosse stata una più diligente applicazione delle norme la procedura da seguire era la seguente:
- a fronte di ogni intervento incrementativo del patrimonio (ampliamento del fabbricato, ristrutturazione, acquisto di nuovo terreno ecc.) ognuno dei due Enti (proprietari indivisi) doveva (e devono) concorrere in maniera proporzionale alla percentuale di proprietà. Non è ammissibile che il Comune paghi la parte dei costi gravante su altro Ente, che è un’altra “Entità giuridica” con diverso codice fiscale e partita Iva. Qualcuno dirà (è l’obiezione fatta in questi anni) che “l’I.P.A.B. non aveva o non ha i soldi”. Si tratta di un falso problema perché gli Amministratori dell’I.P.A.B. i soldi potevano (e possono) farseli prestare (mutuo o altre forme di finanziamento);
- i costi per il rimborso del capitale e degli interessi andavano/vanno riportati sul bilancio dell’IPAB e concorrono a formare il risultato finale di gestione;
- tenuto conto che il servizio svolto dalla Scuola materna (I.P.A.B.) è un servizio sociale e che le rette praticate alle famiglie rappresentano una parte del costo del servizio è evidente che il risultato della gestione risulterà sempre negativo. Questo sarà ancor più negativo quando ci sono prestiti da rimborsare.
La situazione sarebbe stata/è ininfluente sotto l’aspetto economico e finanziario per il Comune, mentre sarebbe stata sicuramente più corretta sotto l’aspetto amministrativo.
Il Comune finora ha pagato (come dice Lei) il costo totale dei lavori, ponendo impropriamente a carico del suo bilancio la quota del 6% e ha erogato in questi anni un contributo pari al disavanzo della Scuola, finalizzato ad abbattere le rette, per consentire costi sostenibili alle famiglie.
Sarebbe stato/è più corretto, a mio giudizio, che il Comune avesse sostenuto il 94% dei costi incrementativi del patrimonio ed avesse corrisposto/corrisponda un contributo pari al disavanzo annuale di gestione.
Per questo è importante che l’I.P.A.B. sia gestita da bravi amministratori. Meglio sapranno amministrare minore sarà il contributo che il Comune (la comunità) dovrà corrispondere. Contributo che, giova ricordarlo, anche se corrisposto alla Scuola, va a favore delle famiglie.
Come vede il risultato economico finale sarebbe stato invariato, ma sarebbero state rispettate le norme e i rapporti fra i due Enti sarebbero stati più chiari per tutti.
Per quel che mi riguarda ho fatto presente l’errore al Sindaco e al Segretario comunale in una riunione dei capi-gruppo. Visto che la segnalazione verbale non aveva sortito effetto, successivamente, ho inoltrato una lettera al Sindaco riprendendo l’argomento.
CONCORDO infine con Lei quando afferma che “quanto ha fatto il Comune negli anni è senz’altro un obbligo vista la valenza del discorso”.
Mi permetta infine di ringraziarla, se avrà avuto la pazienza di seguirmi fin qui, perché le sue osservazioni hanno dato lo spunto per fare chiarezza su quelli che dovrebbero essere i corretti comportamenti da adottare e sui meriti di questa benemerita Istituzione che l’anno prossimo compirà 100 anni di vita. Cordialità
Giovanni Dainese
Consigliere comunale